Ensi e il nuovo album: “Varese, una buona meta per ripartire”

Parte dalla Casa del Disco di Piazza Podestà il tour di presentazione del suo nuovo disco "Rock Steady". Appuntamento lunedì primo settembre

Si chiama "Rock Steady" il nuovo album di Ensi, in uscita il 2 settembre con Warner Music. Il rapper torinese torna a farsi sentire con undici tracce dove si incontrano anche altri nomi del rap: da Noyz Narcos & Salmo a Patrick Benifei, da Andrea D’alessio a Julia lenti, e all’ospite internazionale di origine ghanese Y’akoto.
Un album in cui Ensi, sembra dimostrarsi più maturo, dove le tracce più aggressive si alternano a quelle più dolci, come a voler raccontare tutti gli aspetti della vita. «Scrivo quello che sento» spiega.

Il primo settembre sarà a Varese (ci era già stato nel 2012 – guarda le foto) per la primissima tappa del tour promozionale che lo vedrà girare tutta Italia. L’appuntamento è quindi per lunedì 1 settembre, alle 15, alla Casa del Disco di Piazza Podestà (il 21 ci saranno i Club Dogo).

Perchè hai scelto Varese come prima tappa di questo tour per la presentazione del disco? Questioni di logistica o altro?
«In realtà è un bel punto di partenza. E’ un luogo culto della musica e da sempre punto di riferimento per la vendita di dischi nel nord d’Italia, una bella piazza, una bella location. Sono molto felice di partire da Varese, sono legato a quel posto e spero di trovare la stessa accoglienza dell’altra volta»
 
Perché hai intitolato l’album "Rock Steady"?
«Perchè è un termine che vuole significare essere solido come una roccia, essere qualcosa che nel tempo non cambia e difficilmente scuoti. E’ un titolo azzeccato perchè spiega qual è il mio modo di affrontare il rap e, in particolare per questo album che è sicuramente più maturo dei precedenti e rappresenta ciò che sono»
 
Quando hai iniziato a scrivere e hai iniziato a chiamarti Ensi? Cosa vuol dire?
«Devo scavare indietro nel passato ma è un momento che ricordo bene. All’inizio facevo solo free style e ho dimostrato che non c’è per nessun altro, ho vinto tutto. Non lo dico per "tirarmela" ma è un dato di fatto. Ad un certo punto ho sentito l’esigenza di comunicare qualcosa con la musica e ho iniziato a scrivere. Era il 2005 e dopo anni che rappavo ho iniziato a scrivere i primi pezzi. Oggi è la mia nuova sfida, confermare questa mia capacità e credo che questo album possa essere una conferma»
 
Cosa distingue te dagli altri? Perché un ragazzo dovrebbe ascoltare te e non un altro rapper? Insomma, negli ultimi anni si parla solo di rap e ci sono talmente tanti nomi che, a volte, non si riesce a distinguervi…
«Certo, l’album delle figurine è molto più ricco e non bisogna dare la colpa a nessuno. Quando ero ragazzino io, nel mainstream, c’erano solo gli Articolo 31 e i Sottotono. Nell’underground invece, il panorama era più ampio e io ascoltavo un po’ di tutto. Posso capire che di un rap di possa piacere una cosa, e di un altro un’altra. Non è screditando gli altri che diventi più importante ma è per la musica che fai. Per me l’importante è fare la mia musica, quello che mi piace senza condizionamenti. Penso che il mio pubblico debba supportarmi per il mio attaccamento alla maglia e perchè credo di dare giustizia al mondo dell’hip hop»
 
Cosa intendi per giustizia nel mondo dell’hip hop?
«Significa avere un’attitudine verso questo mondo. Credo che tutti cambiamo, è la vita che ti rock steady ensi porta a farlo, ma non cambierà mai il mio amore e il mio atteggiamento verso quello che faccio e verso il rap. Io sono un Mc…»
 
Un maestro di cerimonia…
«Sì e significa essere parte di qualcosa e portare un messaggio. Scegliere di parlare di determinate cose, dare voce a chi non ce l’ha, affrontare determinati temi. E’ una visione totale della musica e del rap. Trovo riduttivo usare un grande mezzo come questo per dire cose poco costruttive ma fa parte del gioco. Il rap non deve per forza salvare il mondo e tutto può coesistere»
 
Hai un pubblico per lo più di giovanissimi, ti senti responsabile di quello che dici nei tuoi pezzi?
«Dico cose che non possono essere male interpretate. La responsabilità non nasce quanto metto la penna sul foglio ma ce l’ho nella vita. Io sono un ragazzo di 28 anni e le canzoni nascono dal mio vissuto che non sarà mai uguale a quello di un ragazzo di 18 anni. Non punto ad essere un esempio da seguire, penso che posso essere un confidente che tramite la musica ti accompagna. Così come è successo a me con rapper che mi hanno cambiato la vita…»
 
Tempo fa ho intervistato tuo fratello, ha parlato molto bene di te…
«Il nostro contro-scontro. Abbiamo sempre fatto musica insieme, quando uno dei due fa un disco l’altro c’è sempre, in un modo o nell’altro. Molti fan mi hanno criticato perchè in questo disco non c’è un duetto tra noi, l’hanno visto come un tradimento mentre è solo la voglia e la necessità di fare altre cose. E il nostro rapporto resta quello di sempre»
 
Come ti vedi tra vent’anni? 
«Bella domanda, ci devo pensare. Magro, altro, biondo, non lo so…(ride ndr). Alcuni giorni ti direi morto, altre volte su una barca a vela. Posso dirti che mi piacerebbe continuare a lavorare in questo mondo, lo trovo molto interessante»

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Pubblicato il 29 Agosto 2014
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