Signore e signori, ecco la Cimberio che torna in Europa

Da Scekic a Polonara, in ordine di numero, ecco quali e sono pregi e difetti dei giocatori che si apprestano a difendere il nome di Varese in Italia e nelle Coppe

La Cimberio dello scorso anno, quella degli “Indimenticabili”, ha lasciato in dote alla nuova versione della Pallacanestro Varese tante aspettative e un’inedita prima parte di annata agonistica che ora è alle porte. Si comincia da Vilnius, Lituania, contro i tedeschi dell’Oldenburg, primo di tre passi da compiere per agganciare l’Eurolega. E si prosegue a Siena per la Supercoppa Italiana, con qualche sassolino dalle scarpe da togliere ripensando alle ultime semifinali playoff. Per queste sfide e per quelle più tradizionali di Serie A e Coppa Italia, Varese ha allestito una squadra che ha mantenuto l’ossatura passata cambiando però per forza di cose qualche uomo chiave. Con Frates in panchina (nome che tra la tifoseria lascia qualche dubbio, anche per via di un passato da avversario), a condurre il mercato ci hanno pensato di nuovo Cecco Vescovi e Simone Giofrè, i quali hanno dovuto però fare i conti con un budget non proprio all’altezza dei risultati dello scorso anno. Il materiale a disposizione di Frates rimane però intrigante, pur con qualche incognita (Clark saprà far girare la squadra? Quanto Hassell potrà rimpiazzare Dunston? Ere, senza cambi validi, reggerà l’intera stagione?) cui solo il campo darà una risposta. Proviamo quindi a valutare la squadra sulla base di quanto si è visto in precampionato o di quanto conosciamo dalle passate stagioni: pregi e difetti di ogni uomo agli ordini di Frates.

4 – Marko Scekic (centro – 1981 – 2,07 – Ser)
▲- Il pivot serbo passa da Cantù a Varese per dare solidità al reparto lunghi e un cambio affidabile ad Hassell. Decisamente più interno rispetto al predecessore Talts, Scekic è buon rimbalzista, dotato di buona tecnica in tutti i fondamentali e di un fisico possente, adatto anche per le partite europee nelle quali ha maturato un’ottima esperienza.
▼- L’incognita maggiore, nel suo caso, potrebbe essere quella della tenuta fisica: un serio infortunio al ginocchio gli ha fatto praticamente saltare la stagione 2011/12 e da allora deve convivere con qualche problema all’articolazione. Il raggio di tiro limitato e una mano altalenante dalla lunetta potrebbero essere altri punti deboli.

5 – Dusan SAKOTA
(ala – 1986 – 2,10 – Ser/Gre)
▲- Il gran finale di stagione, dopo qualche mese non esaltante, ha fatto di Sakota uno dei grandi idoli della tifoseria biancorossa. Mano morbida e precisissima nel tiro da fuori ma non solo: Duki ha anche buona intelligenza cestistica e capacità di controllo del corpo che gli permettono di colpire anche in avvicinamento.
▼- Il fisico particolare (alto ma leggero) e la sua storia passata (ha rischiato la morte dopo un infortunio di gioco in seguito a uno scontro) non gli permettono di sostenere scontri troppo duri in area. Ciò ne limita anche l’apporto a rimbalzo e la pericolosità dalla lunetta, visto che raramente va in penetrazione. Comincerà in ritardo il campionato, per via delle tre giornate di squalifica da scontare.

6 – Aubrey COLEMAN (guardia – 1987 – 1,93 – Usa)
▲- Torna in Italia dopo l’ottima esperienza a Biella, nella quali ha messo in mostra tutte le sue doti di bomber. Realizzatore puro, si affida soprattutto alla sua grande velocità che gli permette sia di battere i diretti avversari in palleggio, sia di volare in contropiede. Sa regalare anche schiacciate spettacolari grazie a un’elevazione notevole
▼- Ha perso gran parte della stagione passata tra infortuni, viaggi a vuoto e squadre di secondo piano, cosa che ne potrebbe aver fermato la crescita. Buon difensore, potrebbe comunque avere qualche difficoltà con pari ruolo più potenti. In attacco non ha un tiro affidabile dall’arco: a Biella era poco sotto il 25% di realizzazione.

7 – Erik RUSH (guardia – 1988 – 1,97 – Usa/Sve)
▲- Dopo aver assaggiato la Serie A nella stagione passata, Rush è atteso a un anno più importante dal punto di vista delle cifre e dell’apporto alla squadra. Ha doti fisiche eccellenti che possono aiutarlo sia a rimbalzo sia nelle conclusioni in velocità e una mano educata al tiro.
▼- Nella passata stagione il suo limite maggiore, al di là dell’inesperienza (e gli Europei giocati con la Svezia possono averlo migliorato su questo punto), è sembrato essere la difficoltà nell’interpretare il metro delle partite, soprattuto quelle di alto livello. Non sempre concentrato a dovere, deve migliorare anche nella selezione delle conclusioni.

