Un anno in Australia, le avventure dei giovani varesini nella terra dei canguri

La meta più lontana e affascinante per fare un’esperienza, ricominciare da zero o provare a mettersi in gioco. Cinque storie di giovani che hanno lasciato tutto e sono partiti

Jessica, una varesina di 24 anni che si trova in Australia, ci ha inviato un paio di considerazioni sul fatto che molti giovani si trovassero come lei nella "terra dei canguri". La meta più lontana e affascinante per fare un’esperienza, ricominciare da zero o provare a mettersi in gioco: l’Australia, l’isola più grande del mondo e al tempo stesso il continente più piccolo, è un obiettivo sempre più ambito: sarà l’idea di scappare lontano, sarà la difficoltà di trovare un lavoro terminati gli studi, resta il fatto che sempre più spesso i giovani partono per la terra dei canguri in cerca di una nuova prospettiva.
Partendo dalle riflessioni di Jessica abbiamo quindi cercato di mettere insieme le storie di alcuni giovani della provincia di Varese che hanno fatto o stanno facendo un’esperienza in Australia, ed ecco cosa ne è venuto fuori:

"Sono partito appena laureato per conoscere il mondo e guidare trattori"

Luca Mossina ha 25 anni ed è di Oggiona Santo Stefano. Racconta: «A livello tecnico avere il visto è stato molto semplice. Ho fatto una registrazione online che costa circa circa 200 dollari. Dopo pochi giorni ho ricevuto un visto che mi ha permesso di entrare, uscire e lavorare per 12 mesi in Australia. L’unico limite che avevo è che con questo permesso si possono fare un massimo di 6 mesi di lavoro per lo stesso datore di lavoro.
La mia partenza è stata un po’ particolare. Io mi sono laureato e una settimana dopo son partito senza avere contatti, amici o una destinazione precisa. Per qualche mese sono stato ospite di alcune famiglie, ho fatto alcuni lavoretti in cambio di vitto e alloggio. Poi, dopo circa 4 mesi, ho trovato un impiego: quando ho ricevuto il mio primo stipendio mi erano rimasti circa 17 dollari sul conto corrente.
Il primo lavoro vero lo ho trovato a Narromine, nel sud-est, in una fattoria di cotone. Io avevo studiato tanto inglese e il mio livello di pronuncia mi ha permesso di ottenere facilmente la fiducia dei miei datori di lavoro. Appena arrivato mi hanno messo su un trattore da 350mila dollari e ho cominciato a lavorare. Ho fatto 6 settimane tra trattori e cotone, poi sono partito per un mesetto di vacanza: ho preso una Ford del 1990, n Australia le macchine son infinite non muoiono mai, e sono partito come tutti i “backpacker”, zaino in spalla. Quando mi sono messo a ricercare lavoro lo ho trovato attraverso un annuncio. Una famiglia lo aveva letto, mi hanno chiamato e sono partito per Rowena a 1200 chilometri da dove mi trovavo. Mi hanno salutato, messo in mani le chiavi di un trattore molto costoso e senza neanche chiedermi il nome ho cominciato a lavorare. Il rapporto con la famiglia che mi ospitava è stato stupendo, mi hanno fatto conoscere la loro realtà e favorito incontri affascinanti. L’ultimo lavoro che ho trovato è stato a Emerald nel queensland. Ho fato qualche settimana col trattore e poi 6 settimane coi camion da miniera, quest’ultima esperienza è stata nettamente più dura ma mi ha permesso di mettere da parte qualche soldo. Lavoravo 12 ore al giorno per 7 giorni la settimana. In totale circa 90 ore settimanali per una paga da 1200 euro a settimana".

"Ho 25 anni, se non faccio queste esperienze adesso quando potrò farle!"

