“Pelikan” pulisce il lago ma nessuno lo vuole

Il battello spazzino, che viene commercializzato da una ditta della provincia, è stato proposto ai comuni che si affacciano sul lago, alla Provincia e alla Regione, ma nessuno ha pensato di noleggiarlo per combattere le alghe

Il suo nome di battesimo è “Pelikan", anche se è più conosciuto come battello spazzino. È in grado di pulire gli specchi d’acqua dai detriti naturali, come legno e alghe, e anche da quelli immessi dall’uomo, come plastica e liquidi inquinanti. Pensato e realizzato dalla Garbage Service di Ancona, il battello è stato proposto anche ai comuni che si affacciano sul lago di Varese.
«Siano stati da tutti gli amministratori, compreso l’assessore all’Ambiente Stefano Clerici del Comune di Varese – spiega Enrico Castiglioni,  titolare della società che commercializza il battello nel Nord Italia – e quasi tutti hanno mostrato un certo interesse, salvo poi non farci sapere più nulla».
Il motivo del silenzio è facilmente comprensibile: la mancanza di soldi nelle casse degli enti pubblici. Effettivamente l’acquisto di Pelikan è piuttosto oneroso (500 mila euro con il massimo della dotazione di bordo), ma la proposta di Castiglioni prevedeva anche il semplice noleggio che poteva essere affrontato con una spesa assai più contenuta, soprattutto se ripartita tra i dieci comuni rivieraschi. «Sappiamo che non è un bel momento per le finanze pubbliche – continua l’imprenditore – e quindi abbiamo proposto il noleggio a 20mila euro al mese. Tra l’altro il battello è di ridotte dimensioni e può essere facilmente trasportato da lago a lago».
Non avendo ricevuto risposte in proposito, Castiglioni ha provato a scalare – in termini metaforici, s’intende – la piramide degli enti pubblici, rivolgendosi prima a quel che rimane della Provincia di Varese, poi all’autorità di bacino di Laveno Mombello e infine alla Regione Lombardia, dove è stato ricevuto dall’assessore all’Ambiente, ma con lo stesso risultato: entusiasmo iniziale, seguito da silenzio.
Secondo l’Asl di Varese, il lago in questo periodo è messo in crisi da una imponente fioritura di alghe solitamente presenti in primavera (microcystis aeruginosa, aphaniomenon flos aquae), ma ritardata dalle condizioni meteorologiche particolari di questa estate. Non è detto dunque che il battello spazzino avrebbe migliorato l’attuale situazione del lago di Varese, di certo non gli avrebbe fatto male in quanto è concepito come prodotto ecologico. Pelikan ha infatti un’anima "verde": è realizzato in alluminio riciclato,  l’energia la ricava dai pannelli fotovoltaici (800 w), utilizza il matrol-be, un fluido idraulico biodegradabile a base vegetale che viene utilizzato negli automatismi.
Insomma, in tempi di vacche grasse avrebbe certamente giovato all’immagine ambientalista di molti amministratori. «Dalle Marche alla Sicilia passando per il Veneto, tanto per citare alcune regioni che lo hanno utilizzato – conclude Castiglioni – ha dato buoni risultati perché la sua particolarità è la modularità: separa i detriti, quelli organici dalla plastica, ha un sistema per aspirare i liquidi oleosi e ossigenare l’acqua per neutralizzare gli agenti inquinanti fino a un metro di profondità e puo’ essere adattato anche come battello antincendio».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 09 Settembre 2014
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