Supercoppa alle porte. Frates: «Sfida intrigante»

L'allenatore della Cimberio parla alla vigilia del match di Siena che vale un trofeo ufficiale. «Montepaschi più pronta, ma noi ci proviamo»

Varese torna a disputare una finale di Supercoppa dopo 13 anni e lo farà sul campo di Siena domani sera, martedì 8 ottobre, con palla a due alle 20,30. Un appuntamento cui la Cimberio arriva dopo l’eliminazione dal torneo di qualificazione all’Eurolega e che rappresenta la possibilità concreta di sollevare un trofeo ufficiale. La squadra si è allenata a Masnago nella tarda mattinata del lunedì prima di partire per la Toscana; parola quindi a coach Fabrizio Frates che ha fatto così una panoramica della situazione a poco più di 24 ore dalla partita.

«Giocare una finale è evento che capita di rado; noi ci siamo grazie alla fantastica annata scorsa e vogliamo provare a vincere. Sappiamo ovviamente che sarà difficile e che partiamo senza i favori del pronostico, anche perché saremo fuori casa contro i campioni d’Italia e i detentori della Coppa. È un bel test e una sfida intrigante: i nuovi arrivati possono subito confrontarsi ad alto livello, chi invece era già a Varese può legittimare la grande stagione passata disputando una bella partita e, magari, sollevare la coppa».

Dal punto di vista fisico, come sta la Cimberio?
«Onestamente abbiamo avuto altri problemi in questi giorni, anche se oggi va un po’ meglio e stiamo gestendo questi guai per scendere in campo al massimo delle forze possibili. Questo vale soprattutto per Scekic (ginocchio) e Hassell (influenza), mentre Sakota (foto sotto – infiammazione a un tendine peggiorata da una botta subita nello stesso punto ndr) ci preoccupa un po’: oggi ha svolto solo una piccola parte di allenamento, domenica si è sottoposto alle terapie. Decidiamo solo all’ultimo momento se e come metterlo in campo

Avete già affrontato due volte Siena in amichevole, e l’impressione è che la Montepaschi abbia già una identità ben definita.
«È vero: sono più giovani dell’anno scorso ma hanno tanto talento, forse più dell’ultima edizione. Hanno lunghi capaci di segnare da diverse posizioni, qualcuno anche da fuori, e possono così aprire l’area per le scorribande di Hackett che va in penetrazione, sa mettersi spalle a canestro e anche attaccare sui pick’n’roll. Nel complesso hanno un buono stato di condizione e sono riusciti a sviluppare una conoscenza reciproca: la sfortuna di Hackett nel non partecipare agli Europei è stata la fortuna di Siena: lui è il capo della squadra e tutti sembrano già integrati attorno a lui». 

Varese invece a che punto è?
«Non ancora pronti del tutto, perché purtroppo il processo di crescita è stato rallentato dai tanti problemi che hanno minato il lavoro quotidiano. Anche per questo ci tenevamo a battere Holdenburg nel match di Vilnius: avremmo "allungato" la preseason contro una squadra forte (il Lietuvos Rytas che poi ha vinto il torneo ndr) e avremmo avuto bisogno di prove simili. A Siena sarà diverso: disputiamo già una finale e dobbiamo trovare motivazioni ed equilibrio per giocare alla pari. Inoltre questa partita ci costringe a prendere il ritmo della settimana con il doppio impegno coppa-campionato, come avverrà da qui in avanti. Dovremo imparare a selezionare bene le cose da fare, alzare l’attenzione in ogni allenamento perché non c’è tempo di preparare a lungo le partite. Infine, dovremo dimenticare subito quel che è successo il giorno precedente: non rilassarsi dopo vittorie, metabolizzare velocemente le sconfitte e ricaricarsi in tempi brevi».

Se Hackett è il "capo" di Siena, chi è il "capo" di Varese?
«In campo deve ancora manifestarsi, anche se per una questione di ruolo il pallino ce l’ha in mano soprattutto KeeKee Clark. In spogliatoio invece sono i nostri pochi veterani a dover fare crescere il gruppo; penso soprattutto a Ere e Scekic che hanno queste caratteristiche di esperienza e di leadership. Però non paragonerei la Cimberio alla Montepaschi in questo senso: Siena a differenza di noi ha proprio costruito la squadra attorno a un giocatore, e cioé ad Hackett, che oltre a essere molto forte ha anche un grande carisma verso i compagni».

A Vilnius, al di là della serataccia di Coleman, ha preoccupato la prestazione di Hassell soprattutto in difesa. Avete lavorato per migliorare questa situazione di gioco?
«Certe difficoltà per Frank sono un problema che conoscevamo fin dal primo giorno. Hassell non ha l’abitudine a un impatto fisico come quello che va sostenuto in Serie A, ma anche nelle coppe europee. In particolare le azioni che partono dal pick’n’roll ci complicano la vita: lo sappiamo e lavoriamo per migliorare su questi meccanismi, ma Frank deve anche aggiungere durezza fisica. Il corpo ce l’ha, deve imparare a usarlo contro giocatori come quelli di Siena che sanno come giocare certe partite».

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Pubblicato il 07 Ottobre 2013
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