Cosentino: “Così facciamo crescere le pmi del distretto”

Da quando è nato, il distretto ha realizzato un modello dove il rapporto tra grandi e piccole imprese è stato completamente ribaltato

univa

«La competitività della supply chain (catena di fornitura, ndr) più che trovarla nel mondo sarebbe meglio trovarla a chilometro zero». L’affermazione di Carmelo Cosentino, presidente del Distretto aerospaziale lombardo, oggi Lombardia aerospace cluster, non è una semplice dichiarazione programmatica. Nel giro di cinque anni, cioè da quando è nato, il distretto non ha cambiato solo il nome, ma ha realizzato un modello dove il rapporto tra grandi e piccole imprese è stato completamente ribaltato. Le 73 pmi del cluster sono infatti sempre più partner strategici nei progetti e sempre meno semplici fornitori in balia dei 5 big del settore, tra cui ci sono le ammiraglie del gruppo Finmeccanica, AgustaWestland e Alenia Aermacchi. «Siamo coscienti – continua Cosentino – che una grande impresa ha bisogno di un tessuto industriale sviluppato intorno e la missione del distretto è quella di far crescere qualitativamente e quantitativamente tutte le imprese, perché fatto 100 il costo di produzione di un elicottero o di un aereo, il 30 % è fatto in casa, il 70 % dalla catena di fornitura».

(foto sopra: Carmelo Cosentino e Paola Margnini dell’Ufficio studi di Univa)

Per essere protagoniste nella realizzazione del prodotto, le pmi hanno però bisogno di competenze, formazione, certificazioni, accesso ai mercati internazionali, cioè devono fare investimenti non sempre alla portata di un piccolo imprenditore. Ed è proprio nello spazio tra ciò che si dovrebbe fare per essere una catena di fornitura competitiva ed efficiente e ciò che realmente riuscirebbero a fare “i piccoli”, che si inserisce l’azione del cluster con i suoi 5 gruppi di lavoro e i 4 focus group (ala fissa, ala rotante, elettronica avanzata e spazio). Si tratta di una vera e propria community tecnologica condivisa ad ogni livello e formata da una truppa di 160 volontari, reclutati tra i manager delle aziende più grandi, a disposizione gratuitamente del distretto. «Facendo parlare le piccole imprese con i grandi del settore – spiega Cosentino – si dà una visione alle pmi sui flussi tecnologici necessari per essere partner».

Un modello vincente che fa leva su una cultura di impresa dove non prevalgono i rapporti di forza ma la condivisione di mezzi e obiettivi con l’intero ecosistema territoriale, dalle università – ben 4 fanno parte del distretto: Milano Bicocca, Milano Politecnico, Liuc e Pavia – agli incubatori tecnologici, dalle start-up ai giovani imprenditori, alcuni dei quali chiamati a far parte del consiglio direttivo del cluster.

Il distretto sta lavorando alla realizzazione di un master internazionale all’Università Cattaneo-Liuc di Castellanza che tra i suoi istituti puo’ annoverare anche il primo centro di ricerca italiano sui temi della competitività affiliato al network della Harvard Business School di Michael Porter, una rete internazionale risultata determinante nel portare all’attenzione del mondo il nome di alcuni distretti industriali (emblematico il caso della ceramica di Sassuolo), e che potrebbe esserlo anche per il cluster aerospaziale lombardo.

Il prossimo 2 aprile le 78 imprese che fanno parte del distretto si riuniranno in assemblea all’Alenia Aermacchi di Venegono Superiore. Sarà un momento di confronto importante anche alla luce del nuovo corso di Finmeccanica dell’amministratore delegato Moretti e del suo piano industriale che fa tanto discutere le parti sociali, soprattutto per il destino di alcune unità produttive del territorio, come per esempio lo stabilimento di AgustaWestland di Lonate Pozzolo. «Io mi sento più rappresentante delle pmi che non delle grandi imprese, perché quelle si difendono da sole» conclude Cosentino.
E se lo dice uno che è stato vicepresidente di Alenia Aermacchi, allora c’è da credergli

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

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Pubblicato il 11 Marzo 2015
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