Inquinamento intorno all’aeroporto, ultimatum dalla Commissione Europea

Due mesi di tempo a Regione e Ministero per predisporre misure a difesa dell'ambiente, poi si rischia di finire davanti alla Corte Europea di Giustizia: è la nuova tappa della "vicenda Quintavalle"

La "Sentenza Quintavalle" all’atto finale? La vicenda della grande tenuta che ha visto morire 100mila alberi per l’inquinamento legato a Malpensa arriva ad una nuova tappa: un parere motivato inviato alle autorità italiane dalla Commissione Europea, nel quale si concedono due mesi di tempo per fornire un’adeguata risposta alla Commissione stessa pena un possibile procedimento presso la Corte Europea di Giustizia.

Al centro della vicenda l’area denominata Brughiera del Dosso, 200 ettari di proprietà dell’imprenditore milanese dottor Umberto Quintavalle situati all’interno del Parco del Ticino, nella quale a partire dal 1999 iniziò una morìa di piante che raggiunge ben presto le 100mila unità. Le perizie e le analisi dimostrano subito come responsabili del disastro siano gli scarichi dei velivoli in partenza e arrivo da Malpensa tanto che nelle due istanze di giudizio della causa intentata dal dottor Quintavalle contro la SEA (proprietaria di Malpensa) ed il Ministero dei Trasporti i giudici del Tribunale di Milano li condannano in solido prima a circa 5 milioni di risarcimento danni, che diventano poi in Appello circa 8. Ora, a poche settimane dalla possibile sentenza della Corte di Cassazione sul giudizio di 2° grado, ecco arrivare il documento della Comunità Europea alle autorità italiane, che segue la messa in mora dello Stato italiano da parte della stessa Commissione datata 2 luglio 2012, ”per non aver adottato le opportune misure per evitare il degrado e per la conservazione di un territorio compreso nel Parco del Ticino, sito d’interesse comunitario (Sic)”. Un parere motivato che ha il sapore di ultimo appello, in cui si sottolinea chiaramente come – nonostante la messa in mora del 2012 – nessun progetto e nessuna adeguata iniziativa per proteggere la zona siano stati adottati dalla Regione Lombardia e dal Ministero dell’Ambiente. Non solo: nel documento – sottolineano i proponenti della causa – la Commissione Europea si dice “non convinta” del fatto che le misure proposte dalle autorità italiane vadano nella giusta direzione per ridurre l’impatto ambientale dell’aeroporto di Malpensa. Da qui l’ultimatum di due mesi per fornire segnali concreti prima di portare con ogni probabilità la vicenda davanti alla Corte Europea di Giustizia del Lussemburgo. «Sono particolarmente lieto per questa iniziativa della Commissione Europea – dice il dottor Quintavalle  – perché premia uno sforzo di oltre 15 anni fatto in totale solitudine contro Enti ed Istituzioni che avrebbero dovuto, prima ancora del sottoscritto, avere a cuore la sopravvivenza di un’area straordinaria dal punto di vista ambientale come quella del Parco del Ticino». Se è vero che la vicenda Quintavalle ha le sue radici nella fase di espansione di Malpensa 2000, il passaggio della Commissione Europea ha un valore importante anche in prospettiva, considerando che ancora è aperta la procedura di ampliamento dello scalo aeroportuale (nella zona di brughiera a Sud, nella foto), sulla cui sostenibilità ambientale dovrà pronunciarsi proprio il Ministero dell’Ambiente, che oggi è chiamato in causa da Bruxelles. «La lettera di Bruxelles e prima ancora la sentenza del Lussemburgo sono il risultato dell’eccezionale lavoro dell’avvocato Elisabetta Cicigoi e confermano, per fortuna, la sensibilità delle istituzioni europee verso i problemi dell’ambiente, una sensibilità che purtroppo, almeno in questa annosa vicenda, non c’è stata da parte delle autorità italiane, da me sollecitate invano per anni».

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Pubblicato il 22 Aprile 2014
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