Clerici: “Prima seduta, momenti inediti e preoccupanti”

Il gruppo di opposizione Cardanoincomune comunica con una nota alcune riflessioni sull'esordio della nuova amministrazione. «La conduzione dell’intero Consiglio superficiale e approssimativa»

Riceviamo e pubblichiamo una riflessione di Laura Clerici, capogruppo di Cardanoincomune, sulla prima seduta del Consiglio comunale. Seduta in cui, come abbiamo raccontato, sono emerse alcune difficoltà all’interno della maggioranza. Clerici scrive anche della questione della caso del processo per la morte di Laura Prati e della mancata costituzione del Comune come parte civile.

La sera del 24 giugno scorso ha finalmente avuto luogo il primo Consiglio Comunale della nuova amministrazione di Cardano al Campo: dopo un’attesa durata ben un mese, ci siamo trovati ad assistere sia come consiglieri che dal pubblico a un evento che presenta elementi assolutamente inediti e preoccupanti. (Nella foto Laura Clerici insieme ai colleghi dei tre gruppi di opposizione)
Dopo quattro settimane di consultazioni (che si sono protratte fino a poche ore prima del Consiglio Comunale) la giunta presentata è di soli quattro assessori sui cinque previsti: nelle mani del Sindaco restano deleghe importanti e impegnative (bilancio, polizia municipale, lavoro, protezione civile). Si tratta di una decisione definitiva o provvisoria ? Non è dato saperlo, ma è strano che, con tutto il tempo e i consiglieri a sua disposizione, il Sindaco non sia riuscito a trovare una soluzione diversa, che gli consenta di dedicarsi a tempo pieno alle già gravose incombenze di primo cittadino.
Facciamo poi notare che la comunicazione della distribuzione degli incarichi è avvenuta solo in sede di Consiglio, e in modo sommario: i gruppi di opposizione non ne sono stati informati prima, gli incarichi sono stati letti frettolosamente e non è stato possibile comprendere i criteri di assegnazione.
Il momento emblematico della seduta è indubbiamente l’elezione del Presidente del Consiglio Comunale. In modo informale, ma non segreto, in una precedente conferenza capigruppo l’attuale maggioranza aveva proposto di cercare un consenso unanime su un candidato di comune gradimento. Dato il ruolo rappresentativo e di garanzia del Presidente per tutte le parti in gioco, l’idea sembrava buona.
Evidentemente la candidatura di Costantino Iametti, comunicata la sera stessa ai capigruppo nei cinque minuti di sospensione chiesti da Cardanoincomune, non soddisfaceva questi requisiti, tanto che la prima votazione si risolve con un nulla di fatto. “Stranamente” qualcuno vota dimenticando di scrivere il nome proprio del candidato e invalidando così la scheda (infatti ci sono due Iametti in Consiglio). È difficile credere che ciò sia da imputare a un semplice errore. Ulteriore anomalia il fatto che Annalisa Carù, membro della maggioranza, nella stessa votazione riporti 6 voti, visto e considerato che i voti delle minoranze non possono essere più di 5.
Dopo oltre mezz’ora di attesa, in cui sono palesi l’imbarazzo delle istituzioni e il forte disappunto di Costantino Iametti, la maggioranza decide di non rimandare ma di votare nuovamente. Esito della votazione: Annalisa Carù perde il sesto voto e 11 voti indicano precisamente nome e cognome dell’ex facente funzione.
Che cosa è successo veramente in quell’intervallo di tempo? Nella sala c’erano occhi e orecchie attenti, sono stati visti movimenti concitati e sembra addirittura che siano state pronunciate parole di non velata minaccia… vorremmo credere che si sia trattato solo di accordi non definiti bene (forse per inesperienza?) all’interno della maggioranza, ma non è facile.
La conduzione dell’intero Consiglio è stata superficiale e un po’ approssimativa: sono venuti a mancare la correttezza e il rispetto dei passaggi istituzionali che, in un tale consesso, non sono soltanto una questione di forma. Si va dalle votazioni ripetute per errori formali sino all’utilizzo per le stesse di pezzi di carta strappata a mano (perché le schede ufficiali erano ormai esaurite), in un contesto di generale disordine nella gestione del dibattito.
Veniamo poi alla questione spinosa del processo per l’omicidio di Laura Prati: al termine della seduta il Sindaco comunica che la nuova giunta si sarebbe attivata il giorno successivo per la nomina di un legale al quale affidare l’incarico affinché il comune possa costituirsi parte civile nel dibattimento processuale (seppur con grave ritardo). Non entriamo qui nel merito della questione, ma vorremo solo notare che la mancata richiesta di costituzione di parte civile ha portato un grave danno materiale e simbolico al comune e all’intera città: nel momento in cui la richiesta avrebbe dovuto essere presentata, il responsabile era il sindaco facente funzione Costantino Iametti. Proprio colui che l’intera maggioranza, compreso il sindaco, poco prima ha eletto Presidente del Consiglio Comunale.
Infine con dispiacere osserviamo che nel corso della serata ripetutamente abbiamo sentito pronunciare al microfono frasi come “purtroppo in Italia si fa così”, “questo purtroppo è lo stile degli italiani”. Riteniamo che tali espressioni non siano opportune in una sede istituzionale, soprattutto dopo avere cantato l’inno italiano con una standing ovation.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 27 Giugno 2014
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