Il dissesto idrogeologico in provincia paese per paese

Il report di Legamebiente e Prociv: bocciate Cassano Magnago, Samarate, Solbiate Arno e Varese. Promosse Castiglione Olona, Porto Ceresio, Gallarate, Lozza. Eccellenza Castelveccana, quarta a livello nazionale

Bocciate Cassano Magnago, Samarate, Solbiate Arno e Varese. Più che sufficienti Laveno Mombello, Somma Lombardo, Malnate, Arcisate. Promosse Castiglione Olona, Porto Ceresio, Gallarate, Lozza. Fino all’eccellenza di Castelveccana, quarta a livello nazionale.
Sono alcune delle pagelle contenute nel Rappoto Ecosistema Rischio realizzato da Legambiente e Dipartimento della Protezione Civile per monitorare l’operato delle Amministrazioni Comunali sulla mitigazione del rischio idrogeologico. Una classifica dello stato di sicurezza dei Comuni con l’obiettivo di sensibilizzare opinione pubblica ed istituzioni, valorizzare le buone pratiche e sollecitare interventi.

Le amministrazioni comunali, infatti, come spiega il dossier, possono intervenire per contrastare il dissesto idrogeologico in due diversi settori: da una parte nelle attività ordinarie legate alle gestione del territorio (manutenzione, pianificazione urbanistica, delocalizzazione di abitazioni e di altri fabbricati dalle aree a rischio), dall’altra nella redazione dei piani di emergenza, che devono essere aggiornati e conosciuti dalla popolazione, e nell’organizzazione locale di protezione civile.

“E’ indispensabile operare a lungo termine per rendere il territorio più sicuro e non vulnerabile – commenta il coordinatore dei circoli Legambiente della provincia di Varese Alberto Minazzi -, ma anche essere capaci di intervenire prontamente in situazioni di emergenza. Se è ormai chiaro nell’amplificazione del rischio il ruolo determinante dell’eccessivo consumo di suolo, dell’urbanizzazione diffusa e caotica e dell’alterazione delle dinamiche naturali dei fiumi, le politiche di mitigazione troppo spesso faticano a diffondersi. Nella nostra provincia sono stati fatti molti passi avanti, ma, come dimostra il rapporto, spesso non sono sufficienti”.

“Ecosistema Rischio” fotografa dunque la presenza in zone a rischio di industrie, case, strutture sensibili, turistiche, commerciali e addirittura di quartieri. E stila una classifica in base ad alcuni criteri come la realizzazione della manutenzione ordinaria delle sponde, di opere di difesa idraulica e di messa in sicurezza, la delocalizzazione, il monitoraggio costante. E poi la presenza di un Piano di emergenza comunale aggiornato negli ultimi due anni (come prevede la legge), il recepimento del Piano di Assetto Idrogeologico, la promozione di attività di informazione e sensibilizzazione della popolazione e lo svolgimento di esercitazioni. Una parte importante, infine, è relativa all’organizzazione e articolazione del sistema di protezione civile.

Come detto, l’eccellenza in provincia di Varese è Castelveccana che ottiene un 9 pieno, dovuto al fatto che rispetta tutti i requisiti presi in considerazione nel dossier. Bene anche Lozza (8,5), Cuvio, Gallarate e Cugliate Fabiasco (tutte e tre con 8) per gli interventi di mitigazione del rischio, l’informazione, la pianificazione e l’attività di protezione civile. Sopra il 7 si trovano poi Castiglione Olona, Tronzano, Porto Ceresio e Dumenza.
Molto negativa la situazione di Cassano Magnago, che raggiunge appena il 4,25: la presenza di industrie, strutture e quartieri in aree a rischio è aggravata dalla mancanza di delocalizzazioni e dall’insufficienza di azioni di informazione, sensibilizzazione e da esercitazioni. E soprattutto la città è priva di un Piano d’emergenza aggiornato.
Non brillano neppure Solbiate Arno e Samarate (4,75 ad entrambe): la prima ha case in aree a rischio ed è carente nella pianificazione, nel monitoraggio e nelle opere di messa in sicurezza, la seconda ha quartieri e industrie e soffre all’incirca delle stesse crticità. Anche Varese viene giudicata insufficiente. Il capoluogo di provincia ha case, industrie e strutture in zone a rischio idrogeologico, ha messo in campo azioni di messa in sicurezza, manutenzione delle sponde e opere di difesa idraulica ma non ha recepito il sistema di allertamento regionale ed è ancora privo di un piano comunale di emergenza aggiornato.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 24 Febbraio 2014
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