“Occorre qualcuno che raccolga l’eredità del professor Bono”
Si sono svolti nella basilica di San Vittore, i funerali del professor Aldo Bono, stimato urologo ma anche apprezzato pittore e amante della musica. La sua vita trascorsa aiutando il prossimo è un modello da seguire
« Era residente a Buguggiate ma apparteneva a tutta la comunità di Varese. Per questo, l’ultimo saluto avviene qui in basilica». Così monsignor Donnini ha spiegato perchè i funerali del professor Aldo Bono si sono tenuti nella principale chiesa della città, alla presenza di chi gli è stato accanto e ha condiviso parte del suo cammino di uomo, medico, artista e credente come don Ferdinando Citterio «Era un uomo di più dimensioni: medico ma anche pittore e appassionato di musica». E proprio all’ex direttore di Villa Cagnola di Gazzada e docente di etica all’Università Cattolica è spettato il compito di ricordare la figura del professore, scomparso domenica.
I suoi meriti scientifici, i riconoscimenti ottenuti per aver portato la tecnica del trapianto a Varese, ma anche la sua passione per l’arte e la musica nonchè il suo impegno nel mondo del volontariato sono stati ricordati dal prelato che ha scelto la pagina di Matteo per sottolineare l’impegno del medico verso gli altri.
A porgere l’ultimo saluto ad Aldo Bono molti ex colleghi e allievi, ma anche esponenti del mondo del volontariato, appassionati di arte e musica che hanno condiviso con lui la passione per la Cultura. Tra i presenti anche il Sindaco Attilio Fontana, il presidente del consiglio comunale Roberto Puricelli e il consigliere Luisa Oprandi. In fondo alla chiesa anche l’ex Senatore Antonio Tommasini. A rappresentare l’ospedale di Varese c’era il direttore amministrativo Maria Grazia Colombo. E, proprio dal suo ex reparto è arrivato il saluto finale: la dottoressa Lilia Reali, oggi urologa pediatrica, ha voluto leggere la lettera di commiato scritta da tutti gli ex allievi del prof: «O, come noi preferivamo chiamarlo, il papi… Grazie per aver provato a migliorare il reparto insieme a noi. E noi continueremo a impegnarci per migliorarci. Così non sarà mai finita».
Dal pulpito, anche la nipote ha voluto ricordare la figura dello zio, ricordandone i lati più intimi, le sue passioni, i suoi interessi, la sua grande sensibilità. A chiudere la funzione l’invito di Monsignor Donnini: « Ripropongo l’appello già lanciato da don Citterio: che l’eredità lasciata dal professor Bono non cada nel vuoto. Occorre qualcuno che ne continui l’opera importante nel mondo del volontariato».
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