Il consiglio comunale dice no allo Sblocca Italia

Votata all'unanimità la mozione presentata dal Movimento 5 Stelle Legnano che impegna sindaco e giunta a valutare le proposte del tavolo tecnico su Accam e ad opporsi al decreto del governo in materia di rifiuti

Nella seduta del consiglio comunale di giovedì 1 ottobre è stata votata all’unanimità la mozione presentata dal Movimento 5 Stelle di Legnano in tema di smaltimento dei rifiuti che impegna sindaco e giunta a tenere in considerazione i risultati del tavolo tecnico che deve presentare alternative al revamping di Accam e ad esprimere parere negativo al disposto del decreto Sblocca Italia in materia di gestione dei riufiuti. Una vittoria per i 5 Stelle che commentano attraverso un comunicato del consigliere comunale Riccardo Olgiati. La mozione è in fase di presentazione nei consigli di molti dei comuni soci del consorzio Accam.

Ci siamo sentiti in dovere di presentare questo documento perché alla luce del decreto Sblocca Italia emanato dal Governo Renzi e pubblicato in gazzetta ufficiale già qualche settimana fa il percorso portato avanti in questi mesi con grande fatica di valutazione delle alternative al revamping dell’inceneritore di Busto Arsizio era messo a grosso rischio da quanto inserito nell’articolo 35 del decreto sopra citato. Questo articolo infatti va a minare pesantemente l’autonomia locale in tema di smaltimento dei rifiuti. Se prima le decisioni su questo processo erano di competenza regionale con l’applicazione dell’art. 35 del decreto Sblocca Italia la palla passerebbe in mano al Governo centrale. L’ovvia conseguenza è che la Lombardia, regione che ha oggi una sovracapacità di impianti rispetto all’autosufficienza di smaltimento dei rifiuti, si potrebbe trovare ad essere la pattumiera di Italia perché il decreto prevede la libera circolazione dei rifiuti su tutto il territorio nazionale e non più regionale o provinciale.

L’autosufficienza è dimostrata dal fatto che Regione Lombardia aveva iniziato un percorso di decommissioning di almeno 3 dei 13 impianti presenti sul territorio ed uno di quelli presi in considerazione era proprio quello di Busto Arsizio, approfittando anche del fatto che l’impianto è oramai vecchio e la spesa di oltre 40 milioni di euro per il Revamping dell’inceneritore è considerata non conveniente, anche perché ammortizzare una spesa così elevata (che andrebbe a gravare sui comuni soci del consorzio) legherebbe il territorio alla pratica dell’incenerimento per un arco di tempo notevole, fino al 2040 circa.

Abbiamo accolto con piacere la notizia che Regione stessa attraverso l’assessore all’ambiente Terzi si è già mossa anch’essa tempestivamente per contrastare l’articolo 35 dello Sblocca Italia, chiedendone lo stralcio completo, per salvaguardare la propria autonomia decisionale in tema di smaltimento dei rifiuti ed ha presentato ricorso alla corte costituzionale.
Se tanti anni fa la pratica dell’incenerimento poteva essere vista come un passo in avanti oggi non si può certo dire la stessa cosa, anzi è proprio l’opposto. Oggi le alternative ci sono, le nostre proposte ed il tavolo che entro l’8 di ottobre dovrà produrre i possibili scenari alternativi al revamping ne sono la dimostrazione. Legarsi ancora per decenni all’ormai superata tecnica di incenerimento sarebbe davvero un’operazione che riteniamo folle ed anacronistica, aggravata ancora di più dalla grande spesa che comporterebbe nell’immediato per i comuni soci del consorzio Accam.

Riteniamo quindi che l’approvazione di questa mozione, che chiede al sindaco Centinaio di esprimere il parere negativo del comune di Legnano all’applicazione del disposto dell’art.35 del D.L. 133/14 agli inceneritori (tra cui l’impianto Accam), dando contestualmente mandato al Sindaco di richiedere all’Assemblea dei Soci di Accam Spa l’approvazione di un analogo atto di indirizzo di contrarietà al citato art. 35 del D.L. 133/14, sia un bel segnale politico della reale volontà del comune di Legnano di proseguire nella direzione che si è presa in questi mesi in accordo con tutti gli altri comuni soci Accam, anche in aperto contrasto con un decreto emanato dal Governo centrale dello stesso colore politico. Da sottolineare come anche nel comune di Samarate ed in quello di Vanzaghello sono stati approvati atti simili dimostrando che il territorio pretende il rispetto dell’autonomia decisionale locale su questo tema.

Ora la palla passa all’amministrazione che dovrà tenere fede all’impegno preso su mandato del consiglio comunale anche nei confronti di Accam stessa. Pensiamo che quello avvenuto nel consiglio di mercoledì sera sia un altro piccolo passo avanti verso un grande obiettivo che, con la collaborazione di tutti i gruppi M5S e con il prezioso apporto dei comitati ambientali della zona ci siamo prefissi ed intendiamo portare avanti fino al raggiungimento dell’obiettivo finale, la chiusura dell’inceneritore di Busto Arsizio.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 03 Ottobre 2014
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