Vazzana: “Le cooperative sono spesso fucine di precarietà”

Il segretario del Nidil, la categoria dei lavoratori atipici della Cgil, fa il punto della situazione in vista del congresso provinciale

Nidil è un acronimo quasi poetico. Sta per “nuove identità del lavoro”. Nulla di più lontano dalla realtà vissuta dagli iscritti a questa categoria della Cgil, ovvero l’universo del precariato. Si tratta di lavoratori atipici, un esercito di somministrati, co.co.co, associati in partecipazione, solo per citare alcune tipologie di contratto. Una categoria che deve combattere contro due grandi problemi: da una parte l’enorme polverizzazione delle forme contrattuali e la conseguente individualizzazione della contrattazione; dall’altra l’isolamento rispetto alle altre categorie.
Il Nidil di Varese nell’ultimo anno ha subito un calo di iscritti. C’è qualcosa di paradossale, come rileva Flavio Nossa, un sindacalista di lungo corso, perché forse il vero obiettivo del Nidil dovrebbe essere quota zero iscritti, in quanto si punta alla stabilizzazione dei lavoratori. Invece, non è così, gli iscritti sono calati ma solo per via della crisi. «C’è stata una diminuzione dei i lavoratori attivi – dice il segretario provinciale Francesco Vazzana – compensato dal drammatico aumento dei disoccupati».
La crisi ha colpito i lavoratori di tutte le categorie, ma i primi a pagare sono stati i lavoratori somministrati, considerati dal segretario degli atipici un elemento d’unione con le altre categorie e in grado di far uscire dalla sua nicchia il Nidil.
Per  Vazzana, questi ultimi, non sono stati anni facili perché per salvare posti di lavoro ha dovuto applicare alcune tipologie di contratto, come ad esempio lo staff leasing, la somministrazione di lavoro a tempo indeterminato, reintrodotto dalla Finanziaria del 2010, andando contro il parere della Cgil nazionale. «Abbiamo dovuto assumere decisioni delicate relative all’applicazione di questo contratto – dice il segretario del Nidil – come nella trattativa con Sanofi, Gomma Gomma e Rsa Gonzaga, mediando tra le esigenze occupazionali dei lavoratori e le perplessità politiche della Cgil su questo tipo di contratto. Alla fine me ne sono assunto la responsabilità, nonostante il mio giudizio sullo staff leasing sia negativo».
«La strada da percorrere – aggiunge Elena Zanola della segreteria del Nidil nazionale – è la contrattazione inclusiva e lo si puo’ fare se si mettono insieme le competenze sviluppate in questi anni. Il nostro statuto prevede che vengano fatte le assemblee con le categorie, per mettere in condizione i singoli  delegati di dare risposte adeguate alle domande del lavoratore precario».
Altro tasto dolentissimo per Vazzana sono le cooperative che definisce «vera fucina di precarietà e sfruttamento». Il segretario del Nidil non si tranquillizza nemmeno al pensiero che il nuovo ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, sia espressione di quel mondo essendo stato dal 2002 alla guida di Legacoop e dal 2013 di Adc, l’alleanza nata tra cooperative rosse e bianche. «Il rischio – conclude Vazzana – è che a queste realtà venga concessa ulteriore libertà di movimento a discapito dell’azione sindacale. È opportuno che in questi casi le singole categorie, a cui si riferiscono i contratti, si prendano in carico direttamente la rappresentanza di questi lavoratori oppure che si facciano accordi specifici come è stato fatto con la Funzione pubblica sulle cooperative sociali».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 05 Marzo 2014
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