Pd, ora c’è Renzi ma la base scalpita

Assemblea provinciale molto vivace, con gli interventi di Nicodemo e Bonafè a difesa del neo premier e molto dibattito in sala. I civatiani molto duri

Un po’ di smarrimento, è inutile negarlo, c’è. Lo dice anche Simona Bonafè, l’onorevole renziana, che all’assemblea di Varese del Pd prende la parola, dicendo candidamente che anche lei è stata colta di sorpresa dalla decisione di Renzi di sostituire Enrico Letta. Ora, però, il Pd è sospeso tra chi ha imbracciato con decisione il nuovo corso di Renzi Presidente, e chi invece è ancora un po’ tramortito da quanto accaduto o chi infine annuncia battaglia contro questa decisione (una minoranza). (foto Pietro Di Bari, da pagina facebook Pd Varese).

Alla prima squadra vanno ascritti i renziani ultradoc, ad esempio Simona Bonafé e Francesco Nicodemo: la prima ex portavoce di Renzi, onorevole (vive a Scandicci ma originaria di Azzate ed è stata eletta in Lombardia), il secondo rsponsabile nazionale della comunicazione. All’assemblea degli iscritti del Pd, a villa Cagnola di Gazzada, c’era il segretario regionale Alessandro Alfieri ma l’ospite d’onore era Francesco Nicodemo, 35 anni, che ha difeso a spada tratta l’operazione governista. E anzi, ha rivendicato tutta la diversità politica di Renzi, il suo essere “barbarico” rispetto alla politica tradizionale e quindi sbrigativo, persino feroce, ma in sintonia con quello che pensa la gente, il parrucchiere sotto casa, le persone comuni che incontri nei bus, alla metro, al caffè. L’intervento di Nicodemo, che ha premesso di amare le assemblee con gli scontri, perché gli ricordano quelle dei collettivi studenteschi, è stato forte: e infatti alcuni militanti lo hanno contestato e gli hanno risposto a muro duro. Nicodemo, un po’ pasdaran ma molto politico, si è battuto a viso aperto, tanto che in serata ha twittato, in perfetto stile renziano, alla segreteria provinciale, un messaggio di soddisfazione per la bella giornata. Simona Bonafè ha sottolineato l’urgenza di fare presto per rispondere alle esigenze degli italiani e osservato che a Roma non si poteva fare altrimenti. Nella pattuglia dei positivi il segretario provinciale Samuele Astuti, che ha coraggiosamente convocato l’assemblea ancora a cadavere di Letta caldo (politicamente parlando, si intende). Il segretario è rimasto nel solco della linea nazionale ma stando attento ad includere tutte le sensibilità della base. L’ex segretario provinciale Stefano Tosi ha sottolineato che l’operazione è stata problematica, ha chiesto di ringraziare Letta, ma ha chiesto altresì unità. La senatrice D’Adda è stata molto critica ma per disciplina di partito ha invocato il voto favorevole a Renzi. Più convinti della linea il senatore Angelo Senaldi e l’onorevole Maria Chiara Gadda. L’ex consigliere regionale Giuseppe Adamoli è tra quelli che ha visto con sofferenza il passaggio al governo di Renzi ma rimane positivo con il leader (nel blog scrive che ha sospeso il giudizio). I contrari sono invece i civatiani. Mauro Sarzi Amadè è stato durissimo e ha affermato che con la stessa maggioranza in parlamento, non ci sarà un cambio di politica. Più indecifrabile la posizione dei cuperliani. Gianfranco Maran di Daverio ha chiesto la costruzione di coordinamenti anti Renzi, ma la maggioranza degli ex bersaniani sta puntando più a conservare un’agibilità politica nel partito, senza drammatizzare lo scontro e in attesa di capire dove andrà a finire Renzi. Tra gli altri sono intervenuti anche i segretari di Varese, l’ex Roberto Molinari e l’attuale Luca Paris.  

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Pubblicato il 22 Febbraio 2014
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