Letti improvvisati e muri sventrati. Nella fabbrica dei senzatetto

Alle ex Officine Fs di via Pacinotti vivono una ventina di persone senza casa, in condizioni igieniche spaventose. Le contromisure non funzionano e i vicini denunciano una situazione invivibile

Muri diroccati, cumuli di macerie, topi, bombole del gas e giacigli provvisori. Ecco la "fabbrica dei senzatetto", le ex officine Fs di Gallarate dove abitano almeno una ventina di persone senza casa, cittadini rumeni che vivono di carità raccolta ai semafori di mezza provincia, da Busto a Varese, da Castellanza a Gallarate. Nel tempo ci siamo occupati più volte delle ex officine Fs di via Pacinotti: i primi gruppi di senzatetto si stabilirono sotto il ponte della Mornera nel 2010, da allora sono passati sgomberi e messe in sicurezza, ma la situazione è andata peggiorando. Prendete i muri: dopo l’ultima "messa in sicurezza" le FS – società proprietaria ancora oggi del complesso, abbandonato dal 1997 – hanno demolito in parte i fabbricati (storici) e hanno scavato alcuni buchi all’interno per rendere inabitabili gli ambienti. I senzatetto però sono tornati, si sono raccolti in locali più piccoli, continuano a muoversi tra edifici mezzi sventrati e – sarà l’occhio di un profano – a rischio crollo: «Guardate quel tetto in amianto, il giorno che viene giù la polvere ce la respiriamo noi» racconta un residente della zona, che da tre anni almeno segnala presenze e movimenti e spera in un intervento. Il tetto in amianto è imbarcato al centro.

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La situazione igienico-sanitaria è più che precaria: davanti al cancello dell’ingresso principale (quello che era ingresso, mentre oggi si entra da piccoli varchi nella recinzione) anche in un giorno uggioso di novembre, non certo caldo, si sente l’odore di rifiuti in putrefazione, accumulati tra i rovi là dove stava un tempo la piattaforma che serviva a spostare i vagoni da una parte all’altra delle officine di riparazione. In almeno un paio di punti ci sono le cucine improvvisate di questa città dei disperati: mattoni e una grigia, per prepararsi il cibo quando ritornano dalla giornata di accattonaggio passata tra i fumi dei gas di scarico alle porte di Gallarate o di Varese. Ci sono anche bombole del gas, qua e là, si spera ormai vuote. Qui ci sono stati anche alcuni incendi, negli anni passati, con l’intervento dei vigili del fuoco: tra muri diroccati e materiale pericoloso, l’attuale stato mette a rischio per primi gli stessi abitanti abusivi.

Qua e là ci sono cumuli di macerie. Quelli fatti dalle ruspe FS, ma anche quelli fatti dai senzatetto, per riaprirsi un varco nei locali rimasti integri: «La notte si sente che picchiano per rompere» racconta un altro residente di via Pacinotti. Il cancello davanti all’ex dormitorio (più vicino a Madonna in Campagna) è stato chiuso, gli abitanti abusivi hanno demolito un tratto di recinzione per crearsi un passaggio.  Gli abitanti delle ex officine rientrano nel pomeriggio dalla loro giornata, di solito non sono molesti, ma a volte si sentono urla e litigi nella notte: «Sono gruppi diversi, a volte si danno fastidio tra loro». Ci sono mezzi anziani con i vestiti scuri, una giovane donna che in centro a Gallarate fa accattonaggio con gli occhi bassi, uomini giovani. Giuseppe De Bernardi Martignoni, consigliere comunale d’opposizione, accusa sindaco e giunta di scarsa fermezza: «Chiaramente ci deve essere il rispetto delle regole, ma ci deve essere anche un indirizzo politico: la Polizia Locale deve tenere il fiato sul collo di queste persone. A Varese alcuni dei fermati dalla Locale oggi comandata da Emiliano Bezzon sono stati allontanati con foglio di via, qui si è sempre detto che non si poteva fare perchè sono cittadini comunitari». Conclusione: «Qui dalla tolleranza zero siamo passati alla sicurezza zero».

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Leggi anche: Via Pacinotti e la fabbrica dei treni, la storia delle Officine FS

I residenti vorrebbero che il sindaco facesse valere le ragioni anche nei confronti delle FS, che non mostrano particolare interesse all’area, che è abbandonata e senza prospettive da 15 anni e più (anche se l’amministrazione comunale ora vorrebbe recuperare l’area, inserendola nella variante al Pgt). C’è chi ha già scritto al sindaco – come autorità sanitaria – e lamenta di non aver ancora ricevuto risposta. E a questo punto i residenti di via Pacinotti pensano ad una protesta in consiglio comunale e ad una segnalazione da inviare al Prefetto.

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Pubblicato il 09 Ottobre 2014
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