Una pizza chiamata “Speranza” per l’Ucraina

I gestori della pizzeria La Speranza hanno offerto il pranzo alla nazionale Ucraina di canottaggio

Il caso aiuta la mente preparata. Chissà se Davide, gestore della pizzeria La Speranza, ha mai letto questo aforisma. E chissà se è solo un caso che i ragazzi della nazionale ucraina abbiano trovato ristoro in una pizzeria con un nome tanto insolito, quanto appropriato alla situazione del loro Paese.
Sia come sia questo pomeriggio Davide e sua sorella Roberta, assieme a tutto lo staff della pizzeria di Bobbiate, hanno offerto una cinquantina di pizze ai ragazzi della nazionale giallo-azzurra. Un gesto generoso che Davide ha voluto compiere dopo aver letto su VareseNews la storia di Leonardo Binda che ha ospitato in casa sua, buona parte della federazione ucraina di canottaggio. «Sono rimasto colpito dalla vicenda e sono andato alla Schiranna in cerca di Leonardo Binda. Quando l’ho trovato è stato semplice organizzare tutto».

I ragazzi del team arrivano in pizzeria alla spicciolata. Sono saliti a piedi dalla Schiranna, ma quando siedono non sembrano affaticati, sorridono e si vede che si mangerebbero un paio di pizze a testa. Svetlana, capo federazione, regala a Davide un gagliardetto della nazionale, mentre Mauro e Juliet, servono ai tavoli litri di coca cola e birre gelate. Non appena Leonardo appare tra i tavoli della pizzeria, si leva uno scroscio di applausi.
Tutti si alzano in piedi a salutarlo, a dargli pacche sulle spalle, a stringergli la mano. Lui sorride e ringrazia. «Non ho fame – dice- solo sete. Ho accumulato troppa tensione. Se mangio qualcosa adesso mi rimane tutto sullo stomaco».
Fino a mezz’ora fa ha diretto tutte le premiazioni dei mondiali. Un impegno non da poco considerate le decine di atleti da premiare tra una gara e l’altra. 

Ai tavoli si mangia e si scherza. Eugenia Sokolovska (foto a destra) viene da Kharkiv, la seconda città dell’Ucraina, nel nord-est del Paese. È alta e ha un viso gentile. Si sta laureando in Legge e Scienze motorie, mentre sorseggia una bibita dice che Varese le è piaciuta tantissimo.
«Sono rimasta colpita dall’accoglienza della gente. La nostra avventura qui è stata possibile grazie a Leonardo e alla sua famiglia che ci hanno ospitati a Besozzo, nella loro bella casa. Appena arrivati ci hanno fatto sentire subito a nostro agio con una pastasciutta fantastica e un’ospitalità generosa. Non so quanti chili di pasta abbiano preparato, ma erano davvero tanti, credimi». Eugenia ha dormito in una stanza allestita apposta per lei e per altri cinque atleti in casa Binda, con tanto di cucina e bagno tutto per loro. «Ci hanno aiutato tutti e sono veramente colpita da questa cosa. A settembre ricomincerà il campionato nazionale e spero davvero di poter riprendere al meglio la mia attività agonistica, anche in vista del prossimo campionato mondiale. Ho un solo desiderio, che la situazione in Ucraina si stabilizzi al più presto». 

Mykailov Andrii è il capovoga del quattro di coppia. Oggi ha vinto una medaglia d’argento ed è uno dei leader di questa nazionale. Si è laureato in Scienze motorie ed è allenatore professionista. «Vi ringrazio di aver raccontato la nostra storia – dice con uno sguardo calmo – è importante che tutti sappiano quello che sta succedendo nel nostro Paese». Di fianco a lui una ragazza tiene gli occhi bassi, è preoccupata. Andrii sta facendo il servizio militare, è un riservista e sa che da un momento all’altro potrebbe essere chiamato alle armi.
Magari in prima linea, laddove si sta consumando, ormai da mesi, una faida fratricida tra i cosiddetti florussi e l’esercito ucraino. «Le cose ora sono così – dice sorridendo – avrei preferito parlarti solo della nostra medaglia».

Qualcuno alza un bicchiere, è il momento del brindisi. I ragazzi e le ragazze della federazione lo dedicano ad Artur Kravchenko, che ai mondiali del 2009 in Francia ha ottenuto un ottimo quarto posto nel quattro di coppia. Oggi è al fronte. Lontano dalla sua squadra e dai sogni sportivi.

È tempo di partire, il pullman non aspetta. I ragazzi posano per un’ultima foto di gruppo con i gestori della pizzeria e con Leonardo. Li aspetta un lungo viaggio per tornare in patria. Davide gli va incontro con due casse di acqua naturale e una di coca cola. «Sai mai che gli viene sete durante il viaggio….». 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 27 Luglio 2014
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