50 soci per salvare la libreria, così continua il sogno di Boragno

L’imminente riapertura del negozio è “frutto di una folle idea che si è dimostrata quella giusta”. Sarà un gruppo di soci a rilevare la società e saranno loro a decidere la trasformazione della storica libreria

«Una volta realizzati, anche i progetti più folli sembrano una passeggiata». Sorride Francesca Boragno ripensando a questi mesi in cui la sua libreria è rimasta chiusa. Ora che tutto sta per ripartire, ora che quei mesi difficili sono alle spalle, ora che una nuova società è pronta a rilevare la storica libreria nel cuore di Busto «quella folle idea si è dimostrata quella giusta». 
Era marzo quando un cartello e uno scarno comunicato annunciavano che il portone di legno del cortile della libreria non si sarebbe più aperto per molto tempo «e in questi mesi sono molte le idee che ci circolavano in mente». Così come erano tanti anche gli attestati di stima e gli inviti a ricominciare da capo. «Il fatto che qualcuno volesse la libreria mi ha sempre gratificata» e proprio per questo il suo destino ha seguito un doppio binario. Da un lato si sono seguite le trattative con chi aveva intenzione di rilevare la libreria mentre dall’altro, in silenzio, ha iniziato a coagularsi un gruppo di persone che erano intenzionate a non lasciare morire quel progetto. E da qui è nata l’idea: l’azionariato popolare. Ogni socio ha sottoscritto una quota da 5.000 euro «che non è una cifra eccessiva» e che permetterà a tutti di avere voce nella nuova società per decidere il futuro della libreria. Certo è che quando il numero di soci si contava sulle dita delle mani «un po’ di preoccupazione c’era, ma oggi siamo pronti a ripartire» con già 30 persone che hanno completato le pratiche burocratiche. «Mentre altri lo stanno per fare». E se non saranno assegnate tutte le quote ancora libere sarà la famiglia Borango a coprire la cifra mancante. 
La ripartenza della libreria «non la voglio vedere come una mia vittoria personale – spiega Francesca – ma come il frutto del lavoro che qui abbiamo fatto in 3 generazioni». Un lavoro che ha trasformato la corte del civico 4 di via Milano in un vero e proprio polo culturale con mostre, presentazioni ed esibizioni. E adesso tutto sarà nelle mani dei nuovi soci. «Saranno loro adecidere cosa fare della libreria, di come trasformarla e renderla competitiva». Perchè una trasformazione è necessaria. «Io stessa stavo pensando a grosse novità prima che la situazione precipitasse» spiega Francesca Boragno perchè «noi dobbiamo fronteggiare dei giganti oltre che ripensare l’idea stessa dei libri». E i libri, sugli scaffali della libreria, non se ne sono mai andati. Da quando le vetrine sono state oscurate «qui dentro il tempo è come se si fosse fermato». Presto, però, ritornerà a correre. Dipenderà tutto dai soci.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 29 Ottobre 2013
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