L’immigrazione in versi col nuovo libro di Elena Nemes
Nella splendida cornice di Villa Cesarina a Valganna, il nuovo libro “Pensieri sparsi” della poeta romena
Nella splendida cornice di Villa Cesarina, a Valganna, arriva il nuovo libro “Pensieri sparsi” della poetessa romena Elena Nemes, la prima a raccontare l’immigrazione in versi.
Il libro verrà presentato all’interno della rassegna “Arte, Storia e Risorgimento” (20 settembre alle ore 15), evento ideato in occasione dell’anniversario della Breccia di Porta Pia.
Attraverso 30 poesie in italiano, con una versione anche in romeno a cura dello scrittore Alexandru Toma, la poetessa Elena Nemes mette in luce la storia della famiglia approdata in Italia nel 1991. Una storia di ambizione e tenacia di una madre che dedica al figlio tutte le energie per affrontare la difficile integrazione. Edito da Brignoli Edizioni, il libro di Nemes parla in maniera coinvolgente dii sacrifici lavorativi e dolori personali ma anche di sentimenti, spiritualità e amore per la vita.
Forte nei versi di Nemes anche l’eco della terra madre, le sue poesie sono state pensate e scritte in italiano ma riemergono in romeno nello stesso libro grazie alla libera traduzione dello scrittore romeno Alexandru Toma. Quelle di Toma, che non conosce l’italiano, sono "nuove poesie” perché non traducono ciò che hanno trovato ma, cogliendo il senso profondo dei versi originali, arricchiscono con nuova rima e metrica i sentieri intrapresi dalle poesie di Elena Nemes. Il libro diventa così un dialogo a distanza tra due poeti: una romena ormai italiana e un romeno ancora in Romania.
Le poesie per Elena Nemes sono anche un mezzo per comunicare a distanza con altre persone, con gli altri romeni in patria (per questo il desiderio di traduzione in romeno), alle quali ha voluto confidare il proprio vissuto, i sentimenti e l’esperienza di vita. Non ha voluto farlo in modo simbolico, metaforico o con altri sottintesi, ma con la semplicità del loro fluire, poesie nate così come vengono. Non si propone di trasmettere qualcosa in particolare, ma solo di confessarsi, mettendo sulla carta quello che chiama "Pensieri sparsi", vale a dire brevi meditazioni che non sono state né scritte né ordinate cronologicamente. Lo ha fatto in questo modo non per comodità, ma per slegare l’evento dal momento in cui è accaduto. Questo, perché neanche nella vita gli eventi si svolgono secondo un modello o un tempo specifici e neppure iniziano o finiscono in tal modo.
Sono oltre mille gli scrittori e poeti stranieri che hanno scelto l’italiano come nuova lingua per le loro opere letterarie (stime di Angelo Ferracuti, curatore del libro “Permesso di soggiorno: gli scrittori stranieri raccontano l’Italia") ma il numero è destinato a salire grazie al rafforzamento dell’integrazione culturale negli ultimi anni.
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