Forconi, i leader di Varese senza storia politica

La digos sorveglia i presidi ma non emergono aspetti preoccupanti. Il portavoce varesino non ha un partito e si dichiara apolitico. Non risultano fino a oggi ingerenze di ultras o estrema destra. Sono piccoli trasportatori in contatto con i Forconi nazionali

Chi sono i Forconi? I manifestanti che, a Varese, stanno rallentando il traffico, da due giorni, al ponte di Vedano Olona, non hanno alcuna appartenenza politica pregressa. Nel presidio, in questa provincia, non si sono infiltrati né personaggi di estrema destra e nemmeno no global. Forza Nuova, Casapound, o ultrà dello stadio – che invece a Genova e Torino hanno avuto un ruolo – qui non si sono visti. La questura sorveglia il presidio, con un servizio coordinato tra le 5 di mattina e le 24, mentre la notte ci sono le volanti di turno. La digos, da due giorni, sta mantenendo i contatti con il leader locale Cristiano Pala, ma nel suo curriculum politico non risulta nulla, nessuna storia politica.
L’impressione degli agenti più esperti è che le parole d’ordine siano vicine a quelle del movimento di Beppe Grillo (la movimentazione sul web, il presidente della repubblica chiamato “Re Giorgio”, la retorica dei politici che devono andare “tutti a casa”). L’obiettivo immediato del movimento sono le dimissioni di Enrico Letta e del suo governo. E dopo? Non è chiaro. L’uomo che ha presentato i permessi per il presidio, Cristiano Pala, non ha tessere e nemmeno frequentazioni partitiche. E’ lui che ha il contatto diretto con il "Movimento 9 dicembre" di Roma. Oggi erano una decina di persone.

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IL PRESIDIO
Ha fatto richiesta per 5 giorni di manifestazione,
dunque il presidio potrebbe durare fino al prossimo venerdì. Sul posto il direttore di Varesenews Marco Giovannelli lo ha incontrato questa mattina. «Qui non vogliamo bandiere se non quella dell’Italia – ha detto – non vogliamo partiti e nemmeno sindacati. Sono i cittadini che si ribellano e dicono basta a questo stato di cose che fa chiudere le aziende e affama la gente».
Secondo la polizia molti vengono dal mondo dell’autotrasporto, in particolare sarebbero padroncini, strozzati dalla diminuzione del lavoro dovuto alla crisi economica, che ha reso forse ancora più difficile restare a galla, con l’aggravarsi del peso proporzionale di tasse e burocrazia, da qui anche il risentimento verso lo stato. Ma non solo. Ieri Varesenews ha incontrato anche studenti e disoccupati al presidio. Sono pochi, oggi, al ponte di Vedano, ma bastano per rallentare il traffico. Tra i manifestanti anche un giornalista, Marco Valmori, di Jerago. «Sono qui per tanti ragioni ma anche pensando al futuro di mia figlia – ha detto a Marco Giovannelli – Parliamo con la gente e così rallentiamo tutto e ieri c’era una coda fino a Solbiate Arno in autostrada. Il sistema per bloccare il traffico, oltre alla nostra presenza, è garantito da alcuni automezzi pesanti che rallentano e fanno più volte la rotonda. Quattro cinque di questi bloccano tutte le strade». Valmori fa riferimento a uno dei comportamenti notati in queste ore: i camion che, vedendo il presidio e gli striscioni manifestano solidarietà con la protesta, rallentando e aggravando il traffico e le code. Sono minoranze, ma bastano a creare il caos.
 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 10 Dicembre 2013
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