Perquisizioni delle Fiamme Gialle nei negozi Mirko Oro

Frode fiscale è l'ipotesi sostenuta da Guardia di Finanza e Procura di Busto Arsizio. Settanta i militari impegnati in oltre 20 compro oro della catena che hanno sequestrato una mole ingente di documenti

Perquisizioni a tappeto in più di 20 punti vendita della catena di negozi del noto marchio Mirko Oro del legnanese Mirko Rosa. Circa 70 militari della Guardia di Finanza di varie compagnie sparse in tutta la Lombardia sono entrate nei numerosi e appariscenti punti vendita della catena per sequestrare materiale contabile, computer e quanto possa essere ritenuto utile alle indagini condotte dal sostituto procuratore bustocco Nadia Calcaterra e dei finanzieri della Compagnia di Legnano. Anche la casa dell’imprenditore è stata presa di mira dalle Fiamme Gialle. 

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L’ipotesi di reato è quella di frode fiscale attraverso false fatturazioni e per sostenerla, ora, servirà un’attenta analisi dell’enorme mole di documentazione sequestrata. Al vaglio dei militari l’intreccio di società che fanno capo all’uomo, noto alle cronache soprattutto per le sue campagne pubblicitarie dai toni forti, ultima in ordine di tempo quella a sostegno della pena dell’ergastolo per Alex Maggio, l’assassino della gioielliera di Saronno Mariangela Granomelli. L’ironia della sorte ha voluto che fosse proprio il magistrato che ha condotto le indagini che hanno portato all’arresto di Maggio (che ha fatto condannare all’ergastolo solo poche settimane fa, ndr) a condurre questi accertamenti.

L’avvocato di Mirko Rosa, Stefano Colombetti, commenta a caldo dopo una giornata frenetica: «La perquisizione di questa mattina ha richiesto un dispiego di forze molto importante. I controlli sono stati effettuati e del materiale è stato sequestrato. Il tutto è avvenuto nella massima tranquillità e con la collaborazione da parte del personale nei confronti delle forze dell’ordine. Ha prevalso da parte di tutti il buon senso e nessuno si è trincerato dietro scuse o appigli normativi, c’è stata massima trasparenza e sono state aperte le porte ai finanzieri. Abbiamo dato tutte le risposte alle domande che ci sono state poste e ora attendiamo serenamente il risultato di questo lavoro. Siamo sicuri del fatto che non sarà rilevato nulla».

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Sequestrata la pubblicità del compro oro che incita alla pena di morte

La fase espansiva del piccolo impero imprenditoriale di Rosa ha preso il via qualche anno fa con l’apertura del primo negozio "compro oro" a Busto Arsizio. Nel giro di poco tempo l’insegna gialla ha cominciato ad apparire con sempre maggiore frequenza nella zona del Basso Varesotto, dell’Altomilanese e oltre: solo sulla via Saronnese sono tre i compro oro gestiti dal Rosa nel giro di pochi chilometri tra Castellanza, Legnano e Rescaldina, altri sono sparsi tra Castelletto Ticino, Monza, Pavia, Sesto San Giovanni, Cinisello Balsamo e altri ancora hanno aperto in Piemonte, Veneto, Lazio e Puglia. 

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Pubblicato il 26 Giugno 2014
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