“Il bando della Regione è a favore dei soliti confidi”

Secondo l’amministratore di Fidialtitalia Giuliano Terzi la decisione del Pirellone «favorisce i confidi già capitalizzati» e minaccia di ricorrere al Tra

Fidialtaitalia, un confidi 107 (leggi nota a piè di pagina) che dal 1993 assiste le piccole e medie imprese nell’accesso al credito, ha incaricato i suoi legali di valutare la possibilità di ricorrere al Tar della Lombardia per impugnare l’ “Avviso pubblico finalizzato a favorire l’accesso al credito delle imprese per il tramite dei confidi” pubblicato nel BURL n. 27 del 2 luglio 2014.
«Fidialtaitalia – spiega l’amministratore Giuliano Terzi – lo ritiene gravemente lesivo per le aziende e per la concorrenza. Sotto la dichiarata finalità di aiutare le imprese, si avvantaggiano invece pochi Confidi, escludendo la maggior parte di essi e favorendo la concentrazione di risorse verso i grandi gruppi di interesse».
Terzi spiega così i motivi di questa decisione: «Il bando favorisce i confidi già capitalizzati e come hanno fatto a capitalizzarsi questi confidi? Ho analizzato i bilanci di più Confidi degli ultimi 10 anni. Gli stessi, anche quando erano non vigilati, hanno percepito milioni di euro a fondo perso e solo grazie a quelli si sono capitalizzati. Solo negli ultimi due anni un Confidi ha ottenuto più di 9 milioni di euro, soldi utilizzati solo per salvaguardare (e non sono comunque bastati) il proprio conto economico».
Fidialtaitalia ritiene poi a dir poco paradossale che non possa essere tra i beneficiati dal bando in quanto sottocapitalizzata. «Una situazione – continua Terzi – dovuta al fatto che in 20 anni di attività abbiam percepito solo 150.000 euro di contributi pubblici, in media 7.500 euro all’anno. Questo bando crea aziende socie di serie A, quelle legate ai confidi che riceveranno la contribuzione pubblica, e di serie B, quelle legate ai confidi esclusi. Ecco perché non è un bando a favore delle imprese ma dei soliti confidi: opera meglio a favore delle imprese un confidi che segue a 360 gradi le esigenze delle aziende o un confidi che lascia da sola l’impresa a contrattare con la banca le linee di credito operative che sono allo stato attuale le più richieste e le più utili e le più costose per le imprese?».
Non meno importante è il parametro legato al numero delle imprese socie dei confidi. Fidialtaitalia si domanda infatti chi certifichi la correttezza del numero dei soci. Alcuni confidi hanno soci da trent’anni quando queste imprese non esistono più. «Come può – si domanda Terzi – un confidi con 15.000 soci erogare solo 100 milioni di euro? Che media di erogato ha per ogni socio? Cosa fa questo confidi, prestiti personali? La somma dei soci dei confidi nelle varie provincie, tenendo conto della percentuale di penetrazione del mercato dei confidi è il doppio e in alcuni casi il triplo delle imprese iscritte alle camere di commercio. Togliamo le voci dubbie (tipo numero dei soci) e difficilmente controllabili, facciamo in modo che tutti possano in modo proporzionale ricevere degli aiuti e controlliamoli inserendo nei cda dei rappresentanti regionali».

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I confidi sono enti senza scopo di lucro a cui si associano imprese artigiane e piccole e medie imprese. Il loro scopo è agevolare l’accesso al credito delle piccole e medie imprese associate fornendo consulenza finanziaria e prestando garanzia sui finanziamenti che le imprese socie richiedono per lo sviluppo della loro attività produttiva. Nella maggiorparte dei casi sono emanazione delle associazioni di categoria del territorio di riferimento e la loro mission è fondata sul concetto di solidarietà e mutualità, in una logica di accompagnamento del rapporto fra imprese e banche.

I confidi si suddividono tra confidi minori o 106,  disciplinati dall’art.106 TUB, e quelli che, raggiunto un volume di attività superiore a 75 milioni di euro, in base all’art.107 TUB, devono essere iscritti all’elenco speciale degli intermediari finanziari vigilati dalla Banca d’Italia. Lo status di confidi 107 comporta un maggiore valore della garanzia prestata: gli istituti bancari, infatti, possono applicare ai finanziamenti garantiti dal confidi 107 la ponderazione del rischio secondo i principi di Basilea 2, destinare una quota inferiore di capitale all’accantonamento per rischio e, di conseguenza, liberare maggiori risorse che possano essere utilizzate per garantire alle imprese condizioni più vantaggiose di accesso al credito. 


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Pubblicato il 03 Settembre 2014
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