Delegato licenziato da Sea, i sindacati di base fanno quadrato

La vicenda riguarda il sindacalista Salvatore Ferla, che l'azienda ha licenziato "per giusta causa". Lunedì 16 marzo è stato convocato un presidio al Terminal 2

Sciopero e manifestazione a Malpensa (inserita in galleria)

Il licenziamento di un sindacalista rischia di infiammare nuovamente il fronte del lavoro a Malpensa, dopo le tensioni del 2014 legate alla uscita di Sea Handling dalla capofila Sea, con la nascita di Airport Handling.

La vicenda riguarda Salvatore Ferla, sindacalista fondatore di ADL, la Associazione Diritti dei Lavoratori che ha una forte rappresentanza anche a Malpensa. Il licenziamento nasce intorno ad una denuncia di ADL, che riguardava la gestione esterna della mensa aziendale. In una fase concitata, durante una visita alla mensa, Ferla ha fatto riferimento alle “puttane svizzere” e ai “magnaccia”. Secondo Ferla, era un riferimento generico «al mondo del lavoro» e ai rapporti di subordinazione, mentre secondo Sea era un riferimento diretto al gestore della mensa e alle inservienti appena arrivate a Malpensa, una delle quali sarebbe scoppiata a piangere per le offese. Sono elementi che vengono ricostruiti da Sea nella lettera di licenziamento “per giusta causa”. (Nella foto: una manifestaizone dei sindacati di base a Malpensa, 2014)

La segreteria di ADL, però, la pensa diversamente: Ferla è stato licenziato per la sua attività di sindacalista. «I delegati scomodi, a partire da quelli di Adl, sono discriminati, perché rappresentano sindacati di denuncia: quando si toccano stipendi dei manager e permessi sindacali, si tocca la casta», spiegano.

Il riferimento è a due battaglie che il sindacato di base ha condotto e che avevano fatto notizia, dentro alla tumultuosa fase di privatizzazione di Sea Handling: quella contro gli stipendi dei manager aveva costretto l’azienda a una contromossa, nel mezzo della trattativa, mentre la polemica sui permessi sindacali aveva avuto vasta eco, con un dibattito acceso anche su VareseNews (in cui era intervenuto anche lo stesso Ferla).
Sea, contattata da Il Fatto Quotidiano che ha per primo pubblicato la notizia, ha risposto

Ferla non può essere considerato un sindacalista, in quanto l’Adl Varese non è un sindacato riconosciuto dall’azienda ai sensi di legge. Mentre sarà un giudice a decidere sulla legittimità del licenziamento

«Faremo di tutto per far reintegrare il nostro delegato, saremo durissimi» spiegano ancora i vertici di Adl, che  stanno organizzando un presidio al Terminal 2 per lunedì 16 marzo, con l’obbiettivo di mettere insieme un fronte più ampio che comprenda anche altri sindacati di base (con cui c’è un rapporto di concorrenza, ma spesso visione simile sulle vertenze). «Saremo insieme al presidio, quello di Sea è un atto provocatorio e eccessivo» aggiunge Renzo Canavesi, della Cub Trasporti, che ha firmato il volantino di convocazione del presidio di lunedì. «L’azienda vuole mandare un messaggio di intimidazione». Aderisce anche l’Usb, sindacato in cui a lungo ha militato Ferla.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 13 Marzo 2015
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