“I tassi non sono del 1904”. E’ giallo al verde (pubblico)

La disfida sul futuro dei Giardini Estensi. L'agronomo Zanzi contesta la versione ufficiale sui cipressi che danneggerebbero gli alberi centenari. La risposta del comune

Ci vorrebbe Sherlock Holmes, per risolvere questo enigma. Magari insieme a un fido Watson, giardiniere e storico. I tassi centenari del Parco Estense, sono davvero centenari? Dove sono le prove? Ecco quello che abbiamo scoperto indagando. «Io non credo che i tassi dei Giardini Estensi siano pluricentenari – afferma Daniele Zanzi – come il comune vuol far credere. Le informazione secondo le quali i cipressi devono essere tagliati, perché uccidono degli alberi antichi e più pregiati, sono del tutto false».

(Un’immagine che mostra i tassi, ancora cuccioli, e senza cipressi, nel 1958)

L’agronomo Daniele Zanzi è il primo a intervenire,  e accusa il comune di aver fornito delle informazioni non verificate. Com’è noto, i 16 cipressi della California dovevano essere tagliati per due motivi: il primo è che l’assessorato voleva eliminare gli arbusti non in linea con il disegno originale del giardino pensato dal duca Francesco D’Este, e il secondo è che stanno fagocitando i tassi secolari e potrebbero farli morire. Zanzi, uno dei promotori della protesta, a sostegno della sua tesi mostra una fotografia del 1967, i cui si vedono i tassi, dietro a una signora, che non avrebbero la dimensione e l’altezza necessaria per poterli classificare come davvero antichi. 
(sotto, la foto del 1967)

Questa è una prima valutazione ma Zanzi va oltre e afferma: «Mi sembra più probabile che siano stati ripiantati più volte. Non ci sono prove che siano proprio quelli che si vedono nelle foto del primo novecento, anche se si trovano nelle stesse posizioni».
In effetti l’enigma sembra fitto. In una successiva immagine che il comune data nel 1920, mentre a Torino si occupano le fabbriche e nasce il fascismo, i tassi sono magri magri e sembrano alti come nell’immagine del 1967.
(sotto, la foto del 1920)

L’ispiratore del taglio dei cipressi.
Ora però facciamo un passo indietro. Durante una commissione ambiente in comune, il 9 settembre, il responsabile del verde pubblico Pietro Cardani tenne una lunga relazione su quei tassi. La fonte di ispirazione di quella relazione è un libro, “I giardini della città giardino” che scrisse per la Lativa editore nel 1984 Paolo Cottini. La pagina che ha più colpito i tecnici di Palazzo Estense è la 280. Cottini teorizza il fatto che nel 1901, in occasione dell’esposizione universale, il giardino fu snaturato e anche danneggiato sulla collina, con la costruzione di un gigantesco toboga che faceva precipitare una barca nella fontana. Furono anche estirpate delle piante ma il comune quando riparò i guasti non lo fece con la sensibilità storica necessaria. «Aveva così inizio una lunga stagione – scrive Cottini – che vedeva l’inserimento nel giardino di elementi vegetali scelti in modo casuale (il colmo fu raggiunto con esemplari di palme) e la sovrapposizione di soluzioni stilistiche diverse, molto spesso non correlate all’impronta voluta da Francesco III d’Este, dal Pellegrini Robbioni e dal Veratti».
Quanto accaduto in questi mesi sta tutto in queste righe. Cardani è un tecnico ma la sua impostazione, desunta dal libro («che mi ha aperto un mondo» ha di recente affermato), ha trovato parere favorevole nell’assessore Clerici e così è partita la campagna del recupero filologico, a cui è stata aggiunta la storia del danneggiamento dei tassi secolari. Se però la teoria del recupero ha una base teorica, diciamo, quella dei tassi danneggiati e centenari è più controversa. 

LE FONTI STORICHE

Sul valore storico dei tassi, che siano magri come nel 1920, o belli grassocci come oggi, non c’è documentazione certa, ed è per questo che Cardani e Zanzi dicono cose opposte. «In commissione ho mostrato una cartolina del 1904 dove si vedono i tassi, e io sono convinto che siano gli stessi di oggi» afferma Cardani.
Ed eccola questa foto (anno 1904)

LA LARGHEZZA DEL TRONCO? ELEMENTARE WATSON
Sono loro? «Sono solo deduzioni senza fondamento – ribatte Zanzi – dove sarebbero le prove?». «Sono le stesse pagine che ho inviato alla sovrintendenza – incalza Cardani – io guardo anche il diametro delle piante, che arrivano a 50 – 60 centimetri circa. Hanno almeno 110 anni e la larghezza del tronco è compatibile».

Il comune ci ha fornito tutte le foto dei Giardini Estensi portate in commissione. Giudicate voi, ma quello che si può notare è che spesso i tassi hanno la stessa altezza a distanza anche di anni.
«E’ perché sono stati sempre tagliati regolarmente – spiega Cardani – fate conto che li hanno tenuti come un bonsai, evitando, anno dopo anno, che si alzassero troppo».
Zanzi non concorda. «La visione di tante fotografie non fa una prova». Toccherà misurare i tronchi, Watson.

TUTTE LE FOTO, 140 ANNI DI GIARDINI ESTENSI

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 08 Ottobre 2014
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