Assalto al blindato, un colpo preparato da mesi

Emergono altri particolari sull’assalto in autostrada ai portavalori che trasportavano lingotti in oro: nella banda vi erano italiani e il guard rail usato per la fuga era stato segato nei giorni precedenti

Emergono nuovi particolari su quello che è già stato definito il “colpo del secolo”, l’assalto al portavalori in autostrada che ha fruttato oltre 10 milioni di euro in lingotti d’oro a una decina di malviventi. Secondo gli inquirenti ad agire potrebbero essere stati degli italiani, come le indicazioni fornite dai testimoni che hanno sentito parlare una lingua italiana senza accenti. Ma non si esclude che a far parte della banda vi potessero essere persone anche di altre nazionalità, magari ex militari capaci di agire in pochi minuti e con precisione.

Il colpo e il caos in autostrada

La ricostruzione dell’assalto

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Assalto al portavalori in autostrada A9 4 di 5

Altra indicazione che sarebbe emersa dagli inquirenti è che il colpo era stato preparato da mesi di studio, tanto che il guard rail dell’autostrada, nel punto da cui poi sono fuggiti i malviventi, era già stato tagliato nei giorni precedenti, prima dell’assalto. Segno che i rapinatori sapevano perfettamente in che punto dell’autostrada avrebbero agito e con quali tempi. Si erano preparati una perfetta via di fuga.
Da queste considerazioni il forte sospetto che vi possa essere anche un cosiddetto basista, qualcuno che sapesse perfettamente tempi e modi d’azione dei portavalori, qualcuno che desse la sicurezza ai malviventi che dei due blindati uno era “civetta”, ovvero non conteneva nulla e non è stato nemmeno toccato dai malviventi.

E poi la fuga: si sono dileguati facendo perdere le loro tracce dopo aver abbandonato le vetture del “colpo” in un casolare di Turate. Qui avevano sicuramente altri mezzi, ma potrebbero anche essere stati aiutati da qualcuno del posto, qualcuno che conosce perfettamente il territorio e che potrebbe avere anche degli immobili disponibili dove nascondersi. Ora le indagini di Carabinieri di Como e della Polizia Stradale sono serrate: dopo i rilievi è il momento di passare al setaccio il territorio. Segno che la banda, per poter proseguire la propria fuga, non si può permettere di fare nemmeno un errore.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 09 Aprile 2013
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