I 5 Stelle: “Pedemontana nasce vecchia, rinunciamo al completamento”

I consiglieri regionali Gianmarco Corbetta e Paola Macchi chiedono alla Regione di rinunciare a proseguire la tratta B. «I due tratti inaugurati assorbono tutte le risposte previste, mancano ancora 2 miliardi di euro»

«La Regione rinunci a proseguire il tracciato di Pedemontana, è un’infrastruttura nata vecchia». È l’appello dei consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle Gianmarco Corbetta e Paola Macchi, che chiedono a Roberto Maroni di non impegnare nuove risorse nel progetto, sottraendole al trasporto pubblico. «Le prime due tratte A e B1 hanno già assorbito tutte le risorse a disposizione».

«Abbiamo, dati alla mano, ampiamente chiesto di rinunciare al proseguimento della Pedemontana, un’infrastruttura nata vecchia. Se ne parla dagli anni 50 e nel frattempo il mondo è completamente cambiato a partire dalla deindustrializzazione del territorio» dice  Gianmarco Corbetta. «Oggi Pedemontana è la risposta sbagliata a una reale esigenza di mobilità dei cittadini e delle imprese: un supercollegamento Varese-Bergamo non serve a nulla». Qual è dunque la risposta? «Serve invece efficientare il sistema logistico di trasporto merci (oggi i camion non viaggiano a pieno carico), potenziare il trasporto pubblico per i pendolari da e verso Milano, favorire i brevi spostamenti delle PMI tramite il miglioramento della rete stradale ordinaria».

Per Paola Macchi, consigliere del Movimento 5 Stelle della Lombardia: «Ormai, i politici che contano in Lombardia, tutti varesini, dal Presidente Maroni al Presidente del Consiglio regionale Cattaneo fino a il segretario regionale del PD Alfieri, il loro pezzo di Pedemontana (e il relativo ritorno elettorale) l’hanno avuto. I tempi sono maturi perché si dica una buona volta la verità ai cittadini: la Pedemontana finirà indecorosamente a Lentate sul Seveso e gli altri tratti non vedranno mai la luce. Tutto il traffico proveniente da Como, Varese e Saronno si riverserà nel girone infernale della superstrada Milano-Meda, già oggi di per sé al collasso».

I Cinque Stelle contestano l’impatto ambientale dell’opera, anche sul fronte del consumo di suolo, ma segnalano soprattutto l’incertezza finanziaria che pesa sull’opera nel suo complesso: «I lavori sono stati finanziati solo per la tratta inaugurata e la B1, da Lomazzo a Lentate. Questi percorsi hanno assorbito tutte le risorse pubbliche originariamente previste per l’intera opera. Per completare l’inutile opera mancano all’appello quasi 2 miliardi di euro, che le banche si sono ben guardate dal concedere, anche per le previsioni di traffico crollate del 40% dal 2009 ad oggi. Pedemontana è un morto che cammina e non andrà mai oltre la tratta B1».

La questione finanziaria s’interseca con le incertezze sul pedaggio. «Per la tratta A restano aperte numerose questioni come la gratuità del tratta per i prossimi mesi, forse per tutto il 2015, che apre un buco nelle casse della società. A pagare come sempre saranno i cittadini, visto che la Regione ha assicurato la copertura dell’operazione» continuano i 5 Stelle, che fanno riferimento anche al precedente di Brebemi (60 milioni in un triennio dalla Regione, oltre a 300 dal governo nazionale). «Chiediamo a Maroni di impegnarsi a non reperire queste risorse dai fondi previsti per il trasporto pubblico» continua Paola Macchi. «Si dia inoltre una forte accelerata a tutte le compensazioni ambientali previste e a oggi rimaste praticamente sulla carta. Avrebbero dovuto essere realizzate in contemporanea alla tratta e invece oggi l’asfalto c’è, le compensazione sono solo una promessa. Infine, Maroni s’impegni affinché alla colata di asfalto dell’autostrada non si aggiunga la colata di cemento di capannoni e centri commerciali che ad esempio hanno devastato il territorio lungo l’A4; evitiamo oltre al danno la beffa», conclude Macchi

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Pubblicato il 26 Gennaio 2015
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