I giovani possono dare un contributo all’Europa, Jci in visita a Bruxelles

La presidente mondiale della Junior Chamber International Chiara Milani ha consegnato al presidente del Consiglio europeo Van Rompuy una dichiarazione dei 70 delegati in visita alle istituzioni europee

 #iameurope. Ossia: io sono l’Europa.  E’ stato presentato direttamente a Herman van Rompuy, presidente del Consiglio europeo, il movimento che invita i giovani a condividere perché siano orgogliosi di essere europei.  A sottoporre all’attenzione di Bruxelles l’iniziativa è stata nei giorni scorsi una delegazione JCI (Junior Chamber International), che ha consegnato la dichiarazione dei 70 delegati che per quattro giorni hanno visitato le istituzioni europee partecipando a workshop per dare il proprio contributo alla strategia Europa 2020.

“Personalmente, come prima donna europea eletta presidente internazionale JCI, sono stata molto lieta di parlare al presidente van Rompuy di Europe 2020”, spiega la bustocca Chiara Milani, attuale presidente del Senato mondiale JCI, che ha incontrato il numero uno del Consiglio europeo durante il programma dell’associazione che mira a rafforzare la consapevolezza in materia di istituzioni dell’UE, dando ai soci JCI anche la possibilità di seguire come un’ombra un europarlamentare per due giorni. “Partecipo a questa iniziativa dal 2008 e quest’anno sono stata felice di tornarvi per portare la voce dei giovani cittadini attivi direttamente al presidente van Rompuy”, prosegue Milani.

I delegati che hanno partecipato al “JCI European Know-How-Transfer” hanno infatti dato il proprio contributo d’idee e affermato il proprio impegno riguardo la strategia europea che, per rilanciare l’economia dell’UE, prevede cinque obiettivi ambiziosi in materia di occupazione, innovazione, istruzione, integrazione sociale ed energia/clima, da raggiungere entro il 2020.

In Europa JCI, che costituisce una leadership globale di cittadini attivi tra 18 e 40 anni, è attiva in quaranta nazioni. A livello mondiale, sono ben 123 i Paesi in cui l’associazione offre opportunità di crescita ai giovani affinché si facciano promotori di cambiamenti positivi. Apprestandosi a festeggiare il centesimo anniversario di fondazione, JCI conta un network di qualche milione di persone tra soci under 40, alunni e senatori,tra cui il principe Alberto di Monaco e l’attuale vice primo ministro giapponese Taro Aso, che lo scorso anno la giornalista bustocca ha personalmente incontrato, assieme a personaggi del calibro di Papa Francesco e il segretario dell’ONU Ban ki-Moon.

Un’esperienza di cui Chiara Milani è stata invitata a parlare nei giorni scorsi, sempre a Bruxelles, all’assemblea generale dell’Unione consolare belga, che per la prima volta in 22 anni ha chiamato come relatore una donna. “Ho ricordato ai diplomatici che, come ha detto il primo ministro Matteo Renzi in occasione del semestre di presidenza italiana del Consiglio dell’Unione Europea, i nostri nonni non hanno fondato l’Europa per una moneta comune, ma contro la guerra. Ossia, per la pace. Oggi più che mai dalla fine della seconda guerra mondiale, l’Europa deve avere il coraggio di agire per la pace”, spiega Milani, che cita come a livello locale la sezione provinciale varesina di JCI collabori ormai da anni con il tempio civico di Busto Arsizio, che è un centro di educazione permanente alla pace. Senza contare che, su invito dei soci JCI, nel 2011 il consiglio comunale di Busto Arsizio ha votato all’unanimità l’adesione al network mondiale dei sindaci per la pace.

“Nella nostra associazione crediamo che soltanto unendo istituzioni, impresa e società civile si possa avere uno sviluppo sostenibile”, commenta in proposito Gianfranco Demilio, presidente nazionale di JCI Italy, che invita i giovani della provincia di Varese tra 18 e 40 anni, desiderosi di migliorare se stessi per migliorare la società, a scrivere a sg@jciitaly.org. La costruzione di un mondo e un’Europa migliori, infatti, iniziano dalla propria comunità.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 14 Ottobre 2014
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