8 – Keydren CLARK (play – 1984 – 1,80 – Usa)
▲- Se il ruolo dice playmaker, l’attitudine dice canestro. Regista realizzatore (due volte capocannoniere in NCAA!), è capace di fiammate che ribaltano l’andamento della partita grazie soprattutto a un tiro pesante molto pericoloso. Già esperto del campionato italiano grazie ai campionati giocati a Pesaro e Venezia.
▼- Clark è il giocatore che al momento della scelta ha sollevato il maggior numero di dubbi. Non si discute il suo talento né tantomeno la sua capacità di fare canestro, quanto piuttosto il fatto di non essere un play avvezzo a costruire il gioco di squadra. E con realizzatori come Coleman, Ere, Sakota e Hassell ci si aspettava un altro tipo di regista. In precampionato KeeKee ha lavorato più per gli altri che per sé: se riuscisse a migliorare questo aspetto del gioco senza snaturarsi, Varese avrebbe fatto bingo. Altrimenti…

10 – Andrea DE NICOLAO
(play – 1991 – 1,85 – Ita)
▲- Seconda stagione in biancorosso per il play padovano, che alle spalle di Green ha confermato di essere uno dei prospetti italiani più interessanti nel ruolo. Regista di rottura, abile nel cambio di ritmo e nel pungere in difesa, è anche ragazzo intelligente e sa di avere una grande opportunità per crescere ulteriormente. E puntare alla maglia azzurra.
▼- Se la taglia ridotta non gli ha mai dato grandi grattacapi in difesa, il tiro da tre punti lo ha invece tradito nel momento cruciale della stagione, i playoff, quando sono emersi problemi in questo senso ed è stato “battezzato” dalle difese avversarie. Tra gli altri aspetti del gioco, deve provare a dare maggiore continuità offensiva e migliorare nel far girare la squadra. Insomma, studiare da titolare.

17 – Nicola MEI (guardia – 1985 – 1,85 – Ita)
▲- Arrivato per la prima volta in Serie A dopo tanta B1 da protagonista, è chiamato a lavorare sodo in allenamento per far sudare a dovere Coleman. Non avrà grande spazio, ma nei minuti in campo proverà a colpire dall’arco, la specialità della casa.
▼- Il precampionato di Mei non è stato granché esaltante: i limiti fisici, di velocità e di tecnica si sono visti in amichevole. E a 28 anni un miglioramento rilevante avrebbe del miracoloso. Ma il suo compito, appunto, è quello di alzare il livello in palestra.

21 – Franklin HASSELL (centro – 1988 – 2,03 – Usa)
▲-
Ha il compito più ingrato tra i nuovi arrivati, sostituire il fantastico Bryant Dunston, ora all’Olympiacos. Hassell è giocatore diverso: meno esplosivo e verticale è comunque pivot capace di fare canestro anche con spunti tecnici interessanti e con un maggior raggio d’azione rispetto a Dunston. Le cifre israeliane sono sbalorditive anche nei rimbalzi: vediamolo però al “cambio” con il basket italiano.
▼- Alto come Dunston, cioé poco per gli standard dei pivot (2,03), Hassell non ha lo stesso impatto difensivo, anche se qualche stoppata qua e là la piazza anche lui. Discreto nel marcare il diretto avversario, va però verificato all’interno di un sistema organizzato sia negli aiuti della uomo, sia nella zona. E poi deve abituarsi a non perdere concentrazione: nelle amichevoli estive è spesso andato a sprazzi, cosa che Frates gli ha già fatto notare più di una volta.

25 – Ebi ERE – K – (ala – 1981 – 1,95 – Nig/Usa)
▲- Protagonista di una stagione varesina d’esordio al di sopra delle aspettative, nella quale ha meritato la fascia di capitano anche fuori dal campo per le sue doti di leader, è chiamato ora a ripetersi. Lo scorso anno ha fatto canestro, anche a raffica, mostrando atletismo e tecnica, oltre a una difesa spesso di alto profilo.
▼- Dopo mesi straordinari, ha pagato dazio nei playoff anche se gli accoppiamenti (Diawara con Venezia e Moss con Siena) erano forse per Ebi i peggiori di tutto il campionato. Lo scatto contrattuale ne fa il giocatore più pagato di Varese, e quindi anche per questo ci sono tante aspettative. A Caserta la sua seconda stagione fu in calo, speriamo non sia un’abitudine.

33 – Achille POLONARA (ala – 1991 – 2,03 – Ita)
▲- Il soprannome di PolonAir non è speso a caso: Achille fa del gioco in alta quota uno dei suoi punti di forza con il quale riesce a coniugare spettacolo ed efficacia. Ci sono giorni in cui a questo sa aggiungere un buon tiro da fuori (costruito ma vincente) e allora diventa quasi immarcabile. Sta provando a giocare in posizione “3” (ala piccola): se imparerà, avrà un’aggiunta importante alle sue soluzioni.
▼- Lo scorso anno è stato al primo posto nella classifica delle sgridate subite da Vitucci, anche perché Achille non rinuncia a dire la sua opinione quando viene rimbrottato. Segno anche positivo, perché può indicare personalità e non solo supponenza. Talvolta si fa ingolosire dalla possibilità di fare spettacolo e sbaglia modi e tempi, in altre occasioni si innamora troppo dei suoi canestri e si fa infilare in difesa. Poi, appunto, quel tiro che sa essere letale, può anche diventare un boomerang quando non entra. Ma il saldo tra pregi e difetti rimane nettamente a favore della qualità.

Completano la rosa i giovani Shadi AMBROSINI (#13 – guardia, 1995 – 1,88) e Jacopo BALANZONI (#14, ala-centro, 1993 – 2,00) e il camerunense di passaporto sloveno Francois AFFIA AMBADIANG (#15, ala-centro, 1993 – 2,11).

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Pubblicato il 29 Settembre 2013
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