Ancora pochi giorni per la mostra alla Pinacoteca Züst
Chiude l’11 gennaio l’esposizione dedicata alle donne e rituali nel Rinascimento
C’è ancora qualche giorno, fino all’11 gennaio, per visitare la bella mostra “Doni D’Amore – Donne e rituali nel Rinascimento” in corso presso la Pinacoteca Cantonale Giovanni Züst a Rancate di Mendrisio, in Canton Ticino.
L’esposizione, aperta già dal mese di ottobre, presenta al pubblico una serie di oggetti preziosi sul tema dei rituali d’amore in voga durante il Rinascimento nei cerimoniali delle classi più elevate. Si spiega così ad esempio, prima attraverso un video introduttivo, poi per il tramite di una serie di oggetti e di tavole, come avveniva un fidanzamento, cosa si donava in occasione di un matrimonio o della nascita di un figlio appartenente ad una famiglia nobile; oppure si illustrano curiosità, come l’abbigliamento ed il comportamento femminile e maschile in occasione degli incontri amorosi.
Di particolare interesse tra gli oggetti e le opere esposte, probabilmente per il prestigio ed il valore, ma sicuramente per il loro splendore, sono due dipinti del Cinquecento che da soli valgono i 10 franchi del biglietto d’ingresso: una “Annunciazione” lavorata attorno al 1520 dal pavese Pier Francesco Sacchi, appartenente ad una collezione privata luganese; e una splendida “Sacra Famiglia con Sant’Anna” (vedi particolare in foto) del meno noto artista abruzzese Polidoro da Lanciano, detto anche Polidoro Lanciani o Polidoro di Mastro Renzo. Egli fu attivo a Venezia ed alla Galleria dell’Accademia è ben conosciuto per la sua enorme tela della “Pentecoste”, ma anche alla Züst non si può fare a meno di sgranare gli occhi ammirando la sua maestria. La tela proviene dalla Pinacoteca di Palazzo Chiericati a Vicenza.
Nel medesimo contesto della Cantonale vale la pena di soffermarsi anche su almeno una sezione permanente dell’esposizione, quella dedicata a Giovanni Serodine, pittore ticinese attivo nella Roma di Caravaggio e ricordato dal contemporaneo Giovanni Baglione ne “Le Vite de’ Pittori”: di suo a Rancate c’è il ben noto “Ritratto del padre”, ma anche il notevole “San Pietro in carcere”.
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