Tasse, credito, appalti e territorio. Le proposte di Confartigianato per le amministrative

Sono i quattro pilastri su cui fondare un nuovo patto sociale tra amministratori e comunità di riferimento. Galli: «I Comuni devono fare scelte eque e sostenibili in modo trasparente, soprattutto nella gestione dei costi e dell’utilizzo delle risorse a favore di cittadini e imprese»

«Siamo attori sociali del territorio e vogliamo interagire con le amministrazioni con uno spirito collaborativo». La squadra di Confartigianato Imprese Varese è schierata con tutti i responsabili di area al completo e il presidente, Davide Galli, al centro. Uno schieramento «a zona» con cui gli artigiani intendono giocare un ruolo importante nella prossima partita delle elezioni amministrative.
Lo schema enunciato da Galli è composto da quattro proposte da fare ai futuri amministratori con l’obiettivo di impattare positivamente sia sulle imprese, in termini di competitività e sviluppo, sia sui cittadini, in termini di qualità della vita. Quest’ultimo passaggio non è per niente scontato e forse incarna una di quelle trasformazioni tanto auspicate anche nel sistema della rappresentanza che si fa portavoce di istanze che vanno ben oltre il semplice rapporto impresa e territorio per guardare a tutte le relazioni tra i vari attori sociali di un sistema. (foto, da destra: Rolandi, Gasparri e Galli)

Responsabilità, trasparenza, fare rete e dialogo sono dunque i quattro pilastri su cui fondare un nuovo patto sociale tra amministratori e imprenditori, o meglio, tra amministrazioni e comunità di riferimento. «I Comuni devono fare scelte eque e sostenibili mettendo al centro l’impresa – dice Galli – e devono cercare di farlo in modo trasparente, soprattutto nella gestione dei costi e dell’utilizzo delle risorse a favore di cittadini e imprese. Occorre inoltre ottimizzare i centri di costo e di spesa favorendo i processi di fusione tra i comuni più piccoli. Tutto questo sarà possibile se ci sarà un dialogo tra i vari attori sociali, comprese scuole e università, per mettere in rete progetti e idee».

C’è un’esperienza di oltre settant’annni che Confartigianato  puo’ mettere a disposizione dell’intera comunità  fin da subito attraverso l’”Agenzia delle imprese”, una vera e propria “start-up” nata all’interno dell’associazione per accompagnare i neoimprenditori nell’iter di avvio di un’impresa con un notevole snellimento burocratico. Una semplificazione dal basso che Paolo Rolandi, referente di Gallarate, inquadra in un rapporto di sussidiarietà con le amministrazioni. «Noi ci proponiamo come struttura accreditata – dice Rolandi – in grado di sgravare i Comuni di un impegno che richiede competenze e quindi risorse aggiuntive. Un ruolo che noi possiamo svolgere con una semplice convenzione».

Confartigianato guarda alla comunità nel suo insieme perché la competitività e le possibilità di sviluppo crescono solo se c’è uno sforzo corale.  È una visione da weconomy (leggi anche "Weconomy, il tramonto del cumendain linea con i tempi che però non rinuncia ad alcune istanze urgenti, come ricorda Gianemilio Gasparri referente dell’area di Tradate. «Impresa uguale bancomat non è uno slogan facile – sottolinea Gasparri- perché in questo momento il livello di tassazione è così alto che si lavora solo per pagare i dipendenti».  «Così come è demenziale considerare i laboratori dei beni di lusso» aggiunge Fermo Borroni, referente di Saronno a proposito dell’Imu. Come prioritaria è anche la questione degli appalti. «La nostra proposta – spiega Antonio Ziliotti, referente di Varese – prevede appalti a chilometro zero che garantiscono sostenibilità ambientale, tutela del lavoro e maggiore qualità perché la divisione in piccole tranches dei lavori permette controlli immediati sull’esito del lavoro». «L’appalto a chilometro zero – aggiunge Giacomo Ciriacono, referente di Busto Arsizio – rende dura la vita al caporalato, al lavoro nero e alle infiltrazioni mafiose. Non è un auspicio, ma un dato di fatto che si puo’ osservare quando si dà lavoro alle aziende locali».

Si finisce sempre con i soldi. Il credito per le micro e piccole imprese, si sa, è una questione delicata a cui Confartigianato cerca di rispondere attraverso l’azione di Artigianfidi e con un’ulteriore proposta. «Alle amministrazioni locali proponiamo una partnership dove noi garantiamo il 70% del prestito alle imprese – conclude Galli – mentre ai Comuni chiediamo di mettere a bilancio una cifra come controgaranzia del credito alle imprese. Il nostro impegno è di centuplicare quella cifra. In caso default dell’impresa (il tasso d’insolvenza delle piccole imprese è inferiore al 4%, ndr) il comune dovrà mettere solo il 20% della cifra prestata».
E se i comuni faranno rete si potranno appostare somme significative, innescando un meccanismo di fiducia tra gli attori sociali.
Forse quello di cui c’è più bisogno. 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 11 Marzo 2014
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