La fiaba nel bosco, vissuta dai piccoli pazienti del Del Ponte

Una domenica all'insegna del lupo e della nonna, di cappuccetto rosso e degli scienziati grazie alla Fondazione Ponte del Sorriso e all'associazione Stringhe

“C’era una volta Cappuccetto Rosso … “ che si perde nel bosco mentre stava andando dalla nonna, ma trova tanti amici. Due strampalati botanici che cercano una pianta magica, un vagabondo che incanta i lupi con il suo flauto, un folletto che cura gli alberi dalla tristezza con canzoni allegre e un cacciatore che insegue lupi cattivi, aiutano la mamma di Cappuccetto Rosso a rintracciare la propria bambina rapita dal lupo.
Insieme a loro, divertiti e coinvolti, i bambini, che prima cantano con il folletto per far sorridere “Faggium”, poi trovano sia  Cappuccetto Rosso che la nonna e legano il lupo che, a guardar bene, non era poi tanto feroce. I bambini riescono persino a scovare il Petroselinum Hortense, l’erba misteriosa che non è altro che prezzemolo, per la gioia del prof. Strauss, lo scienziato un po’ bizzarro. Conclusione a lieto fine, con la nonna che invita tutti a pranzo a casa sua, ossia la Casa del Sole di Barasso, lupo compreso. E dopo, nel pomeriggio, tutti insieme per una bella passeggiata a far visita agli asinelli e ai cavalli e dar loro un po’ di fieno.

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Cappuccetto e i piccoli pazienti del Del Ponte 4 di 5

E’ così che si è svolta la bellissima avventura nel bosco di domenica 2 giugno, organizzata dalla fondazione Il Ponte del Sorriso Onlus in collaborazione con l’associazione di clown Stringhe Colorate, per i bambini che, per la loro patologia oncologica o di altro genere, purtroppo passano molto del loro tempo in ospedale. L’iniziativa è stata accolta con grande entusiasmo  e una lunga tavolata con oltre 80 persone ha formato un’allegra compagnia.

Grazie alla gentile concessione della Fondazione Casa del Sole e alla Pro Loco di Barasso, che ha preparato un fantastico risotto più grigliata con patatine fritte,  le famiglie hanno potuto così ritrovarsi per condividere la loro esperienza, in un ambiente al di fuori di quello ospedaliero. Qualcuna di loro era in “permesso speciale”, concesso dai medici per poter trascorrere una serena giornata. Sono momenti molto importanti per rigenerare la forza di chi sta affrontando il duro percorso verso la guarigione e di chi ha già superato le fasi più difficili, ma sente la necessità di confrontarsi con chi sta uscendo o è uscito da un tunnel che sembra interminabile.

Accanto alla cura farmacologica, è importante anche garantire a questi bambini, l’altra metà della cura, ossia quella fatta di sorrisi, gioco, colore e calore. Perché la loro storia inizi con “C’era una volta la malattia …. “ ma termini con “…. e vissero tutti felici e contenti”.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 04 Giugno 2013
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