 
Gianluca Durio ha 25 anni ed è di Azzate, è partito per Perth insieme alla sua fidanzata  Federica Bologna: "La fase più complicata! Prendere la decisione. Ho deciso di partire per fare un’esperienza lavorativa internazionale, migliorare il mio livello di inglese e staccare dalla routine quotidiana che già a 25 anni, uscito dall’università, mi toccava affrontare. Tra mille pensieri io e Fede (La sua scelta è stata influenzata dalla difficoltà nel trovare un lavoro serio in Italia, laureata a pieni voti ma costretta a fare una quantità di stage sottopagati) abbiamo deciso di partire. Prima il visto, il famoso Working holiday Visa, un visto che ti permette di stare un anno e lavorare in Australia.
Dopo di che la scelta della città: Perth la città più isolata al mondo, completamente opposta alle più famose ed europee Sidney e Melbourne. Comprare visto e biglietto aereo fin troppo facile, un po’ meno convincersi di lasciare un lavoro importante, la famiglia, gli amici… insomma un salto nel vuoto! Difficilissimo. Federica trova subito l’opportunità di insegnare italiano tramite la sua università, io trovo lavoro in un ufficio di amministrazione tramite Seek.com.au, fatto due colloqui tramite Skype e a gennaio avrei iniziato. Partiamo un pochino piu tranquilli e rilassati.
Arrivati a Perth la cosa che ci ha impressionato di più è la quantità di case che ci sono in questa città, strade larghe, distanze assurde pochissimi negozi o ristoranti in giro per la città, la quantità di fast food! Uno stile che ricorda l’America! Pochissime case a due piani e condomini, i grattacieli sono nel CBD. A gennaio il caldo era pazzesco, clima veramente secco durante l’estate, pericolo incendio ovunque. E Qui se non hai la macchina difficilmente puoi girare liberalmente.
Qua si vive bene, la gente è rilassata, gentile, sorridente, cordiale. Gli stipendi sono molto alti, entrambi abbiamo un lavoro, io sto lavorando per la compagnia Quintzillion in amministrazione il clima è veramente sereno, gli orari sono diversi, insomma un ambiente di lavoro rilassato. Federica lavora a scuola alla Perth Modern School ed ad una bottega biologica Organic Circle, insomma è riuscita a combinare due sue passioni, l’insegnamento e il biologico e si trova anche lei veramente bene.
Abbiamo un sacco di tempo libero, il quale ci ha permesso di scoprire nuove passioni come la pesca, lo yoga, la cucina biologica etc. perché cose da fare non ce ne sono moltissime. Sei a contatto con la natura, il clima è stupendo, siamo in inverno ed io continuo a girare in maglietta, spiagge fantastiche, la città è organizzata un po’ come tutta l’Australia.
La cosa che ci manca di più dell’Italia è la quantità di cose che puoi fare nel tuo tempo libero, musei, cinema, gita fuori porta, aperitivo, cena, discoteca etc… Qui se vuoi trovare negozi, ristoranti etc devi andare in qualche agglomerato di centri commerciali oppure nel centro della city o CBD prendendo per forza la macchina, spendendo un capitale. Fuori Perth da una parte c’è il nulla dall’altra c’è l’oceano.  
 
"Facevo il vigile del fuoco ma stufo della precarietà son partito per Sidney"

Victor Welbergen ha 25 anni, vive in provincia di Varese a Vinago ed è tornato da pochissimo da un’esperienza in Australia. «Sono partito con la formula del Working Holiday – racconta Victor -, ho passato un periodo incredibile e conosciuto un mondo nuovo. Prima di partire ho dovuto fare richiesta attraverso un formulario online per il permesso. Ho dovuto compilare un questionario con domane anche molto personali, pagare una tassa, dopodiché ho atteso che la mia pratica venisse approvata, ci hanno messo 3 ore, e poi ho comprato il biglietto aereo con 600 euro e sono partito. Sono arrivato a Sidney a settembre e mi sono appoggiato ad alcuni parenti, dopo 4 giorni stavo già lavorando. Ho passato 5 mesi a lavorare in una gastronomia e nel frattempo ho imparato a conoscere ogni strada e ogni angolo di Sidney. Poi ho cominciato a viaggiare nei dintorni della metropoli. Sono stato nelle blue mountains e girato tutte le spiegge più belle della costa sud orientale. È stata un’esperienza di vita unica, ho conosciuto tanta gente nuova e una diversa concezione del lavoro. Io ero partito per fare un viaggio alla scoperta di me stesso in un posto nuovo, un po’ per avventura e un po’ perché ero stufo della precarietà nel lavoro, facevo il vigile del fuoco a Varese.

