Attenta Cimberio: “Brindisi in casa non muore mai”

Intervista a Marino Petrelli, giornalista che segue i pugliesi sui campi di tutta Italia. «In questo momento la Enel ha qualche carenza di organico, ma al PalaPentassuglia è dura per tutti»

Se Sassari è certamente la squadra del momento ma non si può incasellare tra le rivelazioni di questa Serie A, Brindisi è a pieno titolo la formazione che più ha sorpreso in questo campionato giunto quasi a tre quarti della propria stagione regolare. Per capire cosa aspetta la Cimberio domenica al PalaPentassuglia abbiamo interpellato Marino Petrelli (foto a lato), giornalista che segue da tante stagioni i biancoazzurri pugliesi e che dirige Supporter’s Magazine, rivista distribuita al palasport ma anche sito che tratta con respiro più ampio l’attualità del basket italiano.

Marino, iniziamo dallo stato di salute dell’Enel che la Cimberio si troverà di fronte.
«In questo momento Brindisi è squadra un po’ corta a livello di rotazioni, e questo si è visto nella sconfitta di sabato scorso a Reggio Emilia quando, per esempio, Dyson è arrivato spremuto alla fine e non ha avuto la lucidità necessaria. In questo senso l’infortunio a Bulleri ha pesato molto, anche se contro Varese esordirà Darryl Joshua Jackson, playmaker ingaggiato proprio per sostituire l’ex azzurro. Anche sotto canestro in questo momento manca qualcosa: Chiotti, preso da Milano per sostituire Aminu, sta deludendo tanto che Bucchi preferisce iniziare la partita con James ala forte e Zerini pivot. Todic sta facendo molto bene come cambio dei lunghi, ma in generale servirebbe qualche momento di riposo in più per i titolari. Anche Formenti, che a Varese giocò bene, è alle prese con un infortunio».

Si gioca però su un campo caldo e sempre tutto esaurito, un’arma importante per Brindisi.
«Senz’altro: al PalaPentassuglia c’è sempre il pienone (la capienza è 3.500 posti ndr) e anche per la partita con Varese la società ha dovuto declinare qualche richiesta di biglietti proveniente da fuori. Da un lato un impianto così è un handicap per la società a livello di incassi e organizzazione, dall’altro però permette alla squadra di giocare in un ambiente favorevole, che sa spingere i giocatori in modo particolare. Non a caso la Enel in casa è durissima a morire e ha perso solo, a sorpresa, con Montegranaro. Qui sono cadute Milano, Sassari e Cantù tanto per fare qualche esempio».

Nel ruolo chiave di playmaker la Enel ha uno dei giocatori più interessanti del campionato, Jerome Dyson, regista di 1,91 con tante qualità. È lui "l’uomo franchigia"?
«Non so se quella è la definizione esatta, ma certamente è molto importante sia a livello sportivo sia sotto il profilo del carisma. Dyson (nella foto di S. Raso) sa giocare bene sia con il pick’n’roll sia in uno contro uno, ma possiede anche un ottima visione di gioco (3,4 assist di media ndr) oltre ovviamente a essere un buon realizzatore (16,2 punti). Sta andando oltre alle aspettative che si avevano in estate, anche se come ho accennato prima avrebbe bisogno di un minutaggio un po’ inferiore per mantenere lucidità nel finale di gara. Gli è mancato un po’ di killer instinct per questo motivo, vedremo se l’innesto di Jackson lo aiuterà e gli permetterà di giocare qualche minuto da guardia. In spogliatoio inoltre Dyson è, con Campbell e Bulleri, una presenza fondamentale. La società vorrebbe confermarlo, ma sappiamo che dopo un’annata simile il suo stipendio salirà: stiamo a vedere quanto».

Brindisi è stata in testa al campionato sino alla scorsa giornata e rimane ben salda nelle zone altissime: fino a dove vuole arrivare?
«Più in alto possibile. Abbiamo la consapevolezza che Milano è più forte così come, probabilmente, Cantù, e che Sassari può salire ancora con l’entusiasmo che deriva dalla vittoria in Coppa Italia. Però l’Enel vuole giocarsi tutte le proprie carte, fino all’ultimo pallone».

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Pubblicato il 27 Febbraio 2014
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