La Regione rinuncia alla tassa anti-rumore, Legambiente si mobilita

L'Iresa è la tassa pagata da aeroporti per finanziare interventi di mitigazione del rumore. Gli aeroporti ne chiedono la sospensione, la Regione accoglie la proposta: il voto sul bilancio è a inizio luglio

Regione Lombardia è pronta a sospendere l’IRESA, la tassa di scopo che gli aeroporti pagano alla Regione e i cui introiti servono a finanziare interventi di mitigazioni del rumore. Una "sospensione" – quella proposta dalla giunta Maroni – che è giustificata con le difficoltà del settore aereo, ma che proverà la Regione di 3,7 milioni di euro. La proposta è stata avanzata dalla giunta regionale di Roberto Maroni il 13 giugno scorso, dovrà essere votata dal Consiglio Regionale in sede di approvazione di bilancio, a fine luglio. Già da ora però c’è chi promette battaglia: «La crisi incombe ma la Regione decide di privarsi di circa 3,7 milioni di euro che potrebbero essere usati ogni anno per il benessere dei cittadini che vivono nei pressi degli scali lombardi, e tutto per fare un favore alle società che gestiscono gli aeroporti», attacca Legambiente, che si è rivolta oggi ai consiglieri regionali e agli assessori all’ambiente e alle infrastrutture della Regione per chiedere di rivedere la delibera che sospende per quest’anno l’applicazione dell’imposta regionale sulle emissioni sonore degli aeromobili (IRESA). Introdotta nel 2011, di fatto secondo Legambiente la tassa non è mai stata resa operativa, lasciando così inapplicata la direttiva europea che prevede la mappatura delle aree più rumorose limitrofe ai sedimi aeroportuali e il finanziamento di interventi di mitigazione (doppi vetri per scuole, ospedali, abitazioni ed impianti di climatizzazione) per le popolazioni più esposte all’inquinamento acustico. La tassa di scopo, prevista a carico delle compagnie aeree, dovrebbe trasformarsi in interventi concreti di isolamento termoacustico di residenze e edifici pubblici, fornendo un apprezzabile contributo alle imprese locali attive nel settore delle ristrutturazioni edili, limitando così l’impatto sul territorio del traffico aereo degli scali lombardi: secondo i dati di Legambiente per il 2012, le fonti di rumore sono state quelle di 174.000 decolli a Malpensa, 120.000 a Linate, 74.000 a Orio al Serio e circa 9.000 a Montichiari. Per questo appunto Legambiente ritiene che la proposta della giunta Maroni sia un «favore fatto a Sea e Sacbo», vale a dire i gestori di Malpensa, Linate e Orio.

Quanto ai motivi addotti dalla giunta di Regione Lombardia, nella delibera del 13 giugno la giunta fa riferimento proprio alle lamentele delle società di gestione, che «hanno mosso forti perplessità in merito all’applicazione dell’IRESA in Lombardia dall’1/1/2013 sia per questioni legate al particolare momento congiunturale del traffico aereo e sia per questioni di uniformità diapplicazione e di concorrenzialità con altri scali aeroportuali situati nelle regioni confinanti». Il riferimento in questo caso è alla Regione Veneto, che ha già sospeso l’applicazione dell’IRESA per l’anno2013.

«Questa tassa di scopo, prevista a carico delle compagnie aeree operanti in Lombardia, porterebbe in cassa soldi che potrebbero essere immediatamente usati per colmare il grave ritardo degli interventi di mitigazione ambientale e le gravi problematiche connesse alle aree circostanti degli scali lombardi, portando benefici a oltre 2-300 famiglie l’anno» spiegano Damiano Di Simine, presidente Legambiente Lombardia e Dario Balotta, responsabile Trasporti Legambiente Lombardia. «Siamo convinti che, sul modello di quanto avviene negli scali del nord-Europa, la competitività degli scali passi anche attraverso l’accettazione sociale che deriva dalla riduzione degli impatti imposti alle popolazioni, aspetto decisamente trascurato nella gestione aeroportuale in Lombardia».

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Pubblicato il 24 Giugno 2013
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