Pro Patria, che succede?
La dirigenza continua un silenzio stampa che lascia molte domande senza risposte ai tifosi e agli organi di informazione. Quali scenari ci sono dietro a questa scelta?
Potrebbero essere giorni sereni per la Pro Patria. La prima vittoria allo “Speroni” ha finalmente permesso ai tigrotti di lasciare l’ultima posizione in classifica, la squadra inizia a girare e dal campo arrivano risposte positive, con annessa la crescita di alcuni giovani molto importanti per il progetto biancoblu. Eppure, ancora una volta, qualcosa non va.
La dirigenza ha imposto il silenzio stampa dopo la partita di Vicenza e questa situazione si sta prolungando tra le domande dei tifosi e anche dei diretti interessati, la stampa, perché un motivo vero e proprio per questa scelta non c’è. O almeno non viene rivelato.
La dirigenza, è vero, è stata spesso contestata in primis nella persona del patron Pietro Vavassori (nella foto di R. Blanco, seduto nella curva riservata agli ospiti durante la gara contro il Venezia), ma ultimamente i rapporti tra tifoseria e proprietà si stavano appianando; questo aumenta le domande rimaste fino a oggi senza risposta sul "chiudersi a riccio" della società.
Di solito un silenzio stampa si impone quando l’ambiente può creare problemi ai giocatori distogliendo l’attenzione degli atleti dai problemi di campo, ma in questa occasione qualcosa non quadra. I cuori biancoblu hanno sempre appoggiato Serafini e compagni nonostante un inizio da incubo. I tifosi non hanno preso bene "l’imbavagliata": domenica allo “Speroni”, per la prima volta, sono arrivati cori contro il direttore generale Raffaele Ferrara, e ancora si aspetta la conferenza stampa promessa a Vicenza nella quale la società dovrebbe spiegare i motivi della scelta di chiudere le bocche.
Purtroppo, dopo dieci giorni, si rimane senza valide risposte. L’unico segno dato dalla dirigenza è stato un messaggio sul sito ufficiale che però aumenta le incognite. Quale allora il futuro della Pro? Vavassori vuole vendere? Per ora non ci sono segnali di un’apertura, ma speriamo di avere risposte nel futuro prossimo. E speriamo anche che la situazioni si normalizzi perché in un contesto come questo è molto difficile trovare dei vincitori.
La dirigenza ha imposto il silenzio stampa dopo la partita di Vicenza e questa situazione si sta prolungando tra le domande dei tifosi e anche dei diretti interessati, la stampa, perché un motivo vero e proprio per questa scelta non c’è. O almeno non viene rivelato.
La dirigenza, è vero, è stata spesso contestata in primis nella persona del patron Pietro Vavassori (nella foto di R. Blanco, seduto nella curva riservata agli ospiti durante la gara contro il Venezia), ma ultimamente i rapporti tra tifoseria e proprietà si stavano appianando; questo aumenta le domande rimaste fino a oggi senza risposta sul "chiudersi a riccio" della società.
Di solito un silenzio stampa si impone quando l’ambiente può creare problemi ai giocatori distogliendo l’attenzione degli atleti dai problemi di campo, ma in questa occasione qualcosa non quadra. I cuori biancoblu hanno sempre appoggiato Serafini e compagni nonostante un inizio da incubo. I tifosi non hanno preso bene "l’imbavagliata": domenica allo “Speroni”, per la prima volta, sono arrivati cori contro il direttore generale Raffaele Ferrara, e ancora si aspetta la conferenza stampa promessa a Vicenza nella quale la società dovrebbe spiegare i motivi della scelta di chiudere le bocche.
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