Cimberio travolta in casa, la gente se la prende con Frates
Sassari passa a Masnago segnando a raffica (91-112) e tirando con un clamoroso 74% dall'arco dei tre punti. L'allenatore biancorosso torna nel mirino dei tifosi, ma anche la squadra non è esente da colpe
Se fuori dal PalaWhirlpool batte un sole primaverile, all’interno dell’impianto di Masnago è tutto un diluvio. Piovono triple e provengono tutte dalle mani dei giocatori di Sassari: la squadra di Meo Sacchetti – applauditissimo – travolge la Cimberio segnando 112 punti (a 91) e mettendo a segno ben 17 bombe su 23 tentativi per un fantasmagorico 74%. Prestazione da record quella dei sardi: mai nessuno in stagione regolare nel massimo campionato era arrivato a tanto, e i rari risultati migliori appartengono a un’altra epoca con pochissimi tentativi dall’arco, che allora era disegnato mezzo metro più avanti.
Insomma: il Banco di Sardegna ha trionfato con tanti meriti propri, anche se a questi vanno assommati i demeriti di una Cimberio sconfitta per la quinta volta in casa su dieci partita di campionato. C’è di più: il risultato di oggi riapre una contestazione feroce del pubblico – la curva, ma non solo – verso Fabrizio Frates, con la rabbia che esplode sul finire del terzo periodo in occasione di una sostituzione di De Nicolao. Da lì in avanti – e Varese era appena tornata a -7 riaprendo la partita – non c’è stata più partita, con Sassari che non ha più sbagliato nulla a dispetto di una Cimberio in bambola completa. Finale surreale, con Sacchetti e Diener osannati dai tifosi di casa che hanno invece accompagnato con fischi e insulti l’uscita di Frates. Applausi timidi, nonostante tutto, per i giocatori in biancorosso che però questa sera andrebbero messi sullo stesso piano del tecnico, vista la disfatta e gli errori commessi dai “beniamini” di Masnago. Dal discorso sulle colpe è esentato lo strepitoso Banks, 28 punti dopo una partita eccellente, ma tutti gli altri a vario livello hanno peccati da espiare. E la contestazione a Frates non deve essere una scusa per gente che, a livello sportivo, è stata umiliata sul proprio campo (su tutti il disastroso Ere) a prescindere dalla guida tecnica.
COLPO D’OCCHIO – L’orario anticipato e la diretta in streaming non tengono lontani i tifosi dal PalaWhirlpool: quasi 4.500 sugli spalti per la partita tra la Cimberio e il Banco Sardegna guidato in panchina da Meo Sacchetti (foto di S. Raso). Per lui l’applauso più lungo alla presentazione delle squadre, ma bella è anche l’accoglienza a Drake Diener, premiato prima della partita per la sua attività agonistica nonostante abbia sofferto del Morbo di Chron.
PALLA A DUE – Varese si presenta all’appuntamento senza Marko Scekic, a letto malato fin da lunedì scorso. Il quintetto è il consueto ma l’ex di turno Linton Johnson è senza la sua riserva naturale. Sassari invece di pivot ne ha fin troppi, dopo gli arrivi di Gordon ed Eze con quest’ultimo all’esordio con la maglia dei sardi.
LA PARTITA – Avvio vivace e produttivo da ambo le parti: la Cimberio regge il primo impatto ma la sensazione è da subito quella sbagliata, perché provare a correre sui ritmi di Sassari era cosa da evitare come la peste, secondo il piano partita. E infatti le prime forzature biancorosse – tripla sbagliata da un Ere solissimo, rigore fallito da Johnson sotto canestro – permettono al Banco di correre in campo aperto e colpire da fuori o in transizione. Caleb Green e Thomas sono protagonisti mentre Varese si affida a Banks ma alla prima pausa ha già oltre 30 punti in fondo alla retina: 20-31.
Nella breve pausa contestazione della Nord all’elezione di Minucci a presidente di Lega, una scelta avallata anche dai dirigenti varesini a loro volta nel mirino dello striscione polemico esposto in curva.
L’avvio di secondo quarto è forse il miglior momento per i padroni di casa: Rush per un attimo riesce a fermare Drake Diener, Banks è scatenato e guadagna anche un antisportivo mentre la tripla di Sakota vale il -1 (31-32). Qui però l’ondata si ferma: la Cimberio fallisce due possessi consecutivi per il sorpasso e Sassari, tirato il fiato, torna a colpire a ripetizione. Nel finale del quarto il divario torna a farsi pesante con Drake che la chiude da campione per il 44-54 dell’intervallo.
Al rientro però Varese prosegue a scivolare in basso: tolto un bel canestro di Banks per i biancorossi arrivano solo errori mentre dall’altra parte i cugini Diener proseguono a martellare con l’aiuto di Caleb Green. Pare già chiusa, ma un Banks gigantesco segna 7 punti con tre possessi (clamorosa una schiacciata sulla linea di fondo) e rimette Varese in linea di galleggiamento intorno al 28′. Mentre però Sakota va in lunetta per il -7 scoppia il putiferio: il pubblico non digerisce la sostituzione tra De Nicolao e Rush (ma il play in difesa era stato crocifisso da Drake Diener) e comincia a inveire contro Frates. In campo la squadra perde la bussola e nei pochi minuti rimanenti Sassari torna ad allungare nettamente (65-80).
IL FINALE – L’ultimo quarto è irreale: la Cimberio segna solo con Ere che aggiusta le statistiche, ma ormai conta di più quanto accade sulle tribune, dove la rabbia verso Frates – repressa dalle vittorie di Reggio e Venezia – torna a esplodere. C’è chi insulta, chi fischia e chi se ne va mentre pochi metri più sotto anche Brian Sacchetti colpisce con le triple. Sassari valica i 20 di vantaggio con una schiacciata di Gordon, la Cimberio è spazzata via da 112 punti in una volta sola. Il treno playoff pare definitivamente andato, la serenità pure: adesso la gente è davvero inferocita.
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