Letta porta a casa la fiducia, Pdl spaccato

La dichiarazione di voto di Silvio Berlusconi a favore del Governo non è sufficiente a ricompattare il partito, nel pomeriggio riunione dei formigoniani: centrodestra in fermento. Ampia la maggioranza al Governo in carica. Letta insiste su temi europei e crescita

cicchitto sallusti ballaroLa giornata più lunga del governo Letta comincia alle 22 di ieri sera, martedì primo ottobre, a Ballarò (da Il Post, il VIDEO) col direttore del Giornale Sallusti e il parlamentare Cicchitto che si danno rispettivamente del “traditore” e del “picchiatore”; e finisce con Silvio Berlusconi che verso l’ora di pranzo di mercoledì annuncia clamorosamente il suo voto di fiducia al Governo in carica. Tutto e il contrario di tutto in nemmeno 24 ore. Letta esce dalla giornata con un’ampia maggioranza, almeno sulla carta, al Senato, luogo che più preoccupava la tenuta dell’esecutivo: 235 sì.
roberto formigoniMa più che il dietrofront di Berlusconi sull’appoggio al Governo, un vero e proprio coup de théatre si è consumato proprio mentre il Pdl stava in riunione a Palazzo Madama per capire come comportarsi col voto di fiducia che sarebbe avvenuto di lì a poco nel corso della seduta odierna. Il grande terremoto lo ha difatti prodotto nel corso della mattinata la dichiarazione di Roberto Formigoni che ha annunciato la nascita di un nuovo gruppo parlamentare nel pomeriggio, confermata anche successivamente per la Camera.
Chi seguirà Formigoni? Difficile dirlo con certezza, ma è molto probabile che i nomi di questo gruppo – che potrebbe pure diventare partito – nato da una costola del Pdl vi siano il ciellino Lupi, il cattolico integralista Giovanardi, il senatore Quagliariello, oltre, ovviamente, ad Alfano. Una spaccatura che potrebbe costituire la punta di lancia nel cuori dei Berlusconi alla vigilia del voto, sempre in Senato, che potrebbe decretarne la decadenza da senatore e aprire le strade agli effetti giudiziari della sua sentenza di condanna in sede penale per frode fiscale: carcere o servizi sociali.
La situazione era così cristallizzata ieri sera: forte dissidio all’interno del Pdl dopo che l’ala più moderata del partito preferiva un maggior dialogo interno sulle decisioni da prendere soprattutto in seno ai rapporti col Governo, in particolare alla luce dell’annuncio delle dimissioni in massa dei deputati – la scorsa settimana- mentre il premier Letta stava tenendo il suo discorso alle Nazioni Unite.
Il rapido deterioramento delle posizioni interne al Pdl è accelerato dopo le dimissioni annunciate sabato da parte dei ministri berlusconiani presenti nella compagine di Governo, gli stessi che molto criticamente hanno giudicato la scelta di staccare la spina all’esecutivo.
Letta non ha quindi potuto fare altro – in concerto col Quirinale – che presentarsi di fronte alle Camere per una verifica dei numeri, quindi porre la fiducia. E così arriviamo ad oggi: fino alle dichiarazioni di voto, non era per nulla scontato il “sì” al Governo da parte di Berlusconi, sebbene i conti sulla fronda interna al Pdl fossero già ieri sera nell’aria.silvio berlusconi
Dopo l’annuncio di Formigoni della spaccatura avvenuta, Berlusconi ha deciso di giocare la carta della fiducia a Letta. Ore 13.34, il Cavaliere prende la parola al posto di Schifani e annuncia: "Voteremo la fiducia al Governo”. Così, mentre sulla carta il Pdl si è ricompattato votando il “si” al Governo voluto dallo stesso Berlusconi cinque mesi fa, nella sostanza il centrodestra sta vivendo ore di grande spaccatura , a tal punto da costringere il capo a una “ritirata strategica”. Le prossime ore saranno decisive per verificare cosa accadrà in casa del centrodestra.

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Pubblicato il 02 Ottobre 2013
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