Brugnoli: “Le imprese hanno bisogno di fiducia e meno burocrazia”

L'intervento del presidente di Univa alla tavola rotonda su sviluppo e competitività col ministro Giuliano Poletti a MalpensaFiere

L’intervento del presidente degli Industriali della Provincia di Varese Giovanni Brugnoli alla tavola rotonda su competitività e sviluppo con il ministro Giuliano Poletti a MalpensaFiere

Onorevole Ministro,

chi le sta di fronte rappresenta un sistema economico che solo fino a qualche anno fa operava su un territorio a piena occupazione. Nel 2007 la percentuale dei senza lavoro era ferma al dato fisiologico del 2,9%. Oggi il tasso di disoccupazione nel Varesotto è all’8,6%. Sono dati di un trend che danno la misura delle difficoltà che sta attraversando l’industria varesina, ma che non danno il senso delle potenzialità di un sistema economico locale, ancora forte nei suoi fondamentali e pronto a ripartire.

Siamo convinti che non basti il Jobs Act per creare occupazione. Ma siamo altrettanto certi che la materia prima di cui oggi i nostri imprenditori hanno bisogno per tornare a investire sul lavoro sia la fiducia. E buona parte di questo elemento di ottimismo nel futuro si gioca sulla dimostrazione della capacità del Paese di rinnovarsi. Come imprenditori sentiamo il bisogno di una riforma coraggiosa del mercato del lavoro. Quello che è oggi in discussione è un buon testo che ci auguriamo possa passare il più indenne e il più rapidamente possibile all’esame del Parlamento, resistendo ai tentativi di chi vorrebbe riportarci al passato o, forse ancora peggio, inchiodarci al presente.

Così come è ormai divenuto necessario rimettere ordine alla confusa proliferazione, degli ultimi anni, delle varie forme contrattuali di avviamento al lavoro. La semplificazione, su questo, così come su molti altri temi, ci permetterebbe di tornare a fare il nostro mestiere: quello di imprenditori, anziché quello di “Azzeccagarbugli” alle prese con una burocrazia incomprensibile. Anche questo potrebbe favorire qualche assunzione in più.

Non tutti i cambiamenti sono, però, innovazione. Non lo sarebbe di certo drenare risorse ai fondi interprofessionali. Cancellare o depotenziare queste realtà, così come abbiamo sentito ventilare, vorrebbe dire tarpare le ali ad un volano di competitività per i territori, soprattutto quelli fortemente manifatturieri come la provincia di Varese, dall’alto tasso di know how.

I Fondi interprofessionali ci hanno, infatti, aiutato in questi anni a sviluppare un sistema di competenze sul territorio senza precedenti. Le imprese varesine hanno creato partnership con istituzioni scolastiche e universitarie per avviare la formazione dei collaboratori. Come territorio stiamo riuscendo ad alimentare un circolo virtuoso che, grazie ad una visione strategica e a procedure gestibili di accesso ai fondi, ci sta consentendo di investire sul sistema educativo e formativo nel suo complesso.

E ciò per sempre meglio stimolare quella capacità di intraprendenza che e’ nel dna di una provincia che ha fatto dell’imprenditoria diffusa una delle sue caratteristiche. Questa vocazione che ancora esiste va tutelata e rilanciata anche attraverso lo sviluppo e la valorizzazione di infrastrutture che favoriscano lo scambio delle merci e l’incontro di persone. Un esempio su tutti Malpensa, infrastruttura dichiarata strategica per la quale non si vede una strategia chiara e sufficiente.

Attraverso il mantenimento sul territorio delle eccellenze che rappresentano la punta di diamante dell’industria aeronautica, sfuggendo a logiche accentratorie che ne riducano quell’autonomia che si trasforma nell’incontro virtuoso tra competenze e fantasie progettuali.

Oggi, Signor Ministro, siede al Tavolo varesino della Competitività e dello Sviluppo. E sia la competitività, sia lo sviluppo, noi imprenditori lo sappiamo bene, si ottengono non solo col contenuto dell’innovazione, ma anche sulla velocità di realizzazione.

Fate bene, dunque. Ma fate anche presto.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 05 Novembre 2014
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