Il racconto della supertestimone: “Uva urlava, lo portarono in bagno”

Assunta Russo ha dichiarato di aver sentito l'operaio lamentarsi e ha confermato di aver visto degli uomini in divisa minacciarlo e portarlo in un bagno del pronto soccorso

C’è una donna, una ausiliaria sociosanitaria, che quella notte, dall’ospedale di Varese, era in turno e che ci rimase fino alle 6. Stava sistemando le barella, nell’area del triage del pronto soccorso, quando sentì un gran trambusto nella stanzetta dove vengono portati i malati dalle ambulanze. Continuò a fare il suo lavoro, che è quello di mettere a posto, ma poi entrò in quella stanza, e vide che c’era un uomo in piedi, che urlava, e che non si riusciva a calmare. Questo racconta Assunta Immacolata Russo, l’ausiliaria che si configura come la nuova “teste omega” del caso Uva.

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"UNA MENATA DI BOTTE"

Assunta dice che sente rumore, guarda, ascolta. Non capisce bene chi sia tutta quella gente. L’uomo in piedi è indemoniato, urla “assassini”, ma è in piedi, non seduto e nemmeno con le manette in barella, come invece dicono altri testimoni interrogati nei mesi scorsi. Questo è il primo quadrante della scena che la donna vede, ma le persone che sono con lui sono almeno undici, forse dodici. Assunta non sa se siano poliziotti o carabinieri, forse uno ha un camice bianco. La scena si interrompe quando uno dice “basta, ti facciamo una menata di botte”. E’ quello che la donna ha detto alla tv, e ha confermato al pm. La scena termina quando gli uomini in divisa lo portano in bagno. Quanti sono? Più di due, forse tre o quattro, entrano tutti in bagno, con Uva.

"PRENDETE LA BARELLA!"
La seconda scena è quando tutta quella gente esce dal bagno. Assunta sta lavorando in pronto soccorso, continua con i suoi mestieri, le barelle, i prelievi. Racconta che Uva era sorretto, che gli uomini in divisa dicono di prendere la barella, che lo rimettono sdraiato sulla stessa. A quel punto Uva è meno agitato. Assunta conferma tutto quello che ha detto a “Chi l’ha visto?” e cioè che si trova di spalle e sente Uva che dice di essere stato picchiato, anche se non specifica se il fatto sia avvenuto in bagno, o in caserma. Assunta non lo sa, sa solo che lui dice “mi hanno picchiato”, e a quel punto si gira e vede quel segno sul naso di Uva, l’ecchimosi che si nota anche nelle foto del cadavere. I carabinieri dicono che se l’è fatta da solo, sbattendo la testa contro il muro. Poi succede che sente l’infermiere del triage, Andrea Zanella, che parla con Uva e gli dice che vuole chiacchierare da solo con lui. Questo la Russo lo ricorda, eppure non tutto torna. Questo racocnto coincide solo in parte con quello che Zanella ha sempre detto agli inquirenti: e cioè che lui si avvicinò a Uva, da solo, e nell’orecchio gli chiese se era stato picchiato. Uva disse di no.

Gli stralci

"C’era tutto questo frastuono. E dopo che sono andati via alcuni mi è sembrato di vedere che sono andati via, ancora lo tenevano lo sorreggevano e uno mi è sembrato che ha detto… ho sentito che ha detto ‘adesso la vuoi smettere? Altrimenti ti facciamo una menata di botte’, ha raccontato la testimone.

"Allora ho visto che praticamente di tutti questi c’era una persona proprio che aveva aperto tanto gli occhi e lo teneva, fa ‘facciamo una menata di botte’ e hanno aperto perchè in triage (il settore in cui vengono smistati i pazienti al prnto soccorso) c’è una porticina…", ha proseguito la donna nella sua deposizione.

"Praticamente c’è la sala isolamento e la sala del bagno. Loro l’han preso o sono andati dentro. Io non lo so cosa… dentro quello – è riportato nella trascrizione – Io ho solo visto e sentito. E dopo, quando sono usciti sorreggendo… loro lo tenevano, non gridava più e mi hanno detto ‘prendi la barella’. Dico ‘guardi la barella è’ quì, l’hanno sdraiato e dopo non so… Io ero ancora lì vicino a lui e ho sentito dire ‘mi hanno picchiato’ il defunto il signor…". "Mi hanno picchiato", avrebbe detto Uva, e uno dei componenti delle forze dell’ordine avrebbe risposto: ‘Ti sei picchiato da solo, hai battuto la testa vicino al muro".

"Io ho visto questa escoriazione proprio qui sul naso – ha proseguito l’ausiliaria specializzata in pronto soccorso – In quel momento sono rimasta lì allibita. L’ho guardato e dico, ‘come mai ha risposto ti sei picchiato da solo?’, perché lui ha ripetuto due tre volte ‘mi hanno picchiato’ e… e questo ha ripetuto ‘no chi ti ha picchiato? Ti sei picchiato da solo vicino al muro’. Io poi in quel momento l’ho guardato e ho visto questo, appena appena questa escoriazione sul naso". 

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Pubblicato il 19 Maggio 2014
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