Elicotteri all’India, il fiduciario tunisino: “Da qui transitavano i bonifici di Agusta”

Il processo a Giuseppe Orsi e Bruno Spagnolini per corruzione internazionale nell'affare della vendita degli elicotteri al governo indiano prosegue. L'amministratore di Ids Tunisia: "Una scatola vuota dove passavano 500 mila euro al mese"

Nel processo per corruzione internazionale nel quale sono imputati l’ex amministratore delegato di Finmeccanica Giuseppe Orsi e l’amministratore delegato di Agusta Westland Bruno Spagnolini, relativo alla vendita di 12 elicotteri al governo indiano, è il giorno di Hedi Kamoun. Il giovane uomo d’a ffari tunisino era l’amministratore di Ids Tunisia, la società dei consulenti Haschke e Gerosa che riceveva i pagamenti mensili da Agusta Westland per quelle che la difesa sostiene essere delle prestazioni di ingegneria ma che secondo l’accusa sono una parte della maxi-tangente che Orsi e Spagnolini avrebbero pagato tramite i due consulenti, a membri del governo indiano (secondo l’accusa all’allora Capo di Stato Maggiore dell’aviazione militare Sashi Tyagi) al fine di ottenere la commessa da 560 milioni di euro per l’azienda elicotteristica di Cascina Costa.

Hedi Kamoun, con le sue dichiarazioni durante l’esame del pm Eugenio Fusco, ha confermato in sostanza di avere un ruolo di passacarte nell’ambito di Ids Tunisia «che – ha dichiarato invece alla legale della parte civile – aveva solo due dipendenti: io e una segretaria». Ogni mese, ha raccontato Kamoun, arrivava un bonifico da 510 mila euro da Agusta Westland «che io, su richiesta di Haschke e Gerosa, giravo in parte ad una società sempre di proprietà dei due consulenti, la Aeromatrix (circa 100 mila euro per ogni bonifico), e per il resto alla Interstellar (il conto alle Mauritius che fungeva da cassaforte di Haschke, Gerosa e i fratelli Tyagi, ndr)». Gran parte del denaro che Agusta pagava per questi lavori, dunque, si sarebbero volatilizzati alle Mauritius ma da lì in avanti non è chiaro dove siano andati questi soldi. Dalla ricostruzione, inoltre, si capisce che la Ids Tunisia non facesse alcun lavoro per Agusta ma, sempre secondo le dichiarazioni di Kamoun, sarebbe stata la Aeromatrix la società operativa che eseguiva gli ordini che Agusta passava a Ids Tunisia, creata ad arte per gli evidenti vantaggi fiscali.

Kamoun ha poi raccontato come il rapporto di fiducia con Haschke e Gerosa si sia interrotto: «Nel febbraio del 2013 ero a Dubai, molto preoccupato perchè sia Haschke che Gerosa erano spariti da tempo – racconta ancora Kamoun – ricordo che mi chiamò un avvocato di Haschke, tale Jean, il quale mi fece capire che il suo cliente era in difficoltà e aveva bisogno di sapere quanti soldi avevo sul conto della Ids Tunisia. Mi propose di tornare in Tunisia e mi disse che mi avrebbe mandato una fattura via fax da Dubai. Io avrei dovuto fare il bonifico e poi tornare a Dubai dove lui mi avrebbe dato la mia parte». Kamoun racconta che non si presentò al secondo incontro e che, anzi, voleva mettere a disposizione i soldi richiesti da Haschke all’autorità giudiziaria italiana ma nel frattempo era intervenuta la Banca Centrale tunisina che aveva bloccato il conto.

Nel pomeriggio, infine, è stato sentito anche Attilio Garavaglia, ex dirigente di AgustaWestland e poi, dopo la pensione, ex consulente di Ids Tunisia. Sia Kamoun che Garavaglia, come Haschke e Gerosa, sono indagati di reato connesso al procedimento principale su questa vicenda, ancora in fase di indagini preliminari.

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Pubblicato il 23 Gennaio 2014
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