Aree delocalizzate, la Regione vuole abbattere “entro l’apertura di Expo”
Oltre ad aver affidato ad Aler l'opera di abbattimento delle case inabitabili, Palazzo Lombardia aveva già indicato una scadenza, che adesso rimette nero su bianco
«La prima fase di demolizione delle case fantasma attorno all’aeroporto di Malpensa si concluderà entro l’apertura di Expo». L’assessore regionale al Territorio e Urbanistica Viviana Beccalossi non ha dubbi: a pochi mesi dal precedente annuncio di aprile, questa volta l’esponente della giunta Maroni rilancia indicando una data precisa (leggi: primavera 2015) per le demolizioni. «Grazie alla grande collaborazione di tutti i soggetti coinvolti riusciremo a cancellare gli immobili che oggi sono oggetto di abbandono e rovina, ma anche di occupazioni abusive e furti, con un pericoloso degrado sociale della zona. Una situazione che non si poteva più tollerare e che Regione Lombardia ha inteso risolvere fin dai primi mesi di lavoro della Giunta Maroni». Beccalossi ha presieduto, oggi, a Palazzo Lombardia, il Comitato Malpensa, che coinvolge i tre Comuni varesini di Ferno, Somma Lombardo e Lonate Pozzolo, i Ministeri dello Sviluppo economico, dell’Ambiente e delle Infrastrutture e tutti i soggetti facenti parte dell’accordo sulle aree delocalizzate intorno allo scalo. Qualche mese fa era stato definito che le demolizioni saranno gestite da Aler Varese, ora emerge qualche dettaglio: il progetto preliminare sarà esaminato dalla Conferenza di Servizi del prossimo 17 luglio, poi «a tappe forzate» si procederà con progetto esecutivo e Bando di gara ai primi di ottobre «per poter aprire i lavori dopo l’aggiudicazione nei primi giorni del 2015». Una data già indicata in modo meno perentorio nei mesi scorsi, ma ora ri-messa nero su bianco (nella foto: il sopralluogo del 2012, a sinistra nella foto l’attuale sindaco di Lonate Danilo Rivolta, allora assessore all’urbanistica).
Secondo gli accordi sottoscritti, in questa prima tranche di demolizioni verranno impiegate le risorse attualmente a disposizione, pari a circa 4 milioni di euro, per abbattere circa 80 abitazioni, la metà del totale, individuate dai singoli Comuni secondo lotti omogenei.
E dopo? Cosa sarà di quelle grandi aree nelle immediate periferie di Ferno e Lonate e nella frazione sommese di Case Nuove? Una delle ipotesi è anche il riuso di parte delle aree per necessità logistiche, in questo senso è stato modificato anche il masterplan di Malpensa. Un progetto comunque tutto da costruire, il recupero e la ri-edificazione delle aree: «Mi piacerebbe coinvolgere il mondo dell’università, italiano e straniero, per lanciare un grande concorso di idee – dice Beccalossi – che possa dare un’identità importante e innovativa agli ex quartieri fantasma, magari partendo dall’ambizione di farne aree tax free e a zero burocrazia».
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