Poche adesioni, l’outlet anticrisi non si farà

Il promotore Francesco Scudier commenta con amarezza: "Ci siamo dovuti fermare ad un passo dalla realizzazione per la sfiducia di alcuni", ma non si abbatte e rilancia "lo proporrò altrove"

Francesco Scudier, promotore insieme alla moglie Rosy Morgese dell’outlet anticrisi, appare abbattuto ma non intende far cadere il progetto: «Non abbiamo raggiunto l’obiettivo – racconta al telefono – l’outlet del distretto non partirà perchè non siamo riusciti a riunire un numero sufficiente di commercianti pronti a sottoscrivere l’investimento, dovevamo essere almeno 10 ma ci siamo fermati a otto nonostante avessi registrato la disponibilità di almeno una dozzina di associati Ascom». Tanti erano i colleghi che avevano partecipato a tutte le riunioni della fase preliminare, un numero sufficiente per mantenere bassa la cifra da investire e poter partire senza grossi rischi: «All’ultimo momento ha prevalso la sfiducia di alcuni, le motivazioni possono essere in parte condivisibili ma non posso nascondere una punta di amarezza per come sono andate le cose». 

COS’E’ L’OUTLET ANTICRISI

Scudier (a sinistra nella foto, ndr), però, non intende arrendersi: «Il progetto era e resta valido, sto valutando di proporlo in altre realtà dove ho trovato interesse e attenzione». Il negozio di via Zappellini, individuato dal Comune per avviare l’esperienza, resterà con le serrande abbassate e la sensazione è quella di aver perso un’occasione: «Purtroppo sì. Dopo tanto lavoro con l’Ascom e con il Distretto del Commercio, che ci hanno sempre appoggiati, devo registrare che su 200 commercianti del settore tra Busto Arsizio e Valle Olona non siamo riusciti a far passare il messaggio della nostra iniziativa – conclude Scudier – aprire un negozio a pochi passi dal centro di Busto che potesse mettere in vendita ciò che spesso giace nei magazzini dei negozi, a prezzi più bassi proprio grazie alla sostenibilità dell’investimento condiviso, non è stato considerato come un investimento che può rendere e dare una mano in un momento di crisi come questo». Scudier ha individuato due fattori che hanno aumentato l’incertezza: «I tempi lunghi che hanno portato alla concretizzazione del progetto e la mancanza di speranza in un miglioramento da parte di alcuni dei commercianti coinvolti». 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 05 Dicembre 2014
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