La crisi non si “taglia”, la situazione peggiorerà

Sondaggio di Confartigianato Imprese Varese a 1000 imprese del settore acconciatura ed estetica. L’unica soluzione è «adeguarsi»

“Crisi e lavoro: come stai cambiando?”: questo il titolo del sondaggio inviato dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Varese ad un campione di 1000 imprese del settore acconciatura ed estetica. Le domande agli imprenditori si sono concentrate sui cambiamenti prodotti dalla crisi, su ciò che può condurre ad una perdita di competitività e sull’esigenza di dover cambiare di fronte alle trasformazioni della società: popolazione sempre più anziana ma anche multietnica.
Quindi, come “accontentare” una clientela sempre più dinamica con gusti, cultura ed età diversi? La risposta, per la totalità delle imprese intervistate da Confartigianato Imprese Varese, è «adeguarsi». Il 30% del campione lo fa presentandosi al «mercato con prodotti e servizi innovativi e personalizzati secondo la tipologia del cliente che si ha di fronte». Il 35% punta sui «corsi di formazione, la consulenza di aziende professionali, serietà e disponibilità totale nei confronti della clientela», mentre il 25% «accetta suggerimenti dai clienti e tenta di migliorare in tutto: partendo dalle convenzioni con aziende che forniscano prodotti naturali a costi contenuti per poterli meglio adattare alle richieste del mercato».
La crisi, però, non passa: si tratta di una conferma condivisa dal 95% del campione intervistato da Confartigianato Imprese Varese. E lo stesso 95% dichiara che «la situazione peggiorerà». Solo il 5% si dice fiducioso in una «ripresa che possa valorizzare le imprese, magari attraverso strategie e proposte sempre più competitive per il mercato». Purtroppo, si peggiora perché «mancano vere politiche economico-sociali in grado di dare un rinnovamento a questa fase di stallo e di favorire lo sviluppo imprenditoriale». Soluzioni? Per il 90% degli intervistati si debbono «diminuire le tasse, perché si rischia un impoverimento progressivo». Per il restante 10% è fondamentale concentrarsi sulle licenze: «O bloccarle del tutto o liberarle completamente: l’importante è fare chiarezza».
Ma le imprese come stanno reagendo alla crisi?
Il 25% del campione di Confartigianato Imprese Varese ha ridotto le spese generali, il 20% ha introdotto nuovi servizi, il 15% promuove servizi già esistenti, un 9% ha tagliato il personale, un altro 9% ha diminuito le ore di apertura (il 4% degli intervistati, invece, le hanno aumentate). Il 3% ha diminuito i prezzi e il 5% ha eliminato i servizi non remunerativi.
Cosa contribuisce alla perdita di competitività?
Il 26% del campione di Confartigianato Imprese Varese indica la burocrazia, il 25% la tassazione locale e il 20% la concorrenza straniera. A seguire, il 14% indica le norme dei regolamenti regionali e il 15% le leggi poco chiare e comprensibili.
A calare non è solo la competitività ma anche il fatturato. Negli ultimi quattro anni – dal 2008, inizio della crisi economica – il 36% del campione ha registrato una diminuzione che va dal 10% al 20%; il 30% degli imprenditori che hanno risposto al sondaggio indicano, addirittura, un calo che va dal 25% al 50%. E se il 12% dichiara che il fatturato non è diminuito, il 6% ha registrato un aumento che va dal 2% al 20%.
Le sfide del mercato sono aperte, perché le esigenze dei clienti sono cambiate: molto per il 51% del campione; poco per il 27% e moltissimo per il 22%. Anche la società si sta trasformando rapidamente, e le stesse imprese sono chiamate a far fronte a prestazioni sempre più diversificate ed in linea con le richieste – personalizzate – della clientela. Il 100% del campione, infatti, dice che i clienti chiedono «servizi sempre più professionali (e quindi di alta qualità) ma a prezzi inferiori». Inoltre, sono sempre più «informati e si aspettano risposte concrete e vicine alle loro esigenze perché prestano maggiore attenzione a ciò che offre il mercato e conoscono le ultime novità in fatto di prodotti». 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 21 Febbraio 2013
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