McDonald’s dice sì a Renzi, Alfano è contro

Chi è favore e chi è contro, il dibattito sulla bozza di Job's Act presentata l'altro ieri da Matteo Renzi

Il dibattito sul Job’s Act proposto da Matteo Renzi è per adesso solo politico, ma dal 16 gennaio il Pd preparerà una bozza tecnica entrando nel merito. Lo ha annunciato Matteo Renzi via Twitter.

Ecco cosa prevede

Intanto, ecco gli scheramenti eemrsi dalla proposta di Renzi. Li abbiamo distinti in tre categorie: favorevoli, contrari e…parliamone.

Renzi

FAVOREVOLI

La Ue.
Il commissario al lavoro Laszlo Andor è apparso ottimista: la proposta sembra "andare nella direzione auspicata dall’Ue in questi anni. Aspettiamo i dettagli". Ovvero, "rendere il mercato del lavoro più dinamico ed inclusivo, affrontando i temi delicati della disoccupazione giovanile e dell’occupazione delle donne".

Bonnani (Cisl)

"Il lavoro lo si puo’ creare solo con la buona economia, ma il giudizio sul ‘Jobs Act’ di Renzi e’ positivo. La misura sulla quale sono maggiormente d’accordo è l’idea di dare forza ad un solo contratto eliminando tutti i contratti civetta, tipo le false partite iva che servono solo a pagare meno i giovani".

Angeletti (Uil)
Consideriamo Renzi una risorsa per il Paese e l’unica cosa che per ora possiamo dire è che speriamo che faccia", osserva il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti. "Vuol proporre il contratto unico? Bene.

McDonald’s
La bozza di Jobs Act presentata mercoledì sera da Matteo Renzi piace anche a McDonald’s. A spiegarlo è l’amministratore delegato italiano Roberto Masi: "Una proposta concreta per uscire dall`emergenza occupazione – dice – non sarà ancora completa, ma almeno è una proposta. Non posso che applaudire alla volontà espressa nel documento di renzi di sostenere le imprese che investono e soprattutto che creano lavoro in italia. Noi lo stiamo facendo: 1.000 Nuovi posti di lavoro nel 2013 e altrettanti pianificati nel 2014".

Orfini, Pd
Job’s Act promosso anche da Matteo Orfini, esponente dei Giovani turchi del Partito democratico. "Per ora ci sono i titoli ma è condivisibile l’impianto che non è solo giuslavoristico. Si parla a 360 gradi di come si crea lavoro", ha detto.

CONTRARI

Angelino Alfano (Ncd)
Non è esaltato dalle misure proposte da Renzi: "Il job act? ‘It’s the same old soup’. In questo momento siamo alle perifrasi, è la stessa zuppa di sempre e lo dimostra l’apertura da parte della Cgil”.

Cremaschi, Cgil ex Fiom
Giorgio Cremaschi, membro del Comitato direttivo della Cgil, attacca la "cautela" di Susanna Camusso e le "aperture" di Maurizio Landini perché "ci sono almeno tre ragioni per dire no al Jobs Act di Renzi e per contrastarlo". La prima: "Tutta l’ideologia del progetto è quella liberista di sempre secondo cui per creare lavoro bisogna togliere vincoli alle imprese ed esaltare la globalizzazione"

Sindacati autonomi Usb
"Loro la chiamano ‘l’idea di fare’ a noi sembra molto ‘l’idea del disfare’". Questo il giudizio sul Jobs Act di Matteo Renzi espresso da Pierpaolo Leonardi, dell’Esecutivo Nazionale Usb, secondo cui si "vuole chiudere con la storia dello Statuto dei Lavoratori per aprire a una nuova stagione in cui il capitale possa disporre liberamente del lavoro e dei lavoratori".

Brunetta (Forza Italia)
In una nota, Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia definisce il Job’s Act un testo che "sembra scritto da dilettanti allo sbaraglio, un po’ furbetti, un po’ opportunisti, sicuramente molto pasticcioni".

Salvini (Lega)
"Il ‘piano per il lavoro’ di Renzi? Ho due grossi dubbi. Non dice dove prenderà i soldi che servono. Non mette in discussione l’Unione europea e l’euro, che sono i veri ostacoli per la ripresa di lavoro e stipendi. E infatti, l’Europa ‘promuove’ le proposte di ‘Renzie’… Chi si somiglia, si piglia".

5 Stelle
”Piuttosto scettico l’atteggiamento del Movimento 5 Stelle, il quale ha fatto notare come lo strumento migliore sarebbe il reddito di cittadinanza. A parlare a nome di tutti gli esponenti del partito è stata Paola Taverna, ormai ex capogruppo dei grillini al Senato”.

PARLIAMONE 

Susanna Camusso, segretario generale Cgil
"Il dibattito politico finalmente parla di lavoro e il più grande partito del centrosinistra sta impegnandosi a fare proposte", dice il leader della Cgil, intervenendo all’assemblea regionale toscana dei quadri e dei dirigenti del sindacato. "Che si dica esplicitamente che bisogna ridurre le forme del lavoro è una novità assolutamente inaspettata: fino ad oggi lo dicevamo solo noi". Ma al tg3 ha aggiunto: “Speravo in una maggiore ambizione”

Landini (Fiom Cgil)
Preferirei parlare in italiano. Il leader della Fiom, Maurizio Landini, spiega di non aver ancora letto il documento, "C’è bisogno di un piano per il lavoro, di riprendere gli investimenti, di individuare quali sono i soggetti, di tassare i patrimoni e le rendite, di recuperare i soldi, di estendere gli ammortizzatori sociali a chi non li ha. Se le proposte vanno in questa direzione penso sia utile che finalmente si torni a discutere".

Ministro Zanonato Pd
Anche per il ministro dello Sviluppo Economico, Flavio Zanonato, se i punti del Jobs Act sono condivisibili, il problema sono le coperture. "Un problema non banale – dice a margine di un incontro a Venezia -. Ad esempio, per ridurre del 10% il costo dell’energia bisogna trovare 4,2 miliardi".

Ichino (Scelta civica)
"Bene Renzi, ma non tiri freno a mano". Sulle proposte di Renzi interviene anche Pietro Ichino, senatore di Scelta Civica intervistato da Radio Anch’io. "Matteo Renzi si muove con le sue proposte nella direzione giusta. Vedo però che c’è una frenata rispetto ai tempi inizialmente prospettati per le riforme e quindi una carenza di tempestività per gli interventi necessari".

Ministro del lavoro, Giovannini
La proposta di Renzi sulla natura dei contratti e le tutele ad essi collegati non è nuova, ma va dettagliata meglio". Lo dice il ministro del Lavoro Enrico Giovannini
 

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Pubblicato il 10 Gennaio 2014
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