“Ul Natale” ha ritirato le reti. L’addio al “re dei pescatori”

Tutta la Lega Nord e tutta Cazzago hanno voluto salutare Natale Giorgetti, presidente della cooperativa dei pescatori del lago di Varese: "Se ne è andato prima di dover smettere di fare ciò che amava"

“Seguitemi. Ed essi tirate le reti a riva lo seguirono” (Mt 4, 19). “Ul Natale” se ne è andato. Lo hanno chiamato il “re dei pescatori” e a giudicare dalla tantissima gente arrivata a Cazzago Brabbia per il suo funerale ci sono andati vicini. Natale Giorgetti è morto a 76 anni, la maggior parte dei quali passati sul suo amato lago di Varese e condivisi con la moglie Angela, sposata più di 50 anni fa.

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Il funerale di Natale Giorgetti 4 di 19

A salutarlo per l’ultima volta sono arrivati in tantissimi. C’era tutto il vertice presente e passato della Lega Nord (Bossi, Maroni, Salvini, Cota, Garavaglia, Galli, Rizzi, Brianza, Bianchi solo per citarne alcuni) in omaggio al figlio Giancarlo, capogruppo alla Camera dei Deputati del Carroccio. C’era chi ha diviso per una vita intera il lago con Natale, “Ul Negus” e “Ul Nesto” su tutti, ma anche i colleghi di Biandronno, Bodio e Bardello. C’erano le forze dell’ordine in divisa, l’assessore regionale allo Sport Rossi e tanti amici degli altri due figli del “Re dei pescatori”, Giuseppe e Francesco. C’erano anche rappresentanti della Pallacanestro Varese e del Varese Calcio, che Natale andava a vedere ogni domenica dal suo posto in Tribuna al Franco Ossola, tra qualche brontolio per i giocatori che non sono più quelli di una volta e qualche applauso al bel gioco: sulla bara, nell’ultimo viaggio fino al vicino cimitero dove riposerà per sempre, c’era una maglietta biancorossa col numero 10 e il nome “Natale”.

Ma soprattutto c’era praticamente tutto il paese, mobilitato per l’occasione con tanto di Protezione Civile e centro chiuso per salutare una vera e propria personalità cazzaghese, senza cariche ufficiali, ma con i galloni guadagnati sul campo, il lago, dove Natale ha lavorato per tutta la vita pescando, remando, pulendo le reti e i pesci, per poi tornare a casa dall’Angela a gustare uno dei suoi mitici piatti. Un uomo vecchio stampo, all’apparenza burbero e di poche parole, serio e concreto, che soffriva a vedere il suo lago in condizioni precarie, che non ha mai smesso di uscire in barca la mattina presto, con i suoi stivaloni gialli, il maglione sformato e il cappellino di lana in stile retrò che non lo abbandonava mai nei mesi freddi e umidi dell’anno.

«Se ne è andato con un sorriso – ha ricordato il figlio Giancarlo, con la voce rotta dalla commozione -. Una volta mi ha detto che aveva calcolato che a remi aveva fatto due volte il giro del mondo. Come ha detto il suo maestro delle scuole elementari Luigi Stadera (presente in chiesa) con lui se ne vanno la saggezza, la prudenza. Io, i miei fratelli e la mamma siamo tutti orgogliosi di te e ti ringraziamo di tutto, con un sorriso». «Se ne è andato prima di dover smettere di fare ciò che amava», ha confidato Francesco. E questa forse è la consolazione maggiore per un re che saluta il suo regno.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 29 Ottobre 2013
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