“Temiamo una replica di operazioni finanziarie come quelle dei mutui Subprime”

L'intervento denuncia di Gianni Mazzoleni, presidente del consorzio IFidi, confidi Cna cxhe riunisce le raltà di Varese, Bergamo e Milano

I Consorzi Fidi stanno attraversando una momento molto delicato, strette nella morsa di imprese sfiduciate e sempre meno propense a investire e condizionate nella loro operatività dalle sofferenze di tante aziende colpite da una crisi che dura oramai da cinque anni.
Eppure, la sensazione sgradevole che si avverte nella relazione quotidiana con l’economia reale è che per quei meccanismi del sistema finanziario che della crisi sono stati la causa poco o nulla sia cambiato e si stiano perpetuando, in altre forme e con altre modalità, le pratiche che quella crisi hanno generato.
Se si valutano i fatti e ci si vuole ragionare sopra, lo scenario di queste ultime settimane è strano, perché dopo mesi nei quali si guardava con angoscia quotidiana agli indici di borsa ed allo spread, oggi le borse sono in crescita e lo spread tende a stabilizzarsi su valori sempre elevati ma accettabili.
Un dato di fatto indubbiamente positivo per i nostri conti pubblici, se non fosse che dietro questo trend c’è una motivazione di fondo preoccupante: le banche centrali, soprattutto americane e giapponesi, stanno inondando il mercato di soldi, offerti a tassi vicini allo zero.
Le banche e gli investitori raccolgono e ringraziano, investono, e per cercare rendimenti migliori, come è d’altra parte nella loro vocazione, comprano prodotti sempre più rischiosi, la cui offerta è naturalmente accentuata dalle sofferenze in cui versa il debito sovrano di molti Paesi.
Replicando, in buona sostanza, l’operazione che nel 2007/2008 ha acceso, con i mutui subprime negli USA, la fiammella della crisi di cui imprese e cittadini stanno ancora pagando il prezzo.
La storia spesso si ripete, e sarebbe opportuno cercare di trarre insegnamenti.
Nel 2008 si è scoperto che le banche erano molto più fragili di quanto si pensasse, per cui si sono resi necessari interventi decisi di ricapitalizzazione e di ripulitura dei bilanci: un’operazione che ha richiesto forti iniezioni di denaro pubblico direttamente nel capitale delle banche disastrate, come è successo anche in Italia con il Monte di Paschi di Siena.
Soldi freschi, a costo zero, che la speculazione ha nel frattempo usato e sta tuttora usando in maniera tale da fare temere una replica, ancora più devastante della crisi finanziaria del 2008, in uno scenario politico che nei suoi interventi ha dimostrato impreparazione e debolezza e mancanza di coordinamento – e non solo in Italia – ma che alla fine ha pagato un conto salato, mettendolo a carico delle imprese e delle famiglie.
Nel nostro Paese, per altro, ci si trova a dover agire in una realtà economica e sociale al settimo trimestre consecutivo di caduta del PIL.
Servono misure immediate e certe per la crescita e fare arrivare il credito dove e a chi serve è fondamentale, perché non è accettabile che le risorse prestate dalla Banca Centrale Europea al sistema bancario italiano vengano maggiorate del 500% e siano centellinate con il contagocce : è, indubbiamente, solo una parte di una questione più generale e più complessa, perché è il sistema paese nel suo insieme che deve trovare la forza civile e morale per rialzarsi, ma se non si esce dalla logica perversa per cui tutto alla speculazione è permesso, a scapito delle risorse per la crescita e della qualità della vita dei cittadini, nessun sistema produttivo e finanziario alla lunga potrà reggere.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 03 Giugno 2013
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