Sparatoria ed evasione, in fuga un detenuto. Morto un bandito

Conflitto a fuoco tra via Milano e via Galvaligi. Due agenti della polizia penitenziaria sono rimasti lievemente feriti. Il bandito deceduto è il fratello dell'evaso

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Assalto ad un furgone della polizia penitenziaria, un detenuto evaso, un bandito morto ed uno arrestato e due uomini feriti.
È successo a Gallarate nel pomeriggio di oggi, lunedì 3 febbraio, a due passi da Tribunale e Commissariato, tra viale Milano e via Galvaligi. Il commando, composto da più tre persone armate, è entrato in azione intorno alle 15, ha liberato il detenuto, che doveva essere portato in carcere a Busto Arsizio: si tratta di Domenico Cutrì, 32 anni, ergastolano in carcere dal 2006. In seguito al conflitto a fuoco sono rimasti leggermente feriti due agenti della polizia penitenziaria (uno con trauma cranico e uno con abrasione corneale, entrambi sono sotto choc ma sono stati già in serata dimessi dall’ospedale con prognosi di 15 e 8 giorni). Sul posto carabinieri, polizia di stato e polizia penitenziaria. Il detenuto evaso e i suoi complici sono fuggiti a bordo di una Volkswagen Polo nera, poi abbandonata e sostituita da un’altra auto, una Citroen C3. I residenti della zona hanno detto di aver sentito prima alcuni colpi isolati, poi alcune raffiche. Uno dei componenti del commando è morto nell’ospedale di Magenta: si tratta del fratello dell’evaso, Antonino Cutrì, portato in fin di vita al pronto soccorso dalla madre, residente a Cuggiono. Un altro bandito, ferito nella sparatoria, è stato arrestato poco lontano.

LA DINAMICA

Cutrì (nella foto tratta da www.novara.com) era stato trasportato in carcere a Busto Arsizio, trasferito da Saluzzo, dove avrebbe organizzato un altro piano per evadere. In tribunale a Gallarate doveva comparire per un processo che lo vede accusato di truffa (assegni falsi). Il furgone con a bordo il detenuto è arrivato alle 15 davanti al Tribunale di Gallarate. Qui gli agenti sono scesi dal furgone e si sono trovati davanti la Polo Nera con a bordo 4 persone armate. Una di queste ha preso un ostaggio (le forze dell’ordine stanno verificando se si tratta veramente di un ostaggio o di un complice) e ha intimato pistola alla mano agli agenti di liberare Cutrì; un altro ha spruzzato negli occhi di un agente dello spray al peperoncino per poi caricare a bordo dell’auto il detenuto. Ne è seguito un conflitto a fuoco con numerosi colpi esplosi. Poco lontano la Polo nera è stata abbandonata e il commando con l’evaso a bordo è fuggito con un’altra autovettura, una Citroen C3. Uno dei banditi, Antonino Cutrì, fratello dell’evaso, è stato portato in ospedale dalla madre, residente a Cuggiono, ed è morto poco dopo il suo arrivo al pronto soccorso.

LA TESTIMONIANZA – "HO SENTITO GLI SPARI E MI SONO GETTATO A TERRA"

CHI È L’EVASO

Domenico Cutrì ha 32 anni ed è in carcere dal 2006 per l’omicidio di Luchasz Kobrzeniecki, giovane polacco, avvenuto a Trecate la sera del 16 giugno 2006. Cutrì, calabrese nativo di Inveruno, è accusato di essere il mandante dell’omicidio e di aver guidato l’auto dalla quale partirono i colpi sparati da Manuel Martelli. La vittima sarebbe stato un rivale in amore di Cutrì. L’ergastolo è stato confermato in secondo grado nel 2012. Oltre a Cutrì, per l’omicidio sono stati condannati Manuel Martelli, ritenuto l’autore materiale dell’omicidio, condannato a 16 anni con il rito abbreviato. Tre anni per favoreggiamento anche a Luca Greco, all’epoca dei fatti titolare di un bar a Trecate: fornì un falso alibi a Cutrì depistando le indagini.

LA MAPPA DELLA SPARATORIA

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Pubblicato il 03 Febbraio 2014
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