Lavoratori Aermacchi: “Ancora in attesa di incontrare la direzione”
I lavoratori fecero uno sciopero a ottobre contro le nuove assunzioni effettuate dall’azienda all’estero. Ora i sindacati chiedono ulteriori chiarimenti
Tornano a farsi sentire i lavoratori dell’Aermacchi di Venegono Inferiore. L’azienda dove lavorano almeno 1.500 dipendenti era stata oggetto di uno sciopero già nel mese di ottobre, durante il quale i lavoratori chiedevano un maggior coinvolgimento nelle scelte aziendali che riguardavano l’assunzione di nuova manovalanza, che non venisse dall’estero, ma che fosse presa dal territorio. «Mentre stiamo aspettando ormai da un mese di riprendere il confronto con una Direzione a
dir poco “latitante” sulle gravi questioni che abbiamo messo al centro della nostra azione – spiegano i rappresentanti sindacali di Fim-Fiom-Uilm -, veniamo a sapere da alcuni amministratori locali che “qualcuno” sta organizzando un incontro della Direzione con i sindaci del circondario presso lo stabilimento di Venegono. Ci chiediamo cosa ci possa essere sul piatto di questo incontro, oltre agli auguri di Natale».
«Una cosa la sappiamo – proseguono -: dopo mesi in cui abbiamo verificato che da parte di parecchie amministrazioni locali c’era indifferenza sulle questioni sollevate dalla RSU, dopo che i lavoratori e il sindacato si sono esposti anche pubblicamente denunciando la situazione insostenibile sul piano occupazionale, non tollereremo che questo “qualcuno” si svegli improvvisamente e venga a fare la passerella! A cosa è interessato questo “qualcuno”, a mettere magari qualche gagliardetto sulle assunzioni che noi chiediamo a gran voce da tempo e su cui l’azienda continua a tergiversare? Attendiamo che le promesse divengano impegno, che invece del lavoro somministrato o il ricorso agli appalti vengano assunte persone giovani del nostro territorio, utilizzando lo strumento dell’apprendistato, che è la risposta più coerente che possiamo dare alla disoccupazione. Quella in cui viviamo è stata definita “la provincia con le ali”: non può essere uno slogan ma deve continuare ad essere una realtà che dia continuità professionale e di competenze nel nostro territorio».
«Non permetteremo strumentalizzazioni di nessuna natura, tanto meno da parte di certa politica che si è completamente disinteressata di quello che sta succedendo, nell’azienda e nell’indotto- concludono le rappresentanze sindacali -. Questo modo di fare ci sembra orientato a dare reciproca copertura su atteggiamenti negativi e su mancanze sia politiche che aziendali e che appartiene ad una cultura clientelare con cui non abbiamo niente da spartire. La Direzione si assuma le sue responsabilità e ritorni al confronto con la RSU e il Sindacato, mentre la politica torni ad essere Politica con la P maiuscola e sostenga il nostro settore che resta l’ultima fortezza industriale di un territorio che sempre più appare come la Cenerentola della Lombardia».
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