Centro sportivo, gelosie e ricorsi per un pasticcio senza fine

Ricorsi, bandi sbagliati, ripicche e gelosie tra due società sportive che bloccano parte della macchina comunale da mesi. E il Comune non può nemmeno chiudere il centro sportivo

Il pasticcio del campo sportivo di Lavena Ponte Tresa non finisce mai di riservare sorprese. Eravamo rimasti al punto che il primo bando era stato annullato dal Tar della Lombardia e il Comune si era preso carico della struttura, permettendo alle squadre del paese di confine di allenarsi e giocare le rispettive gare di campionato. Tra dicembre e gennaio l’amministrazione comunale ha deciso di affidare in via diretta la gestione del centro sportivo Calvi Roncoroni all’Olimpia 2002, la più giovane delle società contendenti, ma anche quella con la stragrande maggioranza dei tesserati (120 circa contro 23/30 della Lavena Tresiana, la rivale): questa scelta è nata per i problemi di gestione “interna” del centro sportivo, con lamentele plurime e l’oggettivo problema di garantire un servizio degno con un solo operaio a disposizione del Comune. Ma nemmeno questa decisione è andata bene, ed è scattato un nuovo ricorso al Tar da parte della Lavena Tresiana che ha portato alla sospensione del provvedimento con decisione del tribunale regionale fissata per il 25 febbraio. A questo punto il sindaco Pietro Roncoroni ha deciso di chiudere il centro sportivo vietando a tutte le squadre di entrarci (oltre alle due contendenti ci sono anche le due del Csi), ma anche qui è scattato il ricorso al Tar col tribunale che impedisce la chiusura: «Non so veramente cosa dire – spiega Roncoroni -. La notizia mi coglie di sorpresa ed è arrivata ad uffici comunali chiusi, quindi non ho in mano le carte. Di certo è una decisione che non comprendo: chiudo non per un capriccio, ma perchè non posso garantire la sicurezza e le condizioni necessarie per lo svolgimento dell’attività sportiva. Stiamo lavorando al nuovo bando, pensavamo di aver fatto una cosa corretta affidando la gestione della struttura a chi la usa effettivamente, visto che la Lavena ha una convenzione con un centro a Cremenaga. Invece si mettono nuovi bastoni tra le ruote, pretestuosamente: per piccole gelosie si creano problemi agli atleti, soprattutto ai più piccoli. Possono farlo per carità, è nel diritto di tutti di criticare e ricorrere al Tar. Mi dispiace soprattutto perchè sia io che molti dei miei colleghi amministratori veniamo dalla Lavena Tresiana e siamo stati dirigenti di quella società per anni e anni. Questo tira e molla ci sta costando svariate migliaia di euro».

Dalle minoranze arrivano le bordate del gruppo Fai vincere il Paese, con i consiglieri Massimo Mastromarino e Valentina Boniotto che attaccano l’amministrazione comunale, accusandola di «non aver ascoltato le istanze dell’opposizione, di fare gli interessi particolari di qualcuno e di non pensare al bene del Paese – spiegano -. C’è una palese ingiustizia nel modo di amministrare».

«Non facciamo l’interesse di nessuno – contrattacca l’assessore allo Sport Pietro Muraca -. Io sono parte lesa prima di altri, visto che con i miei ragazzi del Csi non posso giocare sul campo di casa. In 10 giorni di affidamento diretto l’Olimpia ha dipinto e piastrellato gli spogliatoi, cosa che noi come Comune non potevamo fare. Adesso aspettiamo il nuovo bando, che dovrebbe arrivare entro la fine del mese. Il Comune ha sempre lavorato per favorire i bambini che giocano a pallone, mentre i ricorsi continui vanno proprio in direzione opposta».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 01 Febbraio 2014
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