Marijuana e cocaina, in manette due “grossisti” che servivano Milano

Sequestrate decine di migliaia di euro. Denunciato anche un socio che si occupava di “ripulire” il denaro sporco: secondo i carabinieri è la conferma dell'alleanza tra bande di diverse etnie

Ogni giorno intorno a Milano si muovono mezzi di ogni genere, per ogni genere di bene di consumo. Arrivano i carichi di arance dalla Sicilia e arriva il pesce congelato -che viene dai porti ma pure da Malpensa, via aereo. Arrivano i camion colorati dei supermercati. E arrivano anche le spedizioni di cocaina e marijuana, mercato sempre vivace tra la Madonnina e i capannoni dell’hinterland: Z.H. e B.T. erano due uomini d’affari, a modo loro. «Un grosso volume d’affari», specificano i carabinieri di Rho che li hanno arrestati, dopo averli seguiti per lungo tempi, ripercorrendo gli itinerari della droga tra Milano e il rhodense, ricostruendo la loro filiera, che mostra anche come la criminalità abbia superato le barriere etniche che un tempo opponevano le bande.

I due trafficanti, trentenni cittadini albanesi,  sono stati alla fine fermati a Milano, trovati in possesso di due chili di cocaina purissima e uno di marijuana, pronti per essere immessi sulle piazze di spaccio. In auto con loro c’era anche un terzo uomo, un cittadino marocchino, trovato in possesso di diverse decine di migliaia di euro. I carabinieri sono convinti che sia il loro socio, che si occupasse del riciclaggio del denaro sporco: i soldi, secondo i militari, finivano in una serie di bazar gestititi da magrebini, dove venivano ripuliti. Uno scenario già ricostruito lo scorso anno: alla fine del 2013 erano stati effettuati al riguardo sei fermi, messi sotto sequestro due bazar e sequestrati un milione di euro derivanti dal traffico di stupefacenti.

Ora i due albanesi sono finiti a San Vittore e dovranno difendersi dall’accusa di spaccio in concorso di grossi quantitativi di stupefacenti. Il socio marocchino, indagato per il momento a piede libero, risponderà per ora solo del riciclaggio. «È una scoperta importante, che permette di acclarare i rapporti tra criminalità albanese e magrebina», dicono i carabinieri di Rho. Ieri – anni Settanta – erano l’ndrangheta calabrese e la mafia siciliana che si spartivano il territorio, con divisioni nette e qualche screzio, per poi passare agli accordi. Oggi – che la criminalità italiana ha fatto passi da gigante, più conti correnti e meno armi, se non necessario – le bande straniere collaborano tra loro, a volte anche con gli italiani (perfino con quelli che facevano del razzismo una bandiera, come a Varese). Nel sommerso dell’economia criminale, resta da capire che posto occupasse la banda: l’operazione, ha consentito di sequestrare, oltre allo stupefacente, la somma in contanti di € 82mila euro (in auto). Nella filiera del supermarket della droga, gli arrestati sono grossisti al vertice o anelli intermedi?

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 12 Settembre 2014
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