Passa la legge sul consumo di suolo. Contrarie le opposizioni

Due giorni interi di discussione e un voto finale arrivato alle 23.30 di mercoledì sera: 41 voti favorevoli e 27 contrari

Dopo due giorni interi di discussione – a tratti piuttosto accesa – il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato la legge per il "contenimento del consumo di suolo". Il voto finale è arrivato alle 23.30 di mercoledì sera: 41 voti favorevoli (tutta la maggioranza) e 27 contrari (PD, Patto Civico e M5S).
«Il Consiglio regionale ha affrontato in questi due giorni un lungo lavoro di elaborazione per arrivare ad approvare una legge contro la riduzione del consumo di suolo in Lombardia – ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale della Lombardia, Raffaele Cattaneo -. Dopo oltre 20 ore di lavoro si è ottenuto un risultato condiviso, frutto di impegno comune che ha visto coinvolte le forze di maggioranza e opposizione. Il dibattito ha avuto anche toni accesi, finanche aspri, ma alla fine è prevalsa la logica del confronto e del buon senso».
Rispetto al testo approvato in Commissione, sono state introdotte alcune modifiche significative: nel computo del “consumo di suolo” viene inclusa anche la superficie necessaria alla realizzazione delle infrastrutture (proposta delle minoranze); la norma transitoria che consente l’attuazione delle previsioni edificatorie già contenute nei piani di governo del territorio (PGT) viene ridotta da 36 a 30 mesi (proposta delle minoranza); i criteri per la definizione della soglia massima di consumo di suolo includono e dovranno tenere conto anche dell’effettivo incremento della popolazione su base Istat; il disincentivo transitorio di carattere finanziario, in vigore fino all’adeguamento dei piani di governo del territorio, prevede come onere a carico dei costruttori l’applicazione di un costo di costruzione pari al 5% dentro il tessuto urbano consolidato, mentre al di fuori del tessuto urbano consolidato la sua quantificazione viene lasciata alla discrezione dei sindaci entro un minimo del 20% e un massimo del 30%.
«Il testo finale approvato oggi è frutto del lavoro svolto da tutte le forze politiche – ha detto il sottosegretario Ugo Parolo (LN) – e la legge recepisce i contributi e le sensibilità di tutti i gruppi presenti in Consiglio regionale: sono particolarmente soddisfatto dell’esito di questi due intensi giorni di lavoro perché siamo riusciti a ricucire il rapporto con tutte le forze politiche passando da posizioni di forte contrapposizione a posizioni di differenziazione costruttiva. Siamo la prima Regione in Italia ad approvare una legge di questo tipo e a bloccare definitivamente da subito ogni possibilità di costruire su suolo agricolo”.
Giudizio e voto negativi arrivano da Pd e Patto Civico. «Questa è una brutta legge, il suolo lombardo aveva bisogno di ben altro – commentano i capigruppo Enrico Brambilla e Lucia Castellano -. Abbiamo tenuto per due giorni interi la maggioranza in Consiglio cercando di ridurre il danno. E in parte ci siamo riusciti. Ma questo rimane un provvedimento sbagliato che nei fatti è troppo debole sul tema della riqualificazione e rigenerazione urbana e soprattutto non ferma l’espansione continua dei centri urbani, l’erosione delle aree agricole e verdi e l’impermeabilizzazione del suolo. Cosa ancor più grave alla luce dei disastri di questi giorni provocati da anni di abuso del territorio».

La scheda della legge
La legge approvata si compone di 6 articoli. Nel testo viene previsto uno stop graduale al consumo di suolo per non rimettere in discussione i Pgt approvati dai Comuni, introducendo il concetto di bilancio ecologico del suolo (Bes) per stabilire la soglia di consumo zero. Non potranno più essere autorizzate nuove varianti su terreni agricoli, anche se nel frattempo per 30 mesi saranno salvaguardati "i progetti in essere", destinati poi a decadere con due sole deroghe ammesse: quella per l’ampliamento delle attività economiche esistenti e quella per le opere previste nell’ambito di accordi di programma di valenza regionale.
I criteri per misurare il consumo del suolo saranno determinati dal Piano Territoriale Regionale (PTR) e il consumo di suolo potrà essere autorizzato solo se verrà dimostrata, nei PGT comunali, l’impossibilità tecnica ed economica a riqualificare aree già edificate. Per incentivare i Comuni alla rigenerazione urbana, la legge punta alla concessione di finanziamenti regionali con semplificazione procedurale, senza oneri a carico dei bilanci comunali.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 20 Novembre 2014
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