Dalla bana farm a Melbourne la mia avventura continua

Jessica Guzzetti, varesina, ha 24 anni: "Il 7 gennaio 2014 sono partita per la meta che ambivo da quando avevo tredici anni: l’Australia. Dopo due giorni mi trovavo a Brisbane, in una piccola guest house a sud della città. Brisbane è una piccola cittadina del Queensland attraversata dal fiume e ricca di artisti, da pittori che dipingono le strade principali ai musicisti che suonano in ogni angolo e ravvivano le serate dei locali all’aperto.
I primi giorni li utilizzai per sistemare i lati burocratici della mia permanenza in Australia e notai fin da subito la cordialità degli australiani, rimanendone talmente allibita che loro stessi leggevano lo stupore nei miei occhi. All’inizio ero spaventata dai prezzi elevati, ma, considerando gli stipendi alti, la totale assenza di ritmi frenetici, gli affitti bassi e l’efficienza del sistema, mi resi conto che in fondo tutto era bilanciato.
A Brisbane ho frequentato un corso di inglese per due mesi e trovato un lavoro per tre settimane, ma i turni non erano abbastanza per guadagnare a sufficienza. Mi misi a cercarne un altro, ma in quel momento Brisbane non offriva granché, cosi decisi di cercare lavoro in farm in modo da ottenere il secondo visto. Arrivai a Tully, a nord del Queensland, all’inizio di Aprile dove ho trovato lavoro in una banana farm dopo due settimane grazie al working hostel dove alloggiavo. Il lavoro era divertente ed ero una delle poche ragazze a lavorare all’esterno, curando gli alberi di banano. Ora ho appena terminato i tre mesi di lavoro ed ottenuto il secondo visto così ho lasciato a malincuore quell’ostello in cui ho incontrato persone fantastiche e vissuto momenti indimenticabili. Ora, dopo quattro giorni a Cairns, sono pronta per un’altra avventura presso la mia prossima tappa: Melbourne.

"Da Cantello all’Australia per fare il custode di un’isola deserta"

Un’isola deserta, un ricchissimo ex uomo d’affari, un giovane alla ricerca di un lavoro che trova occupazione come custode. Sembra la trama di un film, ed invece è la storia di Silvano Nero, un ragazzo di 26 anni di Cantello: qualche problema con il lavoro come molti suoi coetanei, Silvano ha preso la palla al balzo ed è partito per l’Australia, non solo in cerca di un impiego, ma per vivere appieno un’esperienza di viaggio dall’altra parte del mondo. Nel gennaio dell’anno scorso Silvano è decollato per Perth, con il permesso australiano soggiorno-lavoro, che consente per un anno di restare liberamente sul territorio dei wallabies, ma rinnovabile con tre mesi di lavoro nel campo dell’agricoltura. Dopo molto peregrinare per tutto il territorio australiano, con tante emozioni, scoperte ed esperienze, Silvano e la sua compagna Erika – romana conosciuta proprio in Oceania – hanno ricevuto un’offerta di quelle che non si possono rifiutare: vivere su un’isola deserta, Restoration Island, nel nord est dell’Australia. Silvano ci ha raccontato questa particolare e indimenticabile, avventura dall’altro capo del mondo in questo articolo: Da Cantello all’Australia per fare il custode di un’isola deserta

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Pubblicato il 23 Luglio 2014
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