Una raccolta firme per far ripartire l’Europa

L'iniziativa, che chiede alla Commissione europea di varare un Piano straordinario per lo sviluppo, è promossa dal Movimento federalista europeo in collaborazione con associazioni e sindacati

Una raccolta firme per richiedere alla Commissione europea di varare un Piano europeo straordinario per uno sviluppo sostenibile e per l’occupazione. Un intervento, in altre parole, in grado di dare ossigeno all’economia e di attivare un effetto moltiplicatore per l’economia. L’iniziativa è stata promossa, alla vigilia delle elezioni europee, dal Movimento Federalista Europeo, in collaborazione con decine di Associazioni e Movimenti della società civile.

L’obiettivo dei promotori è quello di riuscire a raggiungere il milione di sottoscrizioni entro un anno. In provincia di Varese l’iniziativa del Mfe è sostenuta da Acli, Legambiente e Universauser e vi aderiscono anche Cgil, Cisl, Uil e Anpi. I dettagli della proposta sono stati presentati questa mattina alla sede delle Acil dai rappresentanti di Mfe, Antonio Longo e Francesco Maresca, dal presidente provinciale delle Acli, Filippo Pinzone e dal presidente di Universauser, Doriana Giudici.

Gli appuntamenti:
Per approfondire i contenuti dell’iniziativa e discutere dei temi di attualità che riguardano l’integrazione europea, è stato organizzato un ciclo di incontri che prenderà il via il prossimo 27 marzo.
"Quale formazione", giovedì 27 marzo ore 21.00, presso ACLI Varese, via Speri della Chiesa n.9. Interverranno: Antonio Longo (Mfe); Fabio Minazzi (Università Insubria) e Doriana Giudici (Universauser)
"Quale lavoro", martedì 1 aprile ore 21.00, presso la Sala Verdi di via Pozzi n.7 – Busto Arsizio. Interverranno: Francesco Maresca (Mfe), Alberto Berrini (Economista); Stefano Tassinari (Acli) "Quale sviluppo, quale ambiente", giovedì 10 aprile ore 21.00, presso le ACLI di via Agnelli n.33 – Gallarate. Interverranno Francesco Maresca (Mfe), Dino Di Simone (Legambiente) e Federico Antognazza (Italian Climate Network)


"Quale lavoro", mercoledì 16 aprile ore 21.00, presso le ACLI di vicolo S. Marta n.7 – Saronno. Interverranno: Antonio Longo (Mfe) e Michele Consiglio (Acli)

Durante le serate e presso le sedi Acli di Varese, Busto Arsizio, Gallarate e Saronno, sarà possibile aderire all’iniziativa e, firmando la petizione – formale esercizio della democrazia – si potrà chiedere alla Commissione europea di attuare il provvedimento legislativo per la realizzazione del Piano e mettere fine alla crisi, cambiando l’Europa e restituendo a tutti i cittadini la speranza.

La raccolta firme:

(Vedi i dettagli) Il Trattato di Lisbona (art 11.4 TUE) prevede che un milione di cittadini europei di almeno sette
paesi dell’Unione possa presentare alla Commissione europea  una proposta di atto legislativo
su questioni per le quali l’UE ha la competenza di legiferare. Si tratta di un importante istituto di
democrazia partecipativa la cui attivazione può contribuire a riconquistare il consenso dei cittadini nei confronti del progetto europeo, nel momento in cui si elegge il nuovo Parlamento europeo e le tendenze populiste, nazionaliste ed euroscettiche stanno guadagnando terreno.
Siamo convinti che sia giunto il momento di suscitare un forte movimento dal basso tramite un’Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) che chieda l’attivazione di un Piano europeo straordinario
per lo sviluppo sostenibile e l’occupazione. Considerati i limiti delle politiche di austerità finora
sperimentate, questa sembra essere la via maestra per uscire dalla crisi. Il Piano, che deve essere almeno di 350-400 miliardi di euro in tre anni, deve essere finanziato da nuove risorse proprie provenienti da: una tassa sulle transazioni finanziarie (TTF) – necessaria a penalizzare la speculazione finanziaria (la Commissione ha calcolato che dovrebbe fruttare un gettito di almeno 30 miliardi di euro all’anno); una carbon tax – per combattere i cambiamenti climatici e favorire la transizione verso le energie rinnovabili (che dovrebbe fruttare un gettito di almeno 50 miliardi di euro all’anno); e le euro-obbligazioni, in particolare euro project bonds. I fondi messi a disposizione dall’UE per affrontare la disoccupazione sono del tutto insufficienti. E’ dunque necessario destinare nuove risorse a un fondo europeo per l’occupazione soprattutto dei giovani.
La proposta di ICE è promossa e sostenuta da un ampio schieramento di forze politiche, economiche e sociali: Federalisti europei, Sindacati dei lavoratori, Organizzazioni della società civile, Sindaci di importanti Città, Personalità del mondo della cultura. Si sono costituiti comitati
nazionali promotori dell’ICE in Belgio, Francia, Grecia, Lussemburgo, Italia, Repubblica Ceca,
Spagna, Ungheria. Sono in via di costituzione Comitati in altri paesi dell’Unione Europea.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 21 Marzo 2014
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