Tormento e la forza del rap: «Ascoltate i contenuti, raccontano un mondo»

Per un’intera generazione è stato un punto di riferimento musicale. Per la storia del rap un artista capace di sconvolgere la scena underground degli anni ’90. Per molti è quello che al Festival di Sanremo del 2001 ha litigato con Staffelli, per altri quello che cantava "La mia coccinella". E ancora oggi Tormento, resta un’icona della cultura hip hop. Dopo l’esperienza di successo con i Sottotono infatti, il rapper ha continuato la carriera da solta.

La città di Varese, dove aveva iniziato a raccontare storie con le rime, l’ha lasciata tempo fa ma il legame è indenne: «Varese sempre nel cuore – dice sorridendo -. Non abito lì da tempo ma il rapporto non è mai finito. Ancora oggi continuo a collaborare con i ragazzi che amano l’hip hop e sono molto contento di sentire voci che emergono, penso a Huga Flame, E-Green, Johnny Marsiglia. Varese è un città che si dà molto da fare ed essere in provincia ha i sui "pro" e i suoi "contro", di certo c’è sempre il mordente che ti spinge ad andare avanti per cercare di cambiare le cose. Lo stesso che avevamo noi».
Proprio pochi giorni fa Tormento è tornato nel Varesotto per girare il video musicale del suo ultimo singolo, "Soul Relax", con una regia tutta varesina, ma per quando riguarda i live bisogna aspettare: «Non ne ho idea, ma credo che non sarà facile organizzare qualcosa a breve».

Tornando ai suoi brani invece, sono parte di un album che Tormento ha deciso di far uscire a modo suo: «Ho scelto di pubblicare un singolo alla volta per un anno. Questo per fare in modo che l’album si possa vivere veramente. Oggi un video pubblicato su YouTube dura due settimane e poi si passa ad altro. Credo che la musica invece, sia qualcosa che tira fuori le emozioni e che ha bisogno del giusto tempo per essere ascoltata. Non so quando uscirà l’album e non penso alla promozione, preferisco che la musica parli da sola…». 

Tormento si racconta con tranquillità, dando la sensazione di essere molto sereno e di avere ben chiari in testa i suoi nuovi progetti. Racconta del rap e della vita, del passato e del presente come se tutto fosse legato da un unico filo, quello dell’hip hop. «E’ una scelta l’hip hop. E’ vivere pensando a ciò che puoi fare nel tuo piccolo per migliorare questo mondo. E’ una cultura nata tra le strade povere per dire che al posto dei coltelli e della violenza si possono usare altre armi per sfidarsi: la musica, il disegno e la danza».
E poi spiega ancora: «Il bello del rap è che ti dà una fotografia della realtà, nel rap ci si rispecchia. I giovani rapper di oggi vanno ascoltati, al di là di come si presenta un brano, va colto il suo contenuto: è quello che ti permette di capire un disagio, di capire come vivono, quali sono le loro difficoltà o le cose che amano». Nessun duro commento quindi sulle nuove generazioni che macinano successi: «Siamo noi adulti a doverci porre delle domande. Quelli della mia generazione hanno visto il paese andare in un degrado incredibile ed è una sconfitta personale, ma bisogna mentenere la calma e fare in modo che ciò che fai serva a migliorare la tua situazione». 

Tormento, all’anagrafe Massimiliano Cellammaro, parla poi del web e della televisione – «che ancora oggi detta "legge"» – e del suo rapporto con la musica: «che non può essere catalogato come vorrebbe fare la Tv perchè essere coerenti, molte volte, può significare proprio cambiamento». Intanto il suo ritorno come rapper è stato molto apprezzato dal mondo dell’hip hop e i suoi video macinano clic. Per il suo album si dovrà aspettare, ma a febbraio annuncia l’uscita del lavoro realizzato con Primo. L’intervista si chiude con una frase che Tormento ha detto, forse senza rendersene conto, che potrebbe riassumere questa chiacchierata: «La forza del rap è che con una frase si può far esplodere un migliaio di persone. E per riuscirci ci vuole trasporto e passione».