La sfida dell’Arci: “Ricominciamo dall’associazionismo”

Idee, voglia di fare, proposte da condividere: il presidente provinciale dell'Arci Rossini ha chiamato tutti a raccolta per uscire dal degrado civile e sociale

 « I tempi sono difficili, la situazione politica delicata, ma bisogna riprendere in mano il timone, ricominciare a costruire partendo dalla partecipazione». È una relazione dai toni forti quella che il Presidente di Arci Varese Giulio Rossini ha letto questa mattina, sabato 6 aprile, in apertura della conferenza organizzativa provinciale.
Una giornata di discussioni e confronto per rilanciare l’impegno in campo sociale, culturale e anche ambientale: « Ovunque le nostre forze ce lo permettono – ha chiarito Rossini – dobbiamo rispondere sostenendo le nostre idee».

Il risultato del voto politico nazionale e regionale in particolare non sono confortanti: « Assistiamo a un’implosione  politica e allo sfilacciamento dei valori  avviati dal secondo dopo guerra e che hanno permesso la nascita e la crescita dell’aggregazione e la coscienza sociale dei diritti civili. Ora è tempo di reagire, capire come combattere il degrado sociale e culturale».

Il contesto da una parte ma anche l’attacco al sistema della scuola chiamata a formare le nuove generazioni sono le due preoccupazioni che il presidente ha messo al centro del suo discorso: « Questi sono compiti urgenti da affrontare rimettendo al centro il pensiero, recuperando i valori e gli impegni propri dell’associazionismo. Innanzitutto riprendere la lotta per la pace, offuscata negli ultimi anni ma sempre attuale e necessaria, la lotta alla mafia, tra poco arriverà la Carovana antimafia che ci vedrà coinvolti anche a causa delle gravissime emergenze che esistono sul nostro territorio, la battaglia per affermare i diritti di cittadinanza con l’impegno per vedere riconosciuto lo ius soli».

Giulio Rossini, infine, ha aperto il capitolo Cultura: « Vanno riconquistati gli spazi, ripartendo dalla nostra sede che aprirà a tutte le associaizoni che ne faranno richiesta. A Varese mancano gli stimoli, manca un coinvolgimento generale che permetta ai singoli di incontrarsi e condividere percorsi: si procede in ordine sparso perchè le istituzioni non fanno regia. Ecco perchè bisogna ripartire da basso, puntellare quello che si ha per crescere ancora e più forti, facendo perno sulla valorizzazione sociale. La nostra città sconta anni di impasse ma è giunto il momento di voltare pagina e di guardare al futuro con ottimismo».
E l’energia, la carica del domani arriverà dai tanti circoli del territorio che hanno presentato le proprie progettualità. E dai giovani, alcuni dei quali sono entrati nel nuovo consiglio direttivo chiamato a mettere in pratica la nuova era del fare.


Redazione VareseNews
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Pubblicato il 06 Aprile 2